Tecniche

Maledetta primavera

Di Roberto Granata pubblicato il 06/05/10

Non è solo il titolo di una bella canzone, ma anche l’aggettivo che meglio definisce, parlando di pesca al bass, quelle “strane” primavere che, un tempo eccezione, stanno diventando in questi ultimi anni la norma. Vediamo più nel dettaglio cosa succede.

ANNATE PAZZE
Fino ad una decina di anni fa (all’incirca), la primavera aveva, almeno in parecchie zone d’Italia, un decorso abbastanza “standard” ed un manifestarsi più anticipato rispetto all’attuale. Febbraio rappresentava molto spesso l’inizio di tangibili cambiamenti, con giornate dal clima già gradevole che via via, in Marzo, si facevano sempre più tiepide, se non già piuttosto calde. Tutto ciò scatenava i primi temporali (vera manna dal cielo per i bass e non solo), dopodiché tutto tornava, in pochi giorni, alla situazione precedente. Un inverno posticipato, ma soprattutto sbalzi di “situazioni meteo” molto diverse, se non opposte fra di loro, era un’eccezione. Ora il tutto sembra essersi ribaltato, con le situazioni appena descritte a farla da padrone è la primavera “normale” che diventa un’eccezione piuttosto rara, se si escludono microclimi particolari e relegati ad aree ristrette. Tutto ciò porta la fauna ittica, e con essa i black di cui volevo parlarvi, a cambiare per forza di cosa il loro modo di vivere ed i loro comportamenti nel periodo in oggetto.
Vediamo come.

    LE FASI DEL BLACK
In più di un’occasione ho scritto che il “calendario” del black, dal suo “risveglio” primaverile all’autunno, poteva essere suddiviso in quattro fasi: 1) I primi tepori di fine inverno-inizio primavera, che coincidevano con l’inizio della sua “attività” in modo non occasionale. 2) Il pre-frega e la frega vera e propria. 3) Il post-frega, ed il periodo caldo, fino ai primi indebolimenti di quest’ultimo. 4) Dalle prime avvisaglie d’autunno alla fine della sua “attività”.

Inutile dire che la prima fase era una delle più interessanti, anche e soprattutto per la taglia dei soggetti catturabili, peraltro con relativa facilità, senz’altro superiore a quella di altri periodi. Ma perché ho detto “era”? Proprio perché da diversi anni a questa parte, questa prima fase non si verifica, complice la primavera che non segue praticamente più il decorso che ha seguito per parecchi anni in passato. Il risultato di tutto ciò è un “passaggio” praticamente immediato, da parte dei black, dal semi-letargo invernale alla seconda fase sopra descritta, saltando completamente la prima.

Il blackman così ansioso di trovare pesci “vergini” dall’anno prima, che gironzola per lo stagno aspettando che l’inverno troppo posticipato finalmente finisca, si trova in pratica ad aprire le ostilità troppo avanti nella stagione, quando quest’ultima improvvisamente passa ad una situazione opposta (di stampo troppo estivo), avendo già e purtroppo a che fare con pesci apatici e diffidenti, spesso addirittura in piena frega dove, anche se il divieto non sussiste ancora, sarebbe meglio lasciarli in pace. In ogni caso, a parte quest’ultimo punto, non ci resta che adeguarci alla situazione e cercare di trarne il massimo profitto, consapevoli comunque che i risultati non saranno di certo paragonabili alla fase che, da diversi anni, sembra proprio “estinta” in non poche zone geografiche. In quale modo?

BOCCALONI “STRANI”
Questi black difficili e strani (ma in realtà costretti dalla natura a seguire questi atteggiamenti) ci impongono di essere altrettanto “strani”, o perlomeno duttili, a cambiare strategie, artificiali e modi di recupero (soprattutto) da un momento all’altro. Di norma si scorgono già a galla, anche in gruppi di tre o quattro individui, ma non è ancora il momento dei, peraltro divertentissimi, artificiali di superficie. Molto meglio affidarci a delle soft baits, in particolare ad imitazioni di vermoni, gamberi od esserini dalle numerose appendici scodinzolanti (tipo di Freaky Flip della Molix, tanto per fare un esempio). Con queste esche morbide abbiamo il vantaggio di rimanere sugli spot per tutto il tempo che ci occorre, con parecchie varianti di recupero. Ricordiamo che anche la variante apparentemente più insignificante può darci partita vinta quando fino ad un attimo prima, col medesimo artificiale, regnava il disinteresse più totale.
Vediamo ora alcuni esempi di recupero che, nel frangente in oggetto, hanno a volte risolto la situazione.
1)    Caduta a peso morto sul fondo: il black può seguire l’esca ed aspirarla una volta immobile sul fondo.
2)    Se la precedente non rende (il black si avvicina ma non “assaggia” l’esca) si può tentare una ripartenza piuttosto veloce ed a scatti irregolari.
3)    Se il boccalone non si decide ancora, le manovre fin qui descritte (cadute e ripartenze) si possono ripetere svariate volte, meglio se con ulterori varianti, durante il medesimo recupero.
4)    Effetto sorpresa: funziona chiaramente al primo lancio e più facilmente con black in gruppo.
5)    Quando si tenta un pesce in queste situazioni, il cambiare diversi artificiali (al momento giusto e con logica) non è affatto una follia.

COSA NON FARE
1)    Rumore.
2)    Farsi vedere e/o percepire.
3)    Dimenticarci della nostra ombra.
4)    Lanciare a caso, senza pensare prima di farlo.
5)    Dimenticare gli occhiali polarizzanti ed un cappellino con visiera.

Un pesce come il black ed un meteo un pò “pazzerello” impongono versatilità. E’ una concreta arma in più per divertirci con uno dei pesci da spinning più belli.


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