Tecniche

Ledgering in mare

Di Damiano Merlini pubblicato il 28/05/12

La foce del Magra non è certo uno spot che ha bisogno di molte presentazioni.

Ne ha scritto il fior fiore delle penne in materia di pesca, quindi non posso essere di certo io a rivelare qualcosa di nuovo o sconvolgente.

Vorrei però anche io mettere i miei due penny e parlare della pesca in queste acque con la tecnica del ledgering.

Vivendo da sempre a pochi chilometri dalle sue sponde, sono cresciuto pescando a bolognese o a fondo, salvo poi fare l'incontro con questa tecnica che mi ha regalato qualche soddisfazione e molto divertimento.

Le prede principali, ovviamente a seconda dei periodi, sono spigole, orate e muggini.

Il Magra alla sua foce scorre quasi sempre placido e tranquillo, quindi ci è permesso l'uso di attrezzature e montature light, che consentono di godere al massimo l'azione di pesca e le catture.

Purtroppo, o per fortuna a seconda del punto di vista, non sono un "fashion victim" per quanto concerne gli attrezzi da pesca e mi viene sempre molto difficile parlare di questa o quella canna, piuttosto che di questo o quel mulinello, quindi mi limiterò a dire che una combo costituita da una canna con un range di lancio pari a 40-80 grammi e un mulinello di taglia 3/4000, è sufficiente per affrontare la foce del Magra e i suoi abitanti.

In bobina andrà bene uno 0.25/0.28 e per finale uno 0.16/0.18 potrà coprire un po’ tutte le situazioni.

Ho visto persone pescare usando finali molto più sottili, soprattutto in cerca di spigole, altri usare il fluorocarbon o altre “diavolerie” simili. Personalmente, trattandosi comunque di pesca a fondo, non ho mai trovato necessario utilizzare monofili capillari e, francamente, pur restando su diametri medi non ho mai avuto difficoltà a catturare.

Per il resto basterà un amo robusto, soprattutto in presenza di orate, del 10/12 e un classico feeder da 40/60 grammi.

Come detto prima il Magra, soprattutto nel periodo in cui ci stiamo avvicinando, ha solitamente una corrente non eccessivamente sostenuta, affrontabilissima con queste grammature.

Sul discorso ami si potrebbe sicuramente discutere: mi è capitato di incontrare persone che usavano ami molto più piccoli, nell’ordine del 16/18, ma anche qui, basandomi comunque sulla mia personalissima esperienza, non ho notato una riduzione delle mangiate pescando anche con ami più grossi; l’unica vera differenza sta nell’innesco, cioè un innesco più voluminoso costituito magari da 4 o 5 larve invece che da 2.

La montatura è molto semplice e prevede il pasturatore posto sulla lenza madre con il classico anti-tangle e girella con finale di circa 1,5 metri. Taluni ritengono opportuno mettere un piccolo stopper qualche centimetro al di sopra dell’anti-tangle, in modo da avere l’auto-ferrata da parte del pesce, francamente è un espediente che non amo molto, perché soprattutto i cefali paiono avvertire il “peso” della lenza armata in questo modo e sputano l’innesco ancor prima di auto-ferrarsi.

 

Il resto dell’azione di pesca si svolge poi come nei canoni del ledgering, cioè lanci effettuati il più possibile sullo stesso punto, in modo da sfruttare al massimo l’azione di pastura dei bigattini che fuoriescono dal pasturatore.

Utile è anche stare in pesca poco nei primi lanci, ricaricando il pasturatore con frequenza in modo da fare un buon “tappeto” di pastura nella zona di pesca, per poi allungare il tempo di permanenza della nostra insidia in acqua, anche occludendo parzialmente i fori del pasturatore (io uso del comunissimo nastro isolante), in modo da rallentare l’uscita delle larve.

Vorrei ricordare, soprattutto in vista del periodo estivo, di informarsi preventivamente presso l’Ufficio Locale Marittimo della Capitaneria di Porto di Ameglia (Via Ratti 1, 0187/648066) riguardo alle ordinanze sulla pesca sportiva, poiché nei mesi estivi ci sono limitazioni sugli orari e sulle zone di pesca.

Per la pesca alla foce del Magra è necessaria la sola licenza B.


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