Tecniche

Lenze Frenate

Di Massimo Zelli pubblicato il 14/06/11

 

La pesca a passata per eccellenza prevede che il galleggiante venga controllato anche a distanza con una trattenuta appena accennata oppure più intensa. Sono piuttosto rari i casi in cui paga una trattenuta estrema in cui la lenza viene bloccata ma in quei casi anche con la bolognese bisogna sapere come comportarsi.

Strutture corte

L’utilizzo di una lenza aperta è prerogativa di quelle situazioni in cui la fluidodinamica del nostro spot va assecondata, ma come dobbiamo comportarci quando la corrente va dominata? La risposta è piuttosto semplice, anzi breve come le lenze che vanno costruite per far fronte a questa esigenza.

 

L’uso della torpille e del pallettone è quasi sempre obligatorio: questo a meno che non vogliamo mantenere un approccio a tutti i costi leggero nella presentazione anche estremizzando la trattenuta nella corrente più forte. I terminali non devono mai eccedere i 40 cm di lunghezza prendendo questo numero come la misura massima ma più spesso scendendo a 15-20 cm. Va detto ad esempio che pescando barbi con la lenza bloccata spesso l’uso di un pallino di diametro generoso a 3 cm dall’amo può essere un espediente da non sottovalutare. Ma tralasciamo per un attimo il barbo che merita un capitolo a se stante: vorrei catalizzare la vostra attenzione su quelle situazioni in cui la lenza va trattenuta forte tuttavia mantenendo una certa raffinatezza, stiamo parlando ad esempio della pesca di breme e gardon in correnti sostenute. Di seguito trovate due esempi di lenze molto simili nella costruzione ma con performance diverse che andremo ad analizzare.

 

Lenza a torpille

L’uso della torpilla se correttamente bilanciato alla corrente impone che la lenza sia ragionavolmente inclinata dalla torpille in giù, mantenendo un inclinazione più blanda sopra di essa. Questo consente di essere molto vicini al fondo con la massa principale della lenza in caso di trattenute molto forti (la torpille piò viaggiare anche a 4-5 cm dal fondo). In pratica  la spallinata attiva può essere completamente distesa davanti alla torpille, questa funge da terminale piombato; non ha più la funzione di tenere la corrente ma soltanto di tenere l’esca il più possibile bassa e radente al fondo. Un sistema di pesca del genere da la sicurezza matematica di essere a terra con l’amo e trasmette le abboccate in maniera decisa e visibile, è ottimale su pesci tipo il gardon dove il tremolio che in genere si ha su scalate normali diventa un affondata secca e visibile. Quando bisogna tenere il fondo a tutti costi e ci si può permettere di pescare a tiro di canna è tra i sistemi più precisi in assoluto.

 

 

Queste lenze hanno tuttavia un limite, molto spesso vanno sovratate perchè lavorino correttamente con il galleggiante inclianto ed immerso: questo nelle mangiate in starata è peggiorativo e la lenza funziona tanto peggio quanto più il finale è lungo. Il motivo è che lo spostamento dei piombi a valle della torpille non viene percepito dal segnalatore già correttamente tarato con la torpille.

 

Scalata corta

 

Questa lenza corta copia in parte le caratteristiche di una comune scalata da passata, soltanto che va utilizzata non tarando con precisione piombatura e profondità ma usando una lieve sovrataratura. Il fondo che va dato a questa geometria è tanto quanto basta perchè il primo pallino sia in terra con la lenza completamente inclinata. Delle volte è necessario usare un metro di fondo più di quello reale per avere una dinamica di lavoro corretta. Questa lenza è molto veloce nel tramettere la mangiata ma non si presta ad una pesca rilassata, la profondità e la trattenuta vanno adattate moltissimo alla forza della corrente e per questo la concentrazione richiesta è massima: ogni passata deve essere identica all’altra altrimenti il rischio è di trovarsi troppo alti con l’esca o dragare troppo vedendo delle false affondate.

Difficoltà a parte è il sistema più redditizio possibile pescando la breme a tiro di canna poichè consente una discreta immobilità dell’esca, un ottimo invito e una visibilità pressochè perfetta della starata. Questa è dovuta alla diffusione del piombo in eccesso lungo tutta la lenza e quindi alla maggior reattività del segnalatore agli spostamenti di tutto il piombo.

 

 

In breve

 

Le due situazioni analizzate rappresentano i due casi tipo di una situazione già di per se portata all’estremo (lenza bloccata... o quasi). Va detto però che se la fauna principale è rappresentata da pesci che hanno predilezione all’immobilità dell’esca (e non parliamo solo di breme e gardon ma anche di Pighi) i sistemi descritti sopra tornano utili per “girare a nostro favore” una giornata altrimenti difficilmente affrontabile alla maniera classica.


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