Itinerari Estero

Maio Fishing Club, ritorno al passato

Di Roberto Ripamonti pubblicato il 15/12/10

 

Quando Fulvio Monticone aprì il leggendario Centro di Pesca della Graciosa (Isole Canarie) io ero un giovane surfista legato ad alcuni personaggi del momento che mi facevano da guida. All'epoca il nostro gruppo, due e tre volte l'anno costruiva un evento di pesca estero chiamato "Le Grandi Prove" in cui mettevamo sotto la lente d'ingrandimento, accessori da pesca che le aziende volevano testare in condizioni davvero estreme. In quell'occasione conobbi Fulvio e sin dal primo istante, nacque una sorta di intesa spontanea e di amicizia che , man mano si è consolidata. Va anche detto che il confronto dei mie compagni di pesca con un uomo della cultura ed intelligenza di Fulvio era davvero ingeneroso. Tutto fu reso più  facile da una situazione in cui gli altri due membri del mio gruppo combattevano una guerra interna a dimostrare chi era il vero capo mentre, Monticone ed io pensavamo a divertirci. Ed infatti , ci divertimmo molto a pesca (squali, saraghi, palombi, razze da sogno) e nel tempo "libero". Divenni un ospite fisso di Graciosa per circa 6 anni trascorrendo almeno 5-6 mesi in quell'isola. Poi le vicende della vita m portarono in altre aree del mondo e per un po', persi di vista Fulvio salvo poi incontrarlo nuovamente a Giardini della Regina a Cuba. Ma quell'esperienza fu unica e mai più ripetuta perché i miei impegni professionali con le acque interne erano talmente tante da non concedermi spazio per "vacanze" al mare. Da qualche anno, le cose sono nuovamente cambiate e il mio ritorno di fiamma verso il mare ed il surf è cosa oramai consolidata. Da qui, la decisione di dare ascolto al grande vecchio della pesca sportiva nazionale, il CT per eccellenza Carlo Chines che da un paio di anni mi magnificava le qualità dell'isola di Maio a Capoverde. Squali importanti, possibilità di pesca esagerate e conseguentemente, filmati da sogno. Mancava soltanto lo spunto per poter veramente partire e godersi qualche giornata di pesca quando, finalmente, tutto si è materializzato.

 

Raggiungere Maio.

Tutta l'organizzazione è nata grazie al supporto fondamentale della famiglia D'Olivo ovvero Italcanna che ha deciso di aiutarci nelle fasi organizzative e di supporto cogliendo così l'occasione  per permetterci di provare una nuova canna disegnata appositamente per le esigenze del surf estremo. Altra pedina fondamentale in ogni istante della nostra esperienza è stata la padrona di casa del Maio Fishing Club ovvero Michela Malossi, sempre attenta anche nei minimi dettagli per garantirci quei collegamenti aerei e i pernottamenti nelle varie tappe del nostro viaggio.

I collegamenti con Maio dall'Italia al momento non sono ancora eccellenti per cui bisogna metter in conto di viaggiare centrando la coincidenza aerea per Praia (la capitale dell'Arcipelago) via Lisbona ed un ulteriore volo interno per raggiungere la destinazione finale, Maio. Fino a qualche mese fa, tutto questo era reso assai difficile perché la locale TACV e la Capoverde Express non garantivano un servizio continuo mentre oggi, la Halcyonair riesce a coprire egregiamente le esigenze di chi vuole arrivare prima sull'isola. Sta di fatto che nel nostro caso, il pernottamento a Praia, necessario per prendere la coincidenza è stato organizzato da Michela in modo impeccabile a partire dal trasporto che ci aspettava con tanto di cartello all'uscita dello scalo. Viaggio lungo, non troppo faticoso per il gruppo formato da chi scrive, Lucilla (moglie del sottoscritto)  l'ottimo Gionata e le sue telecamere. Lo spunto era dato dalle riprese del nuovo programma per Sky "caccia e Pesca" "Surfcasting adventures" di cui abbiamo iniziato i lavori.

Sta di fatto che finalmente arriviamo a Maio e dopo tantissimi anni, posso riabbracciare il mio vecchio amico Fulvio che, nonostante l'età oramai veneranda (scherzo) è sempre in forma strepitosa. Sono passati lustri ma, sin dal primo minuto è come fossero passati giorni segno che la vecchia amicizia è rimasta semplicemente sospesa ed il tempo no l'ha minimamente intaccata; cosa rara che ho il privilegio di vivere con questo grande angler! In cinque minuti siamo a casa, prendiamo possesso delle splendide camere e via; si parte per la pesca condividendo una serie di sessioni con Umberto Borgioli (grande angelr ed ex CT della Nazionale di surf), Carlo Chines (24 anni da CT delle nazionali di pesca al colpo), Angelo Sorti (pezzo di storia della Nazionale di pesca al colpo e papa di Luigi, nazionale) e le eccellenti guide Mamadou e Muthola. Una allegra brigata che si fionda in compagnia della mia Lucilla a conoscere la prima delle mille spiagge di Maio; ha inizio la pesca!

 

Giorno 1. La messa a punto

Iniziamo questa prima sessione su una spiaggia a sud est dell'isola e per un attimo mi sembra di essere nella vecchia Sardegna visto che dietro di noi vi è uno stagno. La spiaggia è profonda, il mare è possente e l'onda è bellissima. Cominciamo a pescare lungo due linee guida; surf a mano per prede piccole (ombrine e saraghi) e pesante per gli squali. In pochi minuti cominciamo a lanciare e portare in secco pesci che farebbero la felicità dei surfisti italiani; mormore, saraghi, ombrine e capitain (giant threadfin fish) tutti di circa 200-300 grammi che finiscono nella vasca del vivo mentre le canne da squalo vengono approntate. L'unico limite sta in un calo di temperatura che potrebbe aver rallentato la presenza dei predatori sotto costa ma, tentare non nuoce visto che fino a qualche giorno prima vi erano stati strike spaventosi. Ma non è la serata giusta anche perché noi abbiamo sulle spalle 24 ore di volo e l'idea di aspettare il culmine di marea non è ancora nelle nostre corde. La sessione finisce senza colpi di scena ma la consapevolezza di essere stati su una spiaggia dal potenziale spaventoso, cosa confermata dall'ottimo Umberto che ne è profondo conoscitore. Ma l'attenzione è tutta concentrata sul riprendere le forze e prepararci alla avventura totale della vera prima giornata di pesca che sarà dedicata ad un posto speciale per prede... speciali; gli squali.

 

Giorno 2. Strike.

Di buona ora arriviamo in una spiaggia enorme per metà fatta di sabbia e per l'altra, di pietra. A colpo d'occhi mi sembra di essere tornato  nel reef di Sal dove pochi mesi prima avevo catturato un lemon shark sui 50-60 kg proprio davanti alla telecamera di Gionata. Qui le dimensioni della zona di pesca sono molto più ampie e la tecnica che viene utilizzata è quella tipica della pesca d'attesa rispetto alla caccia a vista che avevo fatto a Sal. Le attrezzature sono al massimo che oggi è possibile disporre ed in particolare, possiamo finalmente mettere le mani sulla Italcanna Maio disegnata dall'azienda toscana con la consulenza di Umberto Borgioli. Si tratta di una due pezzi con pompa dotata di crociera per permettere la pesca con mulinello alto così come con il South cast e cintura. L'azione è tale da ammortizzare le fughe e le terribili testate dei pesci che, in queste zone, superano i 140 kg. I mulinelli vanno dal mio Shimano Torium 50 passando per un Everol modificato da 50 libbre fino a Shimano Tyrnos 20 libbre. I mulinali sono caricati da nailon 075 mm oppure trecce da 110 libbre. I finali sono tutti in acciaio da 175-200 libbre collegati ad un leader da almeno 20 metri del 120 con girelle sampo da 250 libbre. Per farla breve, un setup tremendamente pesante ma,  necessario,  per avere la meglio su pesci dalle dimensioni impossibili altrimenti.

Le esche sono altrettanto grandi visto che iniziamo con tonnetti da 1 kg morti in attesa che arrivino pesci pappagallo da 1,5 kg.

La tecnica di pesca è semplice.... si entra in acqua (!!!), ci cammina con l'acqua alla vita per 200 metri e quando l'acqua è al limite per poter lanciare si catapulta l'esca a 20 metri da noi (di più è difficile) e si torna indietro. Tanto gli squali sono li che aspettano al punto che Umberto non fa tempo a tornare indietro di 30 metri che gli parte quasi la canna di mano e il mulinello inizia a sbobinare. Primo strike dopo nemmeno due minuti di pesca e combattimento davvero breve ed intenso con il buon Borgioli sbatacchiato tra le onde a rischio di andare sotto almeno fino a quando il finale tocca una roccia e la treccia si rompe. Anche per un angler della eccelsa qualità di Umberto c'è poco da fare a testimoniare delle dimensioni di queste prede.

Passano pochi minuti e finalmente  tocca a me. Sono vicino alla canna a chiacchierare e Gionata vede la cima flettersi e il mulinello fischiare; corro, ferro e inizio a ... correre dietro al pesce che parte a razzo sbobinando filo a velocità supersonica. In pochi secondi mi accorgo di essere in mezzo all'acqua , già mezzo fradicio e in leggero affanno ma questo è solo l'inizio visto che la faccenda durerà circa 40 minuti di riprese, momenti di crisi alternativi ad altri di pura preghiera perché i nodi tengano e l'amo non sganci. Incrocio le dita e tiro come un pazzo ed alla fine Mamadou mette la cima attorno alla coda dello squalo e dun urlo liberatorio esce dalla gola di tutti noi! Filmato strepitoso in cassaforte e preda che ora voglio fotografare, toccare e liberare. Si tratta di un classico Lemon Shark (Negaprion Brevirostris) maschio di oltre 2 metri ed un peso difficile da stimare. Non lo squalo più grande che io abbia mai preso (quello è un record che mi rendo conto sarà difficile da battere)  ma certamente tra i tre più grandi della mia esperienza.

Fatte le foto e il filmato, lo lasciamo andare e finalmente mi rilasso perché dopo gli stenti della sera precedente ora vediamo tutto con grande ottimismo. Ma non è finita qui perché tocca nuovamente alla canna di Umberto ed ad un secondo combattimento pauroso. Umberto ha il controllo pieno della situazione e la preda sembra inizialmente docile per poi esplodere in fughe tremende che allungano il combattimento  fino alla soglia dei 40 minuti.

Alla fine, ancora una volta c la cima finisce legata sulla coda e vediamo che si tratta di un esemplare femmina di lemon davvero grande, molto sopra la soglia dei 100 kg con una pancia molto prominente che la rende davvero massiccia. Foto ricordo, commenti e schiamazzi concludono una giornata in un posto indimenticabile dove vorrò tornare senza pressioni televisive e per il puro gusto di vedere dove posso arrivare con una canna da pesca in mano. Quella è la spiaggia giusta e ciò che abbiamo vissuto è davvero i surf casting estremo!

 

Giorno 3. Si surfa leggero.

Dopo gli immensi sforzi della giornata appena descritta, tutti noi avevamo voglia di qualche cosa di  molto più rilassante anche per poter vedere altre zone di questa isola dei pirati. Maio infatti potrebbe essere la leggendaria "Isola del Tesoro" di Stevenson. In realtà la storia parla di isola caraibica ma, se guardiamo la mappa dell'isola raccontata e la giriamo dalla parte opposta del foglio troviamo esattamente la mappa di....Maio! Sta di fatto che ci ritroviamo in una spiaggia immensa esposta ad ovest; una distesa chilometrica di sabbia immacolata battuta da onde e risacca magnifiche. Ecco un altro luogo da sogno per il surf anche se il vento alle spalle è fastidioso e spiana il mare. Peschiamo schierati e le catture si moltiplicano sebbene manchi il pezzo di taglia. Saraghi, mormore, lecce stella e piccoli Jack Crevelle arrivano generosi ad ogni lancio per poi tornare in acqua....tranne qualche sfortunato che invece finisce sull'amo..come esca. Trascorriamo due ore ma le catture non soddisfano per cui, cambiamo spiaggia e ci spostiamo in una insenatura piccola chiusa lateralmente da roccia dove vivono milioni di saraghi! Le solite due canne pesanti finiscono con il vivo a centro spiaggia mentre noi ci dedichiamo a prede più tranquille sperando nel paragone da chilo che, tranne in un caso, non si farà vedere. In compenso arriva una moltitudine di Giant Threadfin fish (Capitain o Barbo), Biche (Gorean Snapper), murene e un paio di splendidi African Pompano. Giriamo un bel filmato dedicato a coloro che non vogliono rischiare le coronarie sugli squali e torniamo a casa per gustarci una delle magnifiche cene che Michela e la sua truppa, ci offrono tutte le sere. Un momento davvero magico credetemi.

Alla fine dei conti, abbiamo surfato leggero, preso centinaia di bei pesci anche se non è arrivato il Jack che speravamo di prendere ma alla fine; che importa?

Giorno 4; sfida alle lampughe.

Maio ha un molo di circa 300 metri che entra in mare aperto dai quali è possibile pescare tutto inclusi tonni, carangidi e soprattutto, immense lampughe. Questi sono esattamente i periodi delle mangianze che schiumano il mare per chilometri. Si arriva prima dell'alba mezzi rimbambiti dalle libagioni della sera prima (ottimo il vino locale bianco, tremendamente forte quello rosso....) e ci si prepara alla pesca montando finali dello 0.80mm con amo doppio per innesco di ballyho oppure di trancio di tonno. In testa si mette un octopus e si attende l'arrivo della sarabanda. Non appena si vedono i locali armati di lenza a mano, correre e gridare, si deve fare lo stesso e lanciare a casaccio la dove lanciano loro. La differenza è che "loro" hanno già visto i pesci mentre noi, ancora no! L'inizio è traumatico con un bel 7-0 per le lenze a mano ma poi, piano piano le cose si rimettono a posto ed arrivano soddisfazioni anche per noi. Le lampughe sono spettacolari, enormi e producono salti incredibili. Purtroppo finiscono raffiate ed è un peccato ma, saranno la cena di tanti locali per cui ce ne facciamo una ragione e dopo qualche imbarazzo iniziale, ci mettiamo a correre e gridare anche noi. Divertente anche quando i locali ti gettano la loro lenza a mano sulla tua che è tesa allo spasmo sotto la trazione di una lampuga da 10 kg. Verrebbe da frullarli in mare ma poi pensi che è un gioco e lasci perdere. Tanto sei a Maio, nel paradiso della pesca e questi pesci li puoi prendere quando vuoi se hai le cose giuste. E adesso so esattamente cosa farò quando tornerò nell'Isola del tesoro a trovare Fulvio, Michela e il Maio Fishing Club!

 

Ringraziamenti

E' doveroso ringraziare Italcanna e la famiglia D'Olivo per lo straordinario supporto offertoci per il viaggio e le attrezzature (davvero superbe). Ci tengo a ringraziare Umberto Borgioli perché è stato infaticabile e prodigo di consigli tecnici. Analogamente , grazie a Carlo Chines che ha fortemente voluto questa spedizione. Di Michela Malossi ho già parlato; la sua gentilezza e capacità è pari alla sua avvenenza. Termino con un vecchio amico sincero che ritrovo dopo tanto; il buon Fulvio con il quale il tempo insieme è sempre troppo poco.

per info su Maio consulta i siti: www.maiofishingclub.com o www.fishingparadise.it


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