Tecniche

Mantua Feeder

Di Sabino Civita pubblicato il 03/07/14

 

Ci sono posti che rappresentano da sempre una meta praticamente obbligata per la maggior parte dei pescatori. E ci sono pescatori che hanno la fortuna, che si tramuta facilmente in pigrizia, i quali vivendo a pochi passi da fiumi, laghi o torrenti che entrano nel novero di quei “posti magici”. Io sono uno di quelli. Vivo tra Ticino e Po, attorno a me la campagna è butterata di cave, alcune anche selvagge, attraversata da canali e piccoli corsi d’acqua naturali, insomma, non devo certo far della gran strada per trovare dell’acqua con del pesce dentro.

E per questo, pur essendo lombardo, e pescando ormai da più anni di quanto mi piaccia ammettere, non era mai stato sui Laghi di Mantova. Se vado indietro con la memoria, ricordo – ed era almeno una decina di anni fa – che avevo progettato una pescata a Mantova con un caro amico, poi per motivi che non ricordo ormai più, la cosa era saltata. E adesso eccomi qui,con un altro amico, Roberto Maini, che di pesca ci vive e ci lavora (è agente Old Captain, e mi accompagna nella nuova avventura di riportare Browning sul mercato italiano), che è finalmente riuscito a portarmi fuori dal mio orticello fino al Lago di Mezzo di Mantova.

Mi affido quindi completamente a lui, che ci ha pescato spesso, per i fondamentali, a partire dalla pastura. Ci vogliono vermi, negli sfarinati, mi dice, per attirare e prendere le tante bremes e blicche (le “placchette”) del lago, che poi in fondo è il Mincio, e vermi anche sull’amo. E vermi ci vanno, nel mix 50% di Browning Dutch Danger Black Monster (nera, grana grossa, con aroma di vaniglia) e il restante 50% di Wild Black River (scura anch’essa, con melassa e PV1), insieme a bigattini e caster. Per mio conto, bagno anche una mezza busta di Dutch Danger Boombastic Bream, che di bremes dopotutto andiamo a pesca, sempre arricchita di bigattini.

Le sponde sono affollate di joggers, scolaresche in gita, mamme coi passeggini, ma anche di numerosi pescatori locali, chi a fissa, chi all’inglese. Per noi oggi è giornata di ledgering.

Da pescatore con un passato e un presente agonistico, Roberto si fa una montatura ligia alle regole delle competizioni, un pasturatore aperto (un Browning Open End Feeder da 20 grammi ) completamente scorrevole sulla madre lenza con 50 cm di terminale, io – che come sempre ho il trecciato nella bobina del mio Browning Xitan MF 940 - uso una montatura in power gum semi scorrevole per circa 10-15 cm e un terminale identico al suo, dello 0,14, ma un Browning UK Wire Feeder medium da 20 grammi come pasturatore.

Ci mettono un po’ ad entrare in pastura, i pesci del Lago di Mezzo, Roberto – che non è lento come me nel montare panchetto e canne – è già sul pezzo e comincia con qualche breme, io ci metto un po’, poi (anche grazie ad alcune dritte di un pescatore locale che di è fermato a chiacchierare) riesco ad ingranare bene, cambiando amo (un bel 12!) e innescando quattro-cinque larve, un boccone succulento che piace alle bremes del Lago di Mezzo. Tanto bene che più di una volta il Maini minaccia di tagliarmi il filo ad ogni pesce allamato! Un amo così grosso non è l’ideale per i pesci più piccoli, ma si rivela mortifero sulle bremes di taglia, che col 16 lisciavo una volta sì e una no.

Entrambi, dopo aver fatto qualche prova con canne più lunghe, peschiamo con canne da 11’: Roberto con la sua fida Black Viper Mk 11 in due sezioni, io con la Champion’s Choice Feeder in tre pezzi. Corte, comode e sensibili, visto che dopotutto non serve fare lanci lunghissimi. Io mi fermo sui 15 metri, Roberto invece pesca un po’ più in fuori.

Alla fine della pescata non è andata poi male, in mezzo alle bremes e alle blicche anche un paio di carassi ed un channle – ma nessuna carpa, e io un po’ ci speravo. Un simpatico anziano pescatore, che era lì proprio per quello, ci ha tristemente confidato che sono sempre meno, qui nel Lago di Mezzo, e anche i carassi sono sempre più rari, e il problema, tanto per cambiare, è il bracconaggio, e questo è triste. Dovremo rassegnarci, per il futuro, a pescare solo bremes?

Un ringraziamento lo devo a Roberto Gandolfi, che oltre ad aver scattato le foto che vedet, ha anche riempito un paio di schede SD di filmati. Il primo video targato Browning Italia, quindi, aspettatevelo a breve.

Mi è piaciuto pescare a Mantova? Mentirei se dicessi di no, Il lago è bellissimo, anche se ci ho preso troppe bremes e pochi altri pesci per i miei gusti, si tratta dopotutto di uno dei santuari della pesca sportiva in Italia, un luogo quasi mitico per i pescatori che abitano lontano dalla città dei Gonzaga (che anche da sola, vale il viaggio) e che possono pescarci solo a prezzo di centinaia di chilometri in auto. Ci tornerei, a pesca? Non lo so. O per lo meno non domani.  Ve l’ho detto, Ticino, Po, Naviglio Pavese e quant’altro mi ritrovo vicino, troppo vicino a casa mi hanno abituato così bene da farmi diventare pigro. Probabilmente pensano lo stesso i mantovani del Ticino. Con un posto così sotto casa, perché cercare altrove?

S.C.


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