Tecniche

Le magnifiche due

Di Articolo e fotografie di Marco Altamura pubblicato il 15/03/18

Ebbene si , sono ancora a parlare di trota Lacustre ed in particolare , delle intense emozioni che sa trasmettere questo straordinario salmonide a chi si dovesse avvicinare ad esso ; quando iniziai questa meravigliosa avventura , nei primi anni ’80, chi si dedicava come me alla ricerca a spinning da riva di questo pesce veniva tacciato di snobismo quando non addirittura di pazzia . Era inconcepibile , per la quasi totalità dei pescatori sportivi , il pensiero di poter agganciare un solo esemplare di questo nostro orgoglioso endemismo con la canna da spinning in un ambiente sconfinato come il lago ( si diceva che le trote di lago erano molto  diluite  con l’acqua per poter sperare di prenderne qualcuna ) ; si pensava che le catture di Lacustri fossero esclusivamente appannaggio dei praticanti del sistema denominato molagna o trotiera o addirittura di chi si guadagnava da vivere con la pesca professionale per mezzo delle reti . Ed invece le trote Lacustri ci sono sempre state nei grandi laghi prealpini e chi come me , in modo un poco pionieristico , si dedicava alla sua ricerca ne sapeva trarre grandi soddisfazioni e preziosi insegnamenti circa le abitudini comportamentali di questi salmonidi . I teatri di queste epiche sfide , a quei tempi ed ancora oggi , erano e sono il Garda , il Maggiore , il Lario , il Sebino ed altri piccoli bacini come il Cusio , il Viverone , il Molveno fino ad un’infinità di specchi d’acqua situati in Trentino , in Alto Adige ed in Veneto . Nonostante questo ampio areale di diffusione , preferisco considerare la Salmo Trutta Lacustris un endemismo esclusivamente appartenente ai grandi laghi prealpini del nord Italia . C’è infatti una gran confusione presso gli stessi ittiologi sulle origini di questo pesce e le continue e scellerate immissioni di materiale ittico di dubbia qualità genetica non hanno fatto altro che complicare ulteriormente una classificazione già di per se difficile . Lo spinning praticato alla ricerca di questo pregiato salmonide è una pesca di grande sacrificio : spesso ci si trova ad operare in condizioni atmosferiche avverse ( i periodi migliori vanno da fine dicembre ad aprile ) , l’attrezzatura è sottoposta a grandi sollecitazioni, si opera senza apparenti e rassicuranti punti di riferimento e mettiamoci pure che nella stragrande maggioranza dei casi si fa collezione di sonori ed avvilenti “ cappotti “. Ce ne sarebbe a sufficienza per dire : “ andate avanti voi , io vi raggiungo dopo… “. Eppure la gioia che da la cattura di un simile pesce non ha pari! Quest’anno Rapture mi ha consegnato da testare il mulinello Sharp taglia 4000 facente parte del catalogo Trabucco che , come sempre faccio quando si tratta di insidiare Lacustri , ho abbinato alla canna della serie Inova , a mio personalissimo parere , un attrezzo impareggiabile per questa particolare tipologia di spinning ; nella fattispecie utilizzo il modello 802H , ovvero di lunghezza mt. 2,40 in due sezioni e con un range di potenza di 20/50 grammi , montata con n° 9 anelli rivestiti con pietra in carburo di silicio , adatti cioè anche all’utilizzo dei moderni braided . Con l’azione H ( hard ) , tuttavia , si consiglia l’adozione dei normali monofili per controbilanciare la prontezza di risposta con il fisiologico allungamento del nylon ; questa combo da me utilizzata da tre inverni ad oggi ( da quando cioè faccio parte del Rapture Pro Team ) mi ha sempre garantito prestazioni ottimali ed un’estrema affidabilità . Verso la metà del mese di febbraio , in concomitanza con un mio breve soggiorno sul Verbano , ho fatto coincidere le esigenze di famiglia con la voglia di pescare organizzando un paio di uscite a Lacustri , uscite che hanno avuto il notevole vantaggio di potersi svolgere durante i giorni centrali della settimana , azzerando quindi i possibili problemi di incontrare altri lanciatori sulle sponde . Le basse temperature e la presenza di una cellula di alta pressione stabile , mi hanno costretto a concentrare i miei sforzi maggiormente durante i cambi di luce dell’alba e del crepuscolo ; il resto del tempo , quando cioè la grande luminosità dell’irradiazione solare interessa gli spots da sondare , trascorre senza infondere nello spinner quella essenziale adrenalina tipica dei momenti più favorevoli . Questa volta decido di affrontare alcune spiagge con un approccio radicalmente differente rispetto ad un’uscita tipo : in questo frangente , dovendo operare in spots con bassi fondali , opto per tralasciare l’uso di pesanti minnows lipless come il fedele Dexter a favore di modelli di lipless più leggeri e dal movimento più aggraziato . La prima spiaggia affrontata presenta per una profondità di circa 20 metri dalla riva un fondale di poco più di un metro , il che mi suggerisce di sfruttare l’azione dell’altrettanto valido Slash Stick con lanci in diagonale o tuttalpiù verso il largo ma per una distanza massima di una trentina di metri ; il passaggio tra le acque basse ed il baratro di profondità ha segnato per il novanta percento dei casi la zona calda dove in passato sono avvenuti gli attacchi . Ed è proprio quel passaggio che curo con maggior attenzione , sperando nel tanto sospirato attacco del salmonide . Il sole laterale comincia a disegnare ombre allungate e la vegetazione ripariale proietta le sue ombre sull’acqua , favorendomi non poco e creando zone interessanti da dove i predatori possono scatenare i loro attacchi alla massa stabulante . In un recupero che vede il mio lipless comparire dalla zona profonda verso le acque basse , riesco a scorgere distintamente il suo movimento molto adescante e , poco prima che possa considerare mentalmente concluso il suo tragitto , dal nulla si materializza l’inconfondibile sagoma di una grossa Lacustre che con movimento rabbioso , quasi cattivo , ghermisce il minnow dalla parte della coda e praticamente si ferra da sola ; il poco monofilo in bando fa si che la frustata percepita in canna sia violenta , consentendomi di far penetrare bene l’ancora di coda nell’apparato boccale del pesce . Quelli che seguono sono minuti concitati caratterizzati da salti disperati da parte del pesce e da un gran caos dovuto alla mia impossibilità di indietreggiare per la presenza di una barca dietro di me ; non potendo adagiare il pesce sulla spiaggia , decido di entrare in acqua e , delicatamente , di coricare la trota sul bagnasciuga alla mia destra . Deve trattarsi di una femmina che ha appena terminato la fase di riproduzione : oltrepassa i 50 centimetri ma è molto magra , evidenziando tuttavia un corpo muscoloso , pinne enormi ben sviluppate ed una livrea da far invidia ad un salmone atlantico . Scatto le prime foto con il pesce in acqua ma non mi lascio sfuggire l’occasione per me molto rara ( pesco quasi sempre solo ) di chiedere ad un passante di scattarmi qualche foto con il pesce tra le mani ; faccio tutto molto velocemente e al più presto rendo la libertà al magnifico pesce . La soddisfazione è doppia considerando il fatto che quella spiaggia nelle ultime tre stagioni mi aveva regalato soltanto grandi amarezze , con ben tre grossi esemplari di Lacustre slamati ad un passo dalla riva . E’ stato come sconfiggere un malefico sortilegio ! Finalmente quel posto mi aveva regalato qualcosa di gioioso . Dopo la liberazione mi soffermo a fare due chiacchiere con la persona che gentilmente si è prestata a riprendermi con la digitale , dopodiché riassetto l’attrezzatura , elimino il metro terminale di monofilo abraso , rifaccio il nodo tra la minuteria e la linea principale e , pronto per riprendere la pesca , decido di cambiare spot . Non ho necessità di usare l’auto così decido di farmi una camminata di una decina di minuti verso un’altra spiaggia che ora risulta completamente in ombra ; arrivato sullo spot , ancora eccitato per la recente cattura, mi siedo su un sasso e riprendo il respiro . Mentre osservo il lago e rimugino sull’ “insostenibile leggerezza dell’essere “ di Kunderiana memoria , con la coda dell’occhio riesco a percepire sulla mia destra un movimento anomalo in superficie : si tratta di un classico “ cerchio “ che tradisce inequivocabilmente la presenza in quella porzione di lago di una Lacustre intenta a cibarsi di chironomi o piccoli invertebrati acquatici . L’esperienza mi suggerisce che in questi casi un lancio ben eseguito in zona è quasi sempre sinonimo di strike , anche se in realtà facendo conto che le Lacustri sono pesci pelagici abitudinari , preferisco attendere che le ombre della sera si impadroniscano della scena , facendo abbassare di molto la guardia a questi pesci si istintivi ed aggressivi , ma anche estremamente sospettosi e guardinghi . La presenza di una leggera brezza e la scarsa necessità di effettuare lunghi lanci , mi fanno optare per l’utilizzo di un piccolo ondulantino anch’esso di casa Rapture , il Niji Spoon di lunghezza mm 55 e di peso di gr 10 , con livrea Blue&Silver ; anche in presenza di scarsa luce questa lure è in grado di emettere accattivanti bagliori molto apprezzati dai salmonidi . Mi porto dall’altra parte dell’insenatura e , conscio che fatalmente saranno i primi 2/3 lanci quelli decisivi , eseguo il primo parallelamente la riva a sfiorare una boa di ancoraggio : faccio solo tempo a compiere tre o quattro giri di manovella che percepisco in canna una gran botta seguita da relativa ripartenza e allentamento da parte mia della frizione del mio Sharp . Ora il grosso pesce prende il largo e penso a come avrà aggredito il piccolo ondulante e a come avrà fatto presa l’ancora nella sua coriacea bocca ; le puntate rabbiose verso il largo sono sempre frequenti e sono costretto ad allentare ulteriormente la regolazione micrometrica della frizione . Finalmente nella semi-oscurità il pesce viene a galla con la sua schiena e , percependo la distanza tra la coda e la pinna dorsale , capisco trattarsi di un buon esemplare di Lacustre che si è fatto irretire dal piccolo ma micidiale Niji Spoon . Vedo che l’armatura ha fatto presa nella parte sinistra della bocca e , rincuorato , proseguo nel recupero del grosso pesce : questa volta si tratta di un maschio di Lacustre che alla misurazione segnerà 54 centimetri ed una livrea da sogno con sfondo argento vivo ed innumerevoli segni a forma di “ X “ sui fianchi . Un prodigio della natura . Ora sono solo e non posso contare sul prezioso aiuto di nessuno per le foto di rito ; devo fare in fretta e così scatto qualche foto con l’ausilio del flash del pesce in acqua con ancora l’artificiale in bocca . Questa situazione è solo mia perché non c’è anima viva nelle vicinanze ; riossigeno bene il pesce e lo lascio riguadagnare le profondità del suo lago . La gioia è incontenibile e , anche se spero di trasmetterne il più possibile nei miei scritti , so che non sarà così ; solo chi ha la fortuna e la perizia di catturare questi pesci può capirne l’essenza e gustarla maggiormente nell’atto del rilascio di un pesce che sa risvegliare emozioni antiche , ancestrali , quasi magiche . Aver vissuto una giornata così speciale ti riconcilia con il mondo e , indipendentemente dalla taglia delle catture , aver catturato ben due Lacustri in una sola uscita rappresenta certo una nota di eccezionalità ; questo pesce incarna l’essenza stessa dello spinning , o quantomeno di come lo intendo io : sacrificio , perseveranza ai limiti dell’ostinazione,  gesto tecnico ed essenzialità sono tutte qualità che lo spinning da riva alla trota Lacustre esalta ai massimi livelli , lasciando anche spazio alla parte romantica di una disciplina sempre più improntata ad esaltare solo gli aspetti tecnici e le nuove tecnologie .


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