Tecniche

Light rock fishing

Di Marco Longinotti pubblicato il 10/05/13

La primavera è iniziata, o almeno così dovrebbe essere. Ma la realtà è che il tempo non ha ancora messo giudizio e le giornate di sole pieno rimangono episodi isolati tra giorni e giorni di tempo bruttarello, piovoso e freddino. Per non parlare del mare che sembra essere sempre un po’ troppo agitato, come chi parte con la spiacevole sensazione di avere dimenticato qualcosa a casa, senza riuscire però a capire che cosa.

In mezzo a tutta questa incertezza c’è solo un punto fermo: il Light Rock Fishing in un modo o nell’altro riuscirà a farci divertire. Certo il mare deve essere calmo o se non altro poco mosso, purché le acque risultino limpide quel tanto da permetterci questa tecnica.
E Light Rock Fishing sia! Ho fatto la prima uscita stagionale (ho un letargo lungo) con mio figlio Adriano in Liguria, più precisamente a Chiavari, in una zona dove si possono trovare delle scogliere artificiali posate da lunghissimo tempo e che sin dalla mia infanzia mi hanno regalato catture di ogni genere e con ogni tecnica.

La scusa, oltre alla voglia di uscire e vivere il mare, è quella di provare le nuove Mebaru Worms di Rapture, una serie di esche per il Light Rock Fishing sviluppate in Giappone e infine scelte in Italia nelle forme e nei colori più adatti al nostro mare.

Come si può vedere dalle foto i ghiozzi (o ghigioni come si chiamano in loco)  l’hanno fatta da padroni, con due esemplari di grossa taglia di ghiozzo testone che hanno piegato decisamente la vetta delle canne utilizzate durante la battuta, facendoci erroneamente pensare di avere catturato un bello scorfano.
Altri ghiozzi catturati sono stati dei paganelli, distinguibili per la prima pinna dorsale bordata di rosso e altri molto chiari, catturati numerosi anche se di piccola taglia sulle chiazze di sabbia prospicienti le loro tane, il cui nome non conosco.

Unica preda estranea alla famiglia dei ghiozzi un piccolo tordo maculato che non ha voluto mancare alla festa.
Il colore che ha dato più catture, specialmente durante l’azione di recupero più allegra per passare tra una tane e l’altra, è stato il Glowing Phantom, un colore trasparente con glitter e luminoso al buio che, specie nella serie Shirasu, deve proprio ricordare un piccolo gamberetto. Anche in altre occasioni, quando ho testato questo gommino mi è capitato di assistere a cacciate molto decise e “cattive”, soprattutto da parte dei tordi che, di solito, non sono propriamente degli assassini!
Per i ghiozzi, invece, specie in prossimità di tane e spaccature, il colore principe è stato il Glowing Pink, un colore pieno, molto visibile, che non passa inosservato. In questo caso la forma prediletta è stata il Kasago.


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