Itinerari Estero

Lucci Austriaci con la Mosca

Di Stefano Luccacchini pubblicato il 05/09/10

Il Luccio è uno dei più grandi ed interessanti predatori autoctoni delle nostre acque interne raggiunge dimensioni interessanti anche fino ai 150 cm, si presenta con un corpo allungato , la pigmentazione verde bruno, una linea laterale ben visibile ed ha una grossa testa con una  grande bocca dotata di robusti denti. Il suo habitat sono le acque a lento decorso o stagnanti e vive nei pressi dei canneti e degli erbai o sul fondale . Mimetizzandosi grazie ai suoi colori, il Luccio attende  fin quando non percepisce la presenza di una possibile preda  (pesci,roditori, piccoli uccelli o anfibi) aiutato dalla sua buona vista e dalla marcata linea laterale e  a  questo punto  sferra un violento e fulmineo attacco.

Spot ed attrezzature

Ci troviamo in Austria e per l’esattezza  in un piccolo lago gestito dalla famiglia Gargantini dell’ Aktiv Hotel, la quale oltre alle varie riserve di pesca su fiumi importanti come Drava, Gail ecc. dedicate alle varie tecniche di pesca, ha deciso di organizzare un’ulteriore attrattiva per i suoi clienti, una piccola oasi lacustre dove poter insidiare il diffidente e affascinante luccio. Il lago è quasi cinque ettari ed è pescabile per circa i suoi 3/4 da riva, anche se il belly boat rimane l’alternativa migliore per sondare i sottoriva ricchi di vegetazione semisommersa, canneti e habitat ideale del vorace predatore. Le notizie dei vari pescatori che hanno testato questo spot  ci confermano una ricca presenza di lucci la cui taglia varia dai due chilogrammi fino ad esemplari che superano abbondantemente i 10 kg, insidiabili sia  con la tecnica dello spinning che con la mosca. Io Massimiliano affronteremo queste acque dal belly boat e naturalmente con la nostra attrezzatura da mosca. La mia attrezzatura è composta da una canna 9’ per coda 7 ed una 9’ per coda 9, la prima abbinata ad un mulinello large arbour  con una  Bass Taper WF 7 Floater , la caratteristica di questa coda è quella di avere un Belly molto pronunciato utile a permetterci di proiettare agevolmente i voluminosi streamer,  la seconda ad una coda intermedia del 9, le caratteristiche di questa coda sono quelle scendere lentamente e quindi, vista la non elevata profondità del lago sondare i vari strati d’acqua. I finali usati sono molto semplici, uno spezzone di monofilo dello 0,50 di circa 1 metro al cui termine andremo ad eseguire un ‘asola a cui connettere il cavetto di acciaio, altrimenti 80 cm dello 0,50 e 30 cm dello 0,40 sempre con asola finale.  Solitamente munisco ogni mio streamer di uno spezzone di cavetto di acciaio termosaldante di una lunghezza di 12-15 cm , con un estremità fissata direttamente all’occhiello dell’amo e l’altra terminante con un ‘asola in modo da poterlo connettere con il sistema loop to loop al finale. Per gli streamer ho optato per imitazioni montate su ami  2/0 – 4/0 e 6/0 costruiti con i le fibre Puglisi e dotati di codine  in streap di coniglio o con  le ormai testate wiggle tail ideate dall’amico Paolo Pacchiarini, che oltre ad essere molto attrattive per il loro movimento creano delle vibrazioni che stimolano l’aggressività del luccio.

TECNICA DI PESCA

Per effettuare questo tipo di pesca non importa essere dei lanciatori eccezionali ma bisogna avere una buona padronanza della doppia trazione che ci aiuterà a portare il nostro streamer alla distanza desiderata. Cominciamo ora a sondare il lago in cui svolgeremo la battuta di pesca.  Iniziamo  lanciando nel sottosponda nelle zone ricche di vegetazione di tronchi sommersi e o massi, habitat ideale del luccio, da dove ben mimetizzato può sferrare il suo attaco all’ignara preda, in questo caso alla nostra imitazione arrivare . Il recupero deve essere abbastanza lento a volte alternato da recuperi più veloci con pause a simulare un piccolo pesce in difficoltà. L’importante in questo tipo di pesca è la pazienza , il luccio non insegue a lungo la sua preda , infatti  dopo alcuni metri desiste, quindi saremo costretti a lanciargli lo streamer proprio sotto il naso, e qui è la nostra esperienza che ci indicherà il possibile rifugio del  nostro pesce.
L’attacco è fulmineo ed il combattimento non è dei più semplici , infatti il Luccio non si da per vinto facilmente lottando con tutte le sue forze fino all’ultimo,lo vedremo saltare fuori dall’acqua, cambiare repentinamente  direzione insomma un pesce capace di regalarci grandi emozioni.
Un consiglio che vi vorrei dare è di portare con voi un boga grip che vi aiuterà a salpare il pesce senza arrecargli alcun danno e a salvaguardarvi da eventuali ferite provocate dai suoi denti . Il luccio è uno dei pochi pesci che risente moltissimo dello stress da cattura quindi consiglio di maneggiarlo con cautela e riossigenarlo ben bene prima di ridargli la giusta e meritata libertà.

CONCLUSIONI

Avvicinandosi per la prima volta alla pesca del luccio, non è difficile scoraggiarsi, ma se avremo la costanza di insistere saremo più che ripagati dei nostri sforzi, basta vedere le catture fatte in questa nostra uscita di pesca, in cui ci hanno accompagnato Alberto e Francesco Gargantini, ottimi pescatori e guide di pesca, alcuni lucci di oltre di quattro chilogrammi e molti   il cui peso si aggirava intorno ai due chilogrammi. Per chi volesse visitare le riserve gestite dalla famiglia Gargantini e o pescare nelle acque di questo lago può trovare informazioni più dettagliate sul sito internet www.trophyclub.it    o telefonare ai seguenti numeri Adriano 0043/6645307670  Alberto 0043/6641736341

 

 


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