Tecniche

Ledgering: semplicemente Barbi

Di Stefano Cerchiaro pubblicato il 22/04/10

Tra le innumerevoli specie catturabili con la tecnica del Ledgering, il Barbo è sicuramente una tra le prede più ambite. Vigoroso, combattivo e molto potente è in grado di mettere in difficoltà anche il pescatore più esperto e a volte le attrezzature più all’avanguardia, ma ciò nonostante resta sempre l’avversario con il quale vorremo sempre confrontarci grazie alle immense soddisfazioni che è in grado di regalare in termini di divertimento e di taglia raggiungibile. Le forti correnti sono molto spesso gli abitat preferiti da questo cipride, soprattutto dagli esemplari di taglia maggiore che, grufolando sul fondale, sfruttano questi ambienti per trovare il cibo.
Oltre che a essere molto forte, il Barbo è un pesce astuto, abile nel combattimento e imprevedibile. Un degno avversario da non prendere alla leggera.

L’esca per eccellenza

Insidiare il Barbo con la tecnica del Ledgering non richiede esche particolari e affidarsi alla classica larva di mosca carnaria, o più comunemente detta bigattino, non è mai una scielta sbagliata. Di fatto questa esca ha il vantaggio di essere ben apprezzata, sin da subito, in qualsiasi tipologia d’acqua, ferma o impetuosa, come in qualunque stagione dell’anno. L’unica nota dolente è la “Selettività” in termini di taglia ma soprattutto di specie catturabili. Purtroppo il bigattino è un’esca “universale” ed è molto apprezzata da tutti i pesci di tutte le taglie, ne consegue che in una sessione di Ledgering classico mirato al barbo è molto probalile, meglio dire quasi scontato, incappare in catture “indesiderate” come possono essere i cavedani, le tinche, le carpe o anche barbi, tutti di piccola taglia; un fenomeno molto frequente soprattutto nei periodi estivi, dove il piccolo pesciame tende a dare più fastidio, rovinando la consistenza della larva e mettendo molto spesso il pescatore nella condizione di doverla sostituire frequentemente. Resta comunque il fatto che per la pesca al barbo nelle acque Italiane, la larva di mosca carnaria, rimane tuttora l’esca più apprezzata. Tutto sommato è un approccio non selettivo ma che sicuramente renderà più imprevedibile e movimentata la sessione stessa.
L’innesco del bigattino è molto semplice; bisogna creare un boccone sostanzioso inserendo le larve sull’amo forandone la “coda” e aggiungendole fino a ricoprire quasi tutto l’amo, fino a realizzare un vero e proprio ciuffo. L’unica parte che rimarrà scoperta sarà la punta con l’ardiglione per garantire una maggiore penetrazione durante la ferrata.
 
Pastura e pasturazione

Una buona pasturazione è basilare e importantissima per la riuscita di una sessione classica di ledgering al barbo, da essa può dipendere il buon esito dell’intera pescata. La soluzione più indicata è affidarsi a una comune pastura da fondo rossa a base di formaggio, o meglio ancora ad uno sfarinato pensato e studiato appositamente per la pesca del Barbo. Sotto questo aspetto il mercato offre una infinità di soluzioni e prodotti adatti a questo scopo, ma affidarsi al caso non è mai una scelta saggia. La quantità di prodotti che si possono trovare sugli scaffali di un qualsiasi negozio può essere disarmante e molto spesso capita di trovarsi nella situazione di non essere in grado di scegliere il prodotto più adatto per noi. Casi come questi, al contrario di come si possa pensare, sono molto frequenti, soprattutto nei Ledgerman alle prime armi e che anno poca dimestichezza nel campo delle pasture. In queste situazioni l’aiuto o il parere di un esperto possono aiutare nell’acquisto di un prodotto idoneo facendo risparmiare tempo e danaro, quindi non è mai da sottovalutare se siamo incerti sul da farsi.
La preparazione della pastura è tanto importante quanto la scelta della pastura stessa e raggiungere il composto ottimale, pronto per essere lanciato in acqua, è un risultato che solo l’esperienza accumulata potrà indicarci. La tipologia dello spot dove lanciare la pastura è una tra le prime cose da prendere in considerazione; forti correnti con fondali importanti richiedono uno sfarinato accuratamente inumidito che risulti pesante, compatto, elastico e ben coeso in modo tale da poter contrastare il più possibile la corrente e raggiungere il fondale ancora integro prima di cominciare a sfaldarsi, questo fattore sarà determinante al fine di ottenere una zona ben pasturata il più ristretta possibile ( regola fondamentale per la pesca a ledgering ), una pastura troppo umida tenderà a sfaldarsi velocemente sotto l’attacco dei piccoli pesci che si trovano in prossimità della superficie e alla forza della corrente, il che farà disgregare e disperdere la palla di pastura prima ancora che tocchi il fondo andando così a disperdere il preparato e vanificando tutti gli sforzi fatti fino a quel momento. Un piccolo e semplice trucchetto per appesantire ulteriormente la palla di pastura e avere una maggior precisione è quello di inserire nella palla stessa un sasso o una pietra raccolti sul posto.
Un ulteriore accorgimento nella preparazione della pastura è l’aggiunta di ingredienti supplementari per aumentarne l’attrattività. Tra i più comuni ed utilizzati troviamo i “Semi di Canapa bollita” interi o macinati, che grazie agli oli che sprigionano sono un potentissimo attrattore per molte specie ittiche, in più il liquido nel quale sono contenuti è un forte legante per il nostro sfarinato. I “Pellets” a base di farina di pesce sono un ingrediente fortemente consigliato e possono anche essere usati come esca in alternativa al bigattino. Pezzetti di Boilies frantumate ( preferibilmente al pesce ), Granaglie, gli stessi bigattini, usati come esca, fino ad arrivare al classico Mais bollito che come nel caso della Canapa è immerso in un liquido in grado di esaltare le propietà leganti del Mix.
Attenzione a non esagerare però; ogni aggiunta allo sfarinato originale renderà si più attrattivo il Mix ma tenderà anche a renderlo più instabile rischiando di comprometterne la compattezza, soprattutto se nello sfarinato aggiungiamo i bigattini i quali muovendosi scavano vere e propie gallerie nella palla di pastura.
La pasturazione avverrà in due fasi principali;  Una di preparazione dello spot, andando a lanciare una decina di palle per creare un primo tappeto attrativo che cominci a smuovere il pesce e portarlo alla portata dei nostri terminali. La seconda è una fase di mantenimento della pastura e quindi del pesce nel punto scelto pre pasturato, principalmente tramite l’ausilio del Feeder (pasturatore) e con l’immissione di una o due palle di pastura ogni 3 o 4 lanci per tutta la durata della sessione. Un’ulteriore fase da prendere in considerazione è quella della pasturazione preventiva, ovvero la preparazione dello spot attraverso una pasturazione giornagliera o quasi prima della sessione di pesca, soprattutto se siamo di fronte a una forte apatia del pesce. Una cosa molto importante in queste fasi è valutare attentamente la forza della corrente e la profondità dell'acqua in modo da capire quanto a monte dobbiamo lanciare la pastura e il terminale perché si posi sul fondale dritto davanti a noi.

Per non arrivare impreparati

Affrontare il Barbo sul suo terreno richiede indubbiamente attrezzature potenti in grado di far fronte a correnti sostenute e violente sollecitazioni che questo pesce è in grado di causare; parliamo quindi di attrezzature specialistiche e dedicate a questo tipo di pesca.
Oggi giorno il mercato ci offre innumerevoli prodotti, sempre più dedicati alla singola tecnica di pesca o alla cattura della singola specie. Tra le canne da ledgering adatte a questo tipo di situazioni troviamo le cosiddette “Specialist” o “Barbel rod” il quale sono appositamente studiate e progettate per far fronte a situazioni di pesca particolari. Sono per lo più canne con una lunghezza che varia tra i 12 (3,65 mt ) e i 13 (3,96 mt) piedi e in casi particolari possono arrivare anche oltre per situazioni di pesca a lunga distanza, con un’azione parabolica progressiva hanno una grande riserva di potenza sul manico per consentire la massima affidabilità e gestione del pesce, anche di grossa taglia e riescono a coprire grammature che oscillano dai 90 fino a 250 grammi nei casi più al limite. Solitamente sono canne in tre pezzi con in dotazione una singola vetta tubolare detta “Avon” ma in alcuni modelli possiamo trovare anche il classico innesto con i 2 o 3 quiver-tip (vettini) intercambiabili di differenti libraggi per consentire la migliore sensibilità dell’attrezzo in base alla tipologia di situazione che dovremmo affrontare. Canne di questo tipo sono preferibili a una classica Feeder-rod per questa tipologia di pesca, possono coprire molte situazioni ostiche e lanciare con facilità grammature importanti come possono essere i pesanti pasturatori dedicati alle forti correnti o all’uso del “Method”, più comunemente detto “il Metodo”; un sistema molto catturante che consiste nell’avvolgere attorno un particolare Feeder una grande quantità di pastura mista a granaglie detta Method-Mix.
Se la canna si trova a sostenere enormi sollecitazioni, il mulinello ne dovrà sopportare ancora di più: I continui recuperi per ricaricare il pesante Feeder (pasturatore) e i frenetici combattimenti con il nostro amato barbo mettono a dura prova le capacità e la resistenza del mulinello che per non sopperire al suo compito deve indubbiamente essere di ottima fattura. Taglie comprese tra 2500 e 3000 cominciano a essere troppo piccole e delicate, anche la taglia 4000 in casi estremi è preferibile abbandonarla, meglio orientarsi su pezzature più elevate come il 5000 o 6000, in alcuni casi anche 8000 non è da escludersi. Una frizione morbida e precisa renderà più agevole il combattimento stressando meno la canna e ammortizzando le potenti testate e repentine fughe, mettendoci in una posizione di favore rispetto al nostro avversario. In bobina un “monofilo” del diametro 0,25 fino a 0,30 di ottima qualità è d’obbligo, visto il duro compito che deve svolgere. In tal caso è meglio se il mulinello sia dotato di due bobine intercambiabili in modo da avere a disposizione un tipo di lenza adatto ad ogni occasione. Da prendere in considerazione anche i mulinelli dotati di Baitrunner, un sistema di sblocco della frizione molto comodo se utilizzato con un avvisatore visivo o meglio acustico e con montature autoferranti come può essere l’uso del Method o dei piombi fissi.

Montatura: Parola d’ordine, semplicità

Un approccio semplice ma ben curato e premeditato è alla base del Ledgering improntato sulla cattura del barbo. Una tecnica tanto semplice quanto efficace, in grado di poter regale immense soddisfazioni, in termini di taglia e quantità del pescato, ai pescatori più esperti ma soprattutto a quelli che si avvicinano per la prima volta alla pesca con il pasturatore.
La montatura si basa sull’utilizzo del “Lead-core”, un particolare trecciato in dainema con all’interno una sottile anima di piombo. Questa tecnologia, applicata a questo tipo di montatura, ha due scopi pricipali: Irrigidisce la parte di lenza superiore al Feeder  (pasturatore) dando così una funzione “antitangle” (anti-groviglio) e conferisce una stabilità maggiore del Feeder sul fondale migliorandone così la presentazione. Sarà necessario uno spezzone lungo circa 60 cm, dotato di Loop (asole) alle due estremità. Si trovano già pronti in commercio in lunghezze da 60 e da 90 cm circa,  oppure possiamo acquistare direttamente una bobina e confezionare il Lead-core comodamente a casa nelle lunghezze che più si preferisce. Una girella ad una estremità del Lead-core servirà a bloccare una semplice “Clip”, che sarà il sostegno del Feeder e a collegare il Terminale al resto della montatura. In fine un tubicino in silicone, lungo circa 5 o 6 cm e inserito lungo il terminale prima di averlo collegato alla montatura, permetterà di tenere sollevato e lontano il terminale stesso dal Feeder durante il lancio fornendo un ulteriore effetto anti-groviglio. Una cosa molto importante, al fine della tutela del pesce, è collegare la montatura alla lenza madre senza l’ausilio di nessuna girella, ma solo con un semplice nodo. Questo semplice ma prezioso accorgimento darà la possibilità al pesce di liberarsi del pasturatore in caso di incagli o rotture della lenza madre garantendogli la sopravvivenza.

Terminali

Lenze tagliate e ami aperti sono situazioni molto frequenti nella pesca del barbo a Ledgering, soprattutto se optiamo per dei materiali qualitativamente scadenti. Pur trattando un terminale, a prima vista molto semplice, ci si rende conto che la sua efficacia sta nei dettagli, ovvero; in ami robusti, lenze resistenti all’abrasione e qualche piccolo ma utilissimo accorgimento che rende tutta la montatura ancora più autoferrante e riduce il rischio di slamate. Sto parlando di un sistema preso a piene mani dal Carp Fishing, tanto semplice quanto efficace, che si chiama “line aligner”. Questo piccolo accorgimento, applicabile solo su ami ad occhiello consiste nel far passare la lenza, una volta legata alll’amo, all’interno dell’occhiello dell’amo stesso partendo dall’esterno verso la punta dell’amo, ottenendo così un’angolazione maggiore rispetto alla lenza che conferisce al tutto una presa sul pesce di gran lunga più salda durante le fasi di combattimento.


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