Tecniche

Le trote dimenticate

Di Roberto Granata pubblicato il 07/03/10

 

Passati i frenetici momenti dell'apertura, ve ne sono altri ottimi momenti per divertirci con la regina. Ecco quindi come comportarci nel post-apertura.

 

E' PRIMAVERA, MA . . .

Passato il caos, passate le trote pronta-pesca e la miriade di pescatori, occasionali o meno, che si ritrovava nei giorni successivi all'apertura, ecco le sponde dei torrenti, delle risorgive e delle rogge ritornare quasi deserte, se si escludono i pescatori, e con essi gli spinningofili, che della ricerca al pregiato salmonide fanno un vero culto ed una vera passione.

La natura comincia a dare cenni di risveglio, prima timidi e poi sempre più evidenti, in un panorama che è gioia per gli occhi e con un clima finalmente vivibile. Già, per noi, ma . . . e le trote? Per loro occorre fare una netta distinzione a seconda dell'ambiente dove vivono. La stagione primaverile può rivelarsi estremamente proficua solo se sappiamo scegliere il tipo di acque che presentano caratteristiche ben particolari.

Vediamole.

 

IL TORRENTE    

Il problema numero uno del torrente in primavera, ed a volte anche più avanti nella stagione, si chiama acqua di neve. Il suo passaggio è chiaramente variabile ad ogni annata ma, prima o poi, ci darà del filo da torcere.

Se la suddetta acqua di neve non ha ancora fatto la sua comparsa, i livelli in genere si presentano bassi, per non dire peggio. Ciò costringe le trote a portarsi nelle buche o, comunque, nei punti con un poco di profondità sufficiente, oltre che a vivere, a trovare linfe dal decorso più lento e leggermente meno fredde. Anche un pesce come la trota, abituato più che bene a vivere in acque correnti, è costretto talvolta a cercarne di più lente. E' il caso del primo periodo seguente all'apertura, dove possiamo trovare temperature ancora un po' freddine. Ma la primavera è alle porte, e quindi? Quindi basta un periodo meno freddo, dai contorni decisamente primaverili, a cambiare un poco le carte in tavola. Se i livelli aumentano un poco, magari per qualche precipitazione tipica di Marzo e dintorni, senza che troppa acqua di neve venga a romperci le uova nel paniere, la regina cambia decisamente atteggiamento, portandosi anche al di fuori delle "canoniche" buche, in spot di impronta più primaverile ed anche con discreta corrente, anche se non ancora in quelli tipicamente estivi. Oltre a ciò, è l'indole stessa dei salmonidi a diventare meno "assonnata" (ciò vale comunque per tutti i predatori), per cui i suoi comportamenti cambiano, eccome. Al lato pratico ciò si traduce nella possibilità di usare qualcosa di diverso dal minnow che, con acque decisamente fredde, era l'unico (assieme ad artificiali chiamati con altri nomi ma sempre a forma di pesce, s'intende) e darci una discreta continuità di risultati. Ora è proprio il caso di rispolverare i vecchi rotanti ed ondulanti, sempreché, beninteso, non sussistano le condizioni accennate prima.

 

LA RISORGIVA

Il discorso cambia di parecchio. Sembra una sciocchezza ma, quando passiamo dalla pesca in torrente a quella in risorgiva, corriamo il rischio di "variare troppo poco" le nostre tattiche, non sfruttando appieno il potenziale che quest'ultimo ambiente può offrire. Ecco le principali differenze:

1)      Velocità della corrente: senz'altro minore nei chalk stream, porta i salmonidi a vivere in modo diverso rispetto al torrente. Qui la necessità, tipicamente invernale, di cercare linfe meno turbolente, è molto meno sentita. Ciò non significa trovare trote "in ogni angolo" come in estate, ma certamente la possibilità di battere più angolini interessanti.

2)      Temperatura dell'acqua: nelle risorgive (molte delle quali, lo dice la parola stessa, sono soggette a fenomeni sorgivi), l'escursione termica è minore. I vantaggi sono molteplici, in quanto già all'apertura possiamo trovare pesci meno "intorpiditi", con la possibilità da parte nostra di usare svariate tipologie di artificiali con un'escursione termica minore, un altro vantaggio è quello di poter estendere un po' la fascia oraria di pesca.

3)      Anche se è un po' presto per parlare di vegetazione, occorre ricordare che in alcune sorgive, una parte di essa riesce a vivere, o perlomeno a rimanere, anche nei periodi freddi. Ciò, l'avrete intuito, si traduce in un maggior numero di potenziali spot da battere. Certo, difficilmente troveremo una trota dietro ogni ciuffo di vegetazione, ma ogni tanto, specie un pochino più avanti nella stagione, la sorpresa può arrivare.

 

 

SCENDERE O RISALIRE?

Il discorso può essere affrontato anche parlando di torrenti, ma sicuramente in misura minore che non nei chalk stream, ambienti che, date le caratteristiche finora esposte (e spesso una maggior vegetazione riparia), danno ottimi risultati anche con la tattica, troppo spesso a mio modesto parere considerate tabù, di ridiscenderli. Un vantaggio su tutti? Non essendo ancora al top della stagione, un esserino che risale piano, piano e faticosamente la (poca) corrente, fermando la sua corsa (ma non il suo lavoro) negli spot più promettenti e senz'altro meno problematico da attaccare rispetto ad uno che scende verso valle con una velocità, comunque, superiore a quella della corrente, rimanendo in pesca molto, ma molto meno tempo. E poi, se come dice il titolo, abbiamo a che fare con trote "dimenticate" dei pescatori dell'apertura, un poco più inselvatichite e più furbe si saranno fatte!

 


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