Racconti

Matrimonio per colpa di una tinca

Di Ettore Melitto pubblicato il 05/03/17

A  metà luglio 1993 mi recai a pesca nel lago vicino a casa mia;. Lo sapevo da 2 anni che era li’ in una ansa del lago Repele una delle tanti piccoli invasi italici di collina in Val Chiusella. L’ avevo insidiata a mais, col verme colle boiles ed anche coi bigattini ma nulla. La vedevo passare con calma e nascondersi nella sua tana. Mi ero immerso anche col comlpleto da sub di mio cugino per vedere meglio quella grossa tinca.

Nel lago qualche volta  prendevo delle trote di immissione  colle varie tecniche ma Lei mi si aggancio solo la prima volta quando sapevo che non vi era; Pescavo  anche scardole e carassi col finale dello 0.10 e per Lei fù un gioco di ragazzi spaccare  il finale..

Era 3 kg abbondanti di sicuro e pure una rarissima in quel   lago come specie. Quel giorno riuscii’ a catturare 5 trote iridee di immissione . Dalla parte opposta una visione celestiale;  Mafalda compagna di scuola  al liceo di Ivrea di qualche anno prima ,ma non di classe, a prendere il sole  a un 40 metri in costume da bagno;  Era bellissima  con bel corpo e un viso piacevole!

La conoscevo di vista e basta a Lei mi saluto. Gli chiesi se voleva qualche trota da mangiare.  Attraverso il tratto di lago a nuoto e alla vista del suo seno andai un po’ in bambola visto che di sesso ne facevo poco a quei tempi. Mafalda ne scelse 2 delle 4 che avevo preso a spinning di cui due belle grosse.  

Si rivesti e mi disse “Ci vediamo fra qualche mese a scuola”. Lei studiava ragioneria  e geometra ma l’ istituto era lo stesso ..Non la vidi più per un po di tempo  dato che suo padre carabiniere aveva cambiato città di lavoro. L’ anno successivo ero sempre nello stesso spot deciso a prendere quella tinca. Presi di tutto fra cui piccolo luccio con un vecchio rotante   di manco un Kg.

Un giorno a casa di un amico la rividi; qualche chiacchera, un po’ di alcolici e Lei mi disse “L’ hai presa la tinca?”. Io negai e Lei “dopodomani vengo con te se vuoi e sono sicura che ti porterò fortuna. “Sei un ragazzo intelligente, simpatico e dall’ aria dolce ed è bello stare con te”.

La feci alzare alle 5 del mattino e partimmo per lo spot e decisi di usare la pesca fondo colla classica polenta e gorgonzola dopo 3 giorni di pasturazione preventiva . Posai

Le 2 canne da fondo vicino alla sua tana, la vidi in caccia e dissi a Mafalda  di non fare rumore; Il  pesce non si spavento ma abbocco alla mia lenza e si diresse verso la sua tana ma il possente 0.25 non gli dette scampo e giocandola un po’ coll’ antiritorno del mulinello (io non uso la frizione).

Ero quasi tentato di rilasciarla ma Mafalda mi disse “la mangiamo da mio cugino che proprietario del ristorante “Acquamarina”…..una risata la facemmo entrambi visto che la tinca era un pesce di acqua dolce. Alle 19 passai a prenderla ed il vestito era tutto un programma.

Mangiammo la tinca alle mandorle” ,bevemmo un a bottiglia di Erbaluce ed uscimmo. In mezzo al vicolo le nostre labbra si unirono…salimmo in auto ed andammo in vecchio fienile di proprietà di suo zio dove si tolse il vestito e tutto il resto e mi apparve uno spettacolo.

Purtroppo dopo un paio di mesi il padre si trasferi ed amen....Almeno cosi credevo ed invece il caso ci fece reincontrare in piazza dei miracoli a Pisa ed adesso siamo felicemente sposati.


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