Esche

Le pastine Multicolor per la trota in laghetto

Di Michele Moscati pubblicato il 05/10/09

 

Tra le innumerevoli esche a disposizione di chi pratica il trota lago, oltre chiaramente a quelle naturali e che comunque è necessario reperire fresche, ne esistono alcune “semiartificiali” e facilmente conservabili, anche per mesi: “la pastina”. Molto conosciuta tra gli amatori e i frequentatori dei laghetti sportivi a pagamento, è assolutamente vietata in gara così come le gomme e il polisterolo. Praticamente l’80 percento degli amanti del trota lago ne ha uno o più barattoli nella cassetta da pesca; è pratica, veloce e resistente all’innesco, e soprattutto mantenuta all’interno del suo barattolo originale non ha problemi di conservazione, e sarà sempre pronta all’uso in qualunque momento decidiamo di fare i classici “due lanci”.

 

Come si evince chiaramente dal suo nome “la pastina” è una sorta di impasto naturale, aromatizzato con oli di pesce o additivi simili, e soprattutto colorato tramite coloranti anch’essi naturali e quindi non nocivi ne per il pesce, ne tanto meno per chi poi se ne ciberà. Le fortune di questo prodotto sono molteplici: diciamo innanzitutto che è quasi eterno. E’ infatti possibile reperirlo in vasetti di vetro o PVC dotati di coperchio ermetico che, una volta aperti ed utilizzati, preserveranno la nostra esca per mesi se non anche anni, pronta ogniqualvolta ne avremo bisogno. Un’altra ottima caratteristica che contraddistingue “la pastina” è la possibilità di trovarla nei più disparati colori. All’interno della stessa battuta di pesca, proprio quando le abboccate si faranno attendere e il pesce sarà un po’ più svogliato, potremo andare a provare tutte le tonalità a nostra disposizione, fino a trovare la soluzione giusta, o addirittura utilizzarne alcune gia pronte in due colori. Infine la “duttilità” del prodotto. La facilità di modellazione con il semplice uso dei polpastrelli, unita alla resistenza a svariati lanci e alla morbidezza in abboccata rendono la pastina un’esca molto ricercata e che non dovrebbe mai mancare nella dotazione di base dell’amatore. Ricordiamocelo, alla fine della battuta di pesca basterà chiudere bene il barattolo, e conservarlo nella nostra cassetta, anche per mesi.

 

Anche la facilità d’innesco, operazione oltretutto decisamente “pulita” vista la sua consistenza, è un’altra delle caratteristiche che la rendono così ricercata. In questo caso gli inneschi variano per la pesca a FERMO e per quella a RECUPERO. Nel primo caso basterà eseguire delle semplici palline utilizzando pollice e indice, tagliarle fino al cento con il filo del terminale e farle scorrere fino a coprire l’amo rilavorando la pasta sul taglio e lasciando la punta leggermente scoperta o almeno fuori dalla pallina. E possibile innescarne anche più di una, semplicemente ripetendo l’operazione e andando a fermare le successive sul filo e sopra la prima. Nel secondo caso invece, per quanto riguarda la pesca a recupero, l’innesco deve essere curato più approfonditamente. Se pensiamo che lo spaghetto di pasta lavorato a L seguendo la curva dell’amo sia la soluzione migliore, come nel caso di esche naturali e gomme, ci sbagliamo di grosso. La consistenza della pastina ci permetterà si e no di fare un lancio e, nel caso dell’abbocco, perderemo immediatamente l’esca rendendo vano il nostro tentativo. Proprio per sopperire a questo problema si è pensato a due forme resistenti e che allo stesso tempo facciano ruotare l’esca in fase di recupero: Il rombo e il triangolo rettangolo. Nel primo caso andremo semplicemente a far entrare l’amo in una normale pallina di pasta e poi schiacciando con pollice ed indice di entrambe le mani in direzione contrapposta, andremo a formare un rombo tridimensionale che darà alla nostra esca un movimento decisamente allettante. Nel caso del triangolo invece, andremo prima a comporre un triangolo rettangolo leggermente più grande del nostro amo, poi faremo scorrere al suo interno appunto l’amo, e infine andremo a rilavorarlo per renderlo più compatto, ma sempre della medesima forma. Anche in questo caso, durante il recupero, il suo movimento sarà altalenante e molto allettante per iridee o salmonate. Forse la foto allegata vi chiarirà meglio le idee su quanto da me scritto, ma vi assicuro che con un po’ di pratica e qualche prova, gli inneschi della pastina risulteranno quanto di più facile e veloce ci possa essere nella vostra giornata di pesca.

Il colore che va per la maggiore “PARE” sia il verde, ottimo soprattutto per la pesca di grossi esemplari di salmonata, chiaramente laddove presenti, sia a fermo che a recupero. Ma quello che ho visto fare quasi da tutti gli utilizzatori della pasta, e che a quanto pare da ottimi frutti, è sicuramente l’innesco doppio. Da utilizzare solo nella pesca a fermo per evitare grovigli durante il recupero senza pesce, consiste nel preparare una normale montatura da trota con galleggiante, (quindi “tappo”, spallinata a tarare, girella e finale con amo) e poi, o per mezzo di una girella a “T”, o meglio ancora con un semplice nodo “metresse”, applicare sopra la piombatura un altro calamento e un altro amo.  Così facendo durante l’azione di pesca potremo non solo sondare due profondità nello stesso momento, ma anche risultare più adescanti in quanto sciogliendosi pian piano ed emanando l’aroma, una farà da richiamo per l’altra.


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