Di redazione pubblicato il 29/07/19
Sicuramente uno tra gli aromi più antichi impiegati nella pesca sportiva è l'anice. Ricordo con affetto già da bambino quando scendevo giù in dispensa nel laboratorio di mio padre per andare a prendere l'anice che veniva impiegato per alcune ricette di dolci. A me, invece, serviva per aromatizzare la polenta per pescare carpe e tinche. La polenta veniva miscelata con questo prodotto ed il risultato era un impasto molto dolce destinato alle difficili carpe selvatiche che popolavano e popolano ancora oggi le acque del piano. Un aroma molto attraente, dolce quanto basta per stimolare l'olfatto dei ciprinidi in genere, infatti, seppure l'obiettivo principale sono le carpe, anche i cavedani ne vanno ghiotti. Aprendo la confezione di mais pescaviva all'anice, immediatamente vengo catapultato indietro nel tempo, tornando all'epoca di cui vi ho parlato. Un aroma semplice, adatto ad aromatizzare un'esca antica quanto la pesca, in questo caso, il mais è stato sottoposto a procedimenti ben precisi e rigidi per ottenere un risultato di qualità con chicchi selezionati, adatti sia alla pasturazione che all'innesco. L'odore di anice dei tempi che furono è qui, chiuso in queste confezioni...
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