Tecniche

l'innesco vincente: polpo manovrato

Di Saverio Rosa pubblicato il 23/01/12

Grandi catture: Morto manovrato con cefalopode

Negli ultimi mesi un’ evoluzione della pesca a kabura, sta riscontrando un notevole interesse da parte dei pescasportivi di tutto lo stivale. Partendo dal concetto che un piombo colorato dotato di tentacoli sintetici in movimento istiga i predatori di fondale a predare un’esca che saltella sul fondale, si è arrivati a chiedersi se fosse possibile aumentare la catturabilità del kabura, sostituendo i tentacoli in plastica dell’ artificiale giapponese con tentacoli di origine biologica e più nello specifico tentacoli di cefalopode.

Durante gli scorsi anni sono stati molti gli appassionati di pesca con il kabura che hanno aggiunto, al ciuffo tentacolare dei loro polpetti di piombo e plastica, delle striscioline di calamaro comprato in pescheria, oppure dei tentacoli di polpo,seppia o totano.

Applicando queste strutture bilogiche aggiuntive ai nostri kabura, la catturabilità veniva notevolmente aumentata e così, i pescatori più esperti, hanno cominciato a porsi delle domande su cosa fosse accaduto se, l’intero ‘’artificiale’’ fosse stato foderato da un involucro biologico, odoroso e realmente commestibile per i predatori batiali.

Dalle conseguenze di tali riflessioni è nata la pesca con polpo morto manovrato.

Partendo dal concetto che un piombo armato di assist hooke e sapientemente posizionato all’interno di un polpo o un moscardino, è in grado di scatenare gli appetiti dei predatori bentonici, le modifiche e migliorie che ogni pescatore ha apportato ai propri strumenti di cattura sono state svariate. Chi scrive ad esempio, si fabbrica autonomamente i propri strumenti, stampa zavorre a forma di pera (non sferiche), e mai inferiori a 150 grammi di peso. Arma i suoi piombi con solo 2 assist hooke di misura mai inferiore al 4/0 e fonde i piombi in modo da avere a disposizione un monoblocco metallico che vede fuso, al suo interno, il cavo di acciaio inox destinato alla formazione delle asole di aggancio. Il cavo in questione, fuoriesce alle due estremità della zavorra a formare i due occhielli a cui attaccare il moschettone(all’ occhiello superiore) e gli assist hooke(all’ occhiello inferiore).

La lunghezza degli assisit hooke varierà in funzione del fondale, della grandezza dei molluschi utilizzati come esca e alle prede che vogliamo andare ad insidiare. Insomma 1000 variabili da valutare per riuscire ad ottenere il massimo dalle nostre uscite.

 

LE ATTREZZATURE

La pesca con polpo o seppia manovrata, soprattutto se volta alla cattura di grossi predatori di fondale, non ammette compromessi. Le attrezzature devono essere potenti, sicure e possibilmente leggere visto che l’intera battuta di pesca si svolge con canna in mano facendo compiere continui saltelli sul fondale al nostro polpetto armato.

 

Il Mulinello

La scelta dell’attrezzatura deve quindi cadere su mulinelli di ultima generazione e con frizioni in grado di gestire al meglio i possenti tentativi di fuga di cernie e dentici di fondale.

Potremo impiegare sia un mulinello a bobina fissa, sia uno a bobina rotante, a patto che questi possiedano le caratteristiche strutturali che fanno al caso nostro. Tra gli oggetti attualmente in commercio, chi scrive, si sente di consigliare il mulinello a bobina fissa chiamato EXCEED nella misura 7000…questo mulinello nasce per i combattimenti con pesci oceanici e presenta una potenza di frizione eguagliata solo dai classici e pesanti mulinelli rotanti  monoblocco per la pesca al tonno. L’ EXCEED è  un mulinello leggero e  in grado di stringere la frizione fino a ben 66 lbs(30kg)!!…un argano che non lascerà scampo ai nostri pinnuti.

Se invece il pescatore predilige i mulinelli a bobina rotante, dovrà andare a scegliere un mulinello tra quelli nati per il verticall jigging. Questi attrezzi presentano quindi la manovella e leva della frizione posizionate a sinistra per gestire al meglio tutta l’azione di pesca. Anche in questo caso dovremo optare per uno strumento di alta qualità. Chi scrive, utilizza il modello SEA LION della Maxel misura 10 LH, costruito in monoblocco alluminio, che presenta doppia velocità e che mette a nostra disposizione un max drag di circa 23 lbs.

I nostri mulinelli andranno imbobinati con del multifibre di libraggio compreso tra le 40 e le 60 lbs che vedrà, nella parte terminale, uno spezzone (shock leader) di fluorocarbon dello 0,70/ 0,80 di circa 4 metri.

 

Di seguito troverete il link video per imparare ad eseguire correttamente il nodo di giunzione tra shock e fluoro carbon:

 

https://www.youtube.com/watch?v=vsuwt7x220E

 

La Canna

La canna da scegliere dovrà essere potente, non troppo lunga (intorno ai 6 piedi andrà benissimo), anelata con pietre sic e di potenza intorno alle 20/30 lbs (sempre che i nostri obbiettivi siano dentici e cernie).

E’ chiaro che lo strumento dovrà essere di elevato pregio poiché dovrà possedere una schiena in grado di contrastare le fughe iniziali dei grossi pesci allamati, assicurare una buona riserva di potenza e vantare un peso contenuto. Chi scrive, pesca con la nuova WIND ROSE Pro Fighter 6’ nel libraggio di 20-30 lbs della ditta TRABUCCO.

 

 

 

HOT SPOT

In una pesca come questa che non prevede l’uso di pastura, la scelta della giusta zona, sarà di fondamentale importanza per il buon esito della battuta. Per andare ad insidiare dentici, cernie e prai, saranno perfette le zone di fondali rocciosi con batimetriche che oscilleranno tra i 25 e i 60 metri.

Sarà buona abitudine posizionarsi in prossimità di scarpate rocciose, meglio se l’ ecoscandaglio ci segnala presenza di piccoli pesci in prossimità del fondale. Il vantaggio di calare polpi interi come esca, sta anche nel fatto che ci potremo permettere di scendere su fondali che presentano una consistente presenza di boghe, occhiate, menole,  senza vedere compromessa l’integrità del nostro ‘’innesco’’. Qualsiasi altra esca, come vermi e sardine, verrebbe divorata e distrutta in pochi secondi dalla ‘’mangianza’’…ma non il polpo che, grazie alla sua coriacea consistenza, resiste allungo anche nel mezzo di affamate squadriglie di boghe e menole. La presenza di questi pescetti di ‘’mangianza’’ costituirà la nostra ‘’pastura naturale ’’ poiché sappiamo che, dove ci sono banchi di boghe, menole, piccole tanute e occhiate, sarà altissima la probabilità che, in zona, siano in caccia anche grossi dentici, cernie o prai.

 

Un hot spot incredibile per la pesca con cefalopode morto manovrato è rappresentato dai relitti.

I relitti da sempre sono domicilio di grosse cernie brune, gronghi, mustelle e capponi… tutti pesci che apprezzeranno la nostra esca e che non tarderanno ad avventarsi sul polpo saltellante, non appena questo entrerà nel loro campo visivo. Un ‘unica accortezza, quando si decide di organizzare una battuta di pesca su relitto con polpo manovrato, sta nel fatto di armare la nostra insidia con un solo assist hooke e di diminuire la grandezza dell’amo impiegato. Queste operazioni preventive minimizzeranno il rischio di rimanere ferrati sul relitto.

 

 

 

Scienza e Pesca: Acquistare molti polpi per contrastare il problema dell’osmosi e la pressione idrostatica.

 

Pensare di poter affrontare un’uscita con questa tecnica disponendo solo di 4 o 5 polpi da innescare è quanto di più sbagliato si possa fare.

Abbiamo detto che il polpo resiste alla ‘’mangianza’’ e quindi viene da ipotizzare che ,difficilmente, ci dovremmo trovare a sostituire l’innesco se non dopo un ‘avvenuta cattura…SBAGLIATO! Ricordiamo che, la nostra azione di pesca, si espleterà su un minimo di 25/30 metri e il polpo che andremo a calare sul fondo sarà morto e dovrà avere a che fare con pressioni decisamente superiori rispetto a quelle del punto di partenza da cui viene calato in mare (cioè dalla superficie).

Il fatto che il nostro cefalopode non sia più in vita,  fa si che vengano meno tutti quei meccanismi cellulari atti a mantenere il giusto equilibrio osmotico intracellulare del mollusco. Le cellule del polpo in vita, automaticamente, attraverso la regolazione dei flussi membranali, gli permettono di mantenere un giusto equilibrio e turgore delle sue strutture anatomiche facendo si che, il cefalopode vitale, resti morbido e sinuoso nei movimenti.

Un polpo morto, senza quindi nessun procedimento fisiologico di regolazione dei flussi, trovandosi a una pressione di 3-4 atmosfere e in acqua salata, va in contro ad un rigonfiamento progressivo dovuto ad un imponente flusso di liquido che penetra all’interno dei suoi tessuti. La trasformazione della nostra esca, dopo appena 5 o 10 minuti di azione in profondità, sarà notevole e ben visibile. Il polpo risulterà gonfio e assumerà una consistenza eccessivamente turgida che ne limiterà la fluidità di movimento compromettendo l’attrattività nei confronti dei predatori.

Sarà quindi di vitale importanza disporre di più inneschi che ci permettano di sostituire l’esca quando questa apparirà troppo rigida, turgida o deformata. Ricordate quindi di portare con voi almeno 15/20 polpetti prima di salpare per le nostre battute di pesca!

   


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