Esche

Minnow fai da te

Di Iacopo Petrocelli pubblicato il 07/09/09

Per molti la pesca a spinning e la pesca a mosca sono da considerarsi strettamente imparentate, anche io sono di questo avviso, eppure c’è una prerogativa dei pescatori a mosca che mi ha sempre intrigato che è quella dell’autocostruzione degli artificiali. Prerogativa che si è persa nel passaggio allo spinning, tecnica che oggi viene messa in pratica dalla stragrande maggioranza dei pescatori utilizzando esche industriali, dalle metalliche ai minnows alle siliconiche. C’è anche da dire che costruire insetti artificiali non è come costruire pesciolini artificiali. Eppure esistono lanciatori che si dilettano nell’autocostruzione di esche da spinning, sia rotanti e ondulanti che minnows; in certi casi si tratta di veri e propri artigiani che con una manualità eccezionale realizzano delle opere d’arte che davvero nulla hanno da invidiare ai prodotti industriali. In altri casi sono semplici appassionati  di spinning e bricolage (come il sottoscritto) che, stanchi di lasciare artificiali sulle piante e quattrini ai rivenditori hanno intrapreso un po’ per gioco la via dell’autocostruzione. Per i minnows si utilizza soprattutto il legno ma c’è chi si cimenta con resine e materiali sintetici. Come avrete capito ce n’è davvero per tutti i gusti e chi ha tempo, attrezzi giusti, manualità e una buona dose di pazienza può davvero autocostruirsi cassette e cassette di artificiali, con buona pace del portafoglio. Queste in effetti non sono qualità e disponibilità che tutti hanno, ma posso assicurarvi che autocostruirsi un pesciolino di legno in poche mosse non è davvero una impresa impossibile e in questo articolo cercherò di dimostrarlo. In  tema di minnows poi c’è da dire che i pesci non guardano ai dettagli o alle marche, ma piuttosto al nuoto, ai movimenti, al colpo d’occhio d’insieme, e questo va solo a vantaggio dell’autocostruttore, purchè non sia una giustificazione per lavorare male. Ma adesso mettiamoci al lavoro!

Cercheremo di costruire un minnow sui 6-7 cm con paletta di profondità inclinata a 45 gradi, dalle colorazioni naturali, che abbia un utilizzo il più vasto possibile.

Una breve premessa deve essere fatta per ciò che riguarda il legno da costruzione. Tutto il legno è buono per questi lavori, eccettuato forse il legno troppo morbido. I legni più duri e densi sono più faticosi da lavorare ma danno risultati migliori, l’abete potrebbe essere una buona via di mezzo, considerato che si trova in qualsiasi negozio di fai da te ed è abbastanza facile da lavorare. Un listello o una tavoletta con spessore massimo di 1,5 cm andranno benissimo.

La prima fase (Figura 1) è quella di disegnare sul listello la sagoma di un pesciolino lunga 6-7 cm, potete ricalcarla con la carta calcante anche a partire da una foto di un minnow  esistente, purchè sia di profilo. La sagoma può essere anche molto stilizzata e potete anche disegnarla a mano libera. Un consiglio è quello di disegnare la pancia del pesce piuttosto piatta, questo aiuterà il vostro pesciolino ad avere un miglior assetto di nuoto.

La seconda fase (Figura 2) è quella di ritagliare la sagoma del pesciolino dal listello con l’aiuto di un seghetto da traforo (utilizzato soprattutto per tagliare il multistrato e reperibile in qualsiasi negozio di fai da te).

A questo punto si dovrà procedere a disegnare l’asse di simmetria dell’intero pesciolino tracciando lungo tutto il suo spessore una linea che lo divida esattamente in due metà (destra e sinistra). Questo ci servirà in primo luogo per eseguire il taglio ventrale (Figura 3), che dovrà passare proprio sulla linea di simmetria tracciata poc’ anzi. Questo taglio come vedremo dovrà essere opportunamente allargato poiché ospiterà l’armatura interna in acciaio del pesciolino e le piombatura. Può essere effettuato con un seghetto normale da legno tenendo semplicemente il pesciolino in mano o fermandolo su una morsa in modo che sia esposta la pancia. Non occorre, almeno in questa fase, approfondire troppo il taglio, ma è piuttosto importante che sia effettuato esattamente sulla linea di simmetria ventrale poiché altrimenti ne risentirebbe l’assetto di nuoto del pesciolino (Figura 3).

A questo punto inizia la fase di sgrossatura della sagoma ottenuta fin qui, operazione da farsi con relativa cautela (almeno le prime volte) posizionando la sagoma su di una morsa per poi iniziare a smussarla con una raspa da legno (Figura 5). Si deve cercare di togliere la stessa quantità di materiale a destra e a sinistra dell’asse di simmetria precedentemente disegnato; si inizia con lo smussare tutti gli angoli, poi si passa ad affilare il muso ed il ventre, infine la coda da cui si dovrà asportare molto materiale in modo da renderla affusolata. Il risultato alla fine della fase di sgrossatura è quello mostrato in Figura 6.

Un’altra fase cruciale è quella del taglio per il posizionamento della paletta di nuoto, ossia la paletta che permette ad ogni buon minnow di scodinzolare. Una rapida premessa consiste nel dire che le caratteristiche della paletta influenzano in maniera determinante il nuoto del nostro pesciolino: l’inclinazione rispetto all’asse bocca-coda, il punto di impianto rispetto all’anellino di connessione al filo, la forma e la lunghezza della paletta sono i fattori determinanti nel tipo di assetto finale. Un minnow che deve affondare molto avrà una paletta lunga, quasi parallela all’asse bocca-coda e impiantata molto vicina all’anellino di connessione al filo, uno di superficie invece ne avrà una molto inclinata, corta e impiantata indietro nella gola. Tornando al nostro pesciolino l’intenzione è di costruire una paletta sui 45 gradi rispetto all’asse bocca-coda, abbastanza lunga e tondeggiante, impiantata in posizione intermedia tra la gola e la bocca, in modo che assicuri al nostro un nuoto molto spanciato ed accentuato anche in acque mosse. Si deve quindi effettuare un taglio (Figura 7) con un normale seghetto circa mezzo centimetro all’indietro rispetto all’apice del muso, cercando di stare il più possibile perpendicolari rispetto al taglio ventrale (Figura 8) e di mantenere la stessa inclinazione (circa 45° rispetto all’asse bocca-coda) per tutto il taglio che dovrà essere un po’ più profondo dello scasso ventrale.

Si passa così alla fase di rifinitura del legno con l’utilizzo della carta vetrata, che andrà impiegata in misure crescenti, ossia da quella a grana grossa verso quella più fina (P80-P160-P220) in modo da ottenere una superficie abbastanza liscia (Figura 9).

La costruzione della paletta in plastica è una operazione molto semplice: la si ritaglierà da un contenitore per rullini di colore bianco opaco (qualsiasi fotografo ve ne darà gratuitamente quanti ne vorrete). Si procederà a tagliare con le forbici una fetta longitudinale della parete del contenitore, larga circa 1,5 cm e lunga quanto l’intero cilindretto dall’apertura al fondo. A questo punto sarà sufficiente stondare con le forbici a piacimento un lato della linguetta appena ritagliata e poi tagliarla pari dall’altro lato in modo da ottenere una paletta di una lunghezza complessiva di circa 2,5 cm, leggermente concava (Figura 10). Alla paletta così preparata dovrà essere effettuato un forellino con una punta di forbice abbastanza vicino al bordo, al centro del lato piatto (vedi anche Figura 11).

Veniamo all’armatura e a come costruirla. Essa è l’anima d’acciaio del minnow con la quale si va a costituire l’anellino di attacco per il filo e quelli di attacco per le ancorette. Questa troverà alloggiamento nello scasso ventrale eseguito in Figura 3. Il materiale con cui costruirla è l’acciaio armonico da 0,5 mm di spessore, materiale facilmente reperibile in rocchetti in tutti i negozi di bricolage. Staccato uno spezzone di acciaio armonico di circa 15 cm si forma l’anellino di testa del minnow con l’aiuto di una pinza a becchi (pinza con ganasce a forma di becco o a punta, usata dagli elettricisti e reperibile in qualsiasi negozio di bricolage o ferramenta). Dall’altro capo libero dello spezzone di acciaio si infila la paletta attraverso il forellino precedentemente praticato, facendo attenzione ad inserirla con la concavità rivolta in avanti; questo particolare darà al minnow un nuoto più accentuato (Figura 11). Si conclude così la parte posteriore dell’armatura eseguendo una piega circolare (Figura 12) (circa 3 cm più indietro dell’anello di testa) che, fuoriuscendo dal pesciolino, fungerà da attacco per l’ancoretta ventrale. Con il restante acciaio si costruisce l’anellino di coda in modo che sporga di un buon mezzo centimetro all’indietro (Figura 12). Si adagia così l’armatura all’interno dello scasso ventrale opportunamente allargato con carta vetrata e raspa, facendo attenzione a che la paletta si posizioni in maniera corretta e simmetrica all’interno del proprio alloggiamento (Figura 13). L’armatura deve essere contenuta completamente all’interno della pancia del pesciolino, eccezion fatta per i tre anellini che devono sporgere un po’. Posizionata così l’armatura si provvede prima a fermare la paletta al legno con colla cianoacrilica (Attak), quindi anche l’armatura stessa in testa ed in coda (Figura 13).

È conveniente posizionare in modo simmetrico all’interno della pancia del pesciolino un po’ di piombo (sferette, cilindretti ecc.), sia per migliorare l’assetto di nuoto del minnow sia, eventualmente, per ottenere un minnow affondante (Figura 14). La quantità di piombo da posizionare dipende poi dal tipo di legno che si utilizza: se si utilizzano legni molto densi (con grado di galleggiabilità scarso) come ad esempio Olivo, Castagno, Frassino, occorre non esagerare con la piombatura, se se ne utilizzano di poco densi come l’Abete occorre mettere un po’ più di piombo, soprattutto se si desidera un minnow affondante. La quantità di piombo da mettere nella pancia di un pesciolino non è cosa facile da stabilire in quanto diverse altre componenti entrano in gioco sul computo finale dei pesi rendendo difficoltosa qualsiasi valutazione,  l’esperienza è l’unica cosa che insegna in materia. Ad ogni modo se si desidera un minnow affondante occorre riempire tutta la pancia di piombo, da dietro la paletta fino alla coda. Il mio consiglio è di utilizzare sempre lo stesso legno in modo da fare l’occhio alla quantità di piombo da mettere, in questo modo si riesce col tempo e l’esperienza perfino a costruire dei suspending minnow. Il piombo deve essere fermato con della colla cianoacrilica (Attak) (Figura 14).

Il pesciolino così ottenuto deve essere stuccato in modo da coprire lo scasso ventrale e ricostruire il ventre. L’operazione non è complessa e la si ottiene utilizzando un normale stucco poliestere a spatola da metallo, prodotto venduto in quasi tutti i negozi fai da te o bricolage, si tratta dello “stucco da carrozzieri”(trattatelo con i guanti e non respirate i vapori). Il prodotto viene venduto con un attivatore che deve essere mischiato, prima dell’applicazione, con il quantitativo di pasta da utilizzare. La spatola per stuccare la pancia del nostro pesciolino dovrà essere stretta e lunga in modo da permetterci di lavorare su piccole superfici. Si prende una piccola quantità di pasta e la si sistema su una vaschetta di metallo, quindi si aggiunge l’attivatore e si mischia con la spatola. Da questo momento lo stucco è attivato e può essere applicato, fatelo in modo che penetri nello scasso ventrale senza preoccuparvi delle sbavature e non trascurate la parte del muso tra la paletta e l’anellino di testa. Il risultato al termine di questa fase e ben visibile in Figura 15. Lo stucco sarà essiccato e pronto per essere rifinito già dopo una ventina di minuti. Si procede alla rifinitura con l’utilizzo della carta vetrata, cominciando da quella a grana grossa per passare a quella più fine, asportando le parti in eccesso fino ad ottenere una superficie liscia ed un ventre rotondo come in Figura 16.

Il pesciolino così ottenuto può passare alla fase della decorazione dopo aver steso una mano di vernice di fondo o cementite opaca, esistono anche a base d’acqua e sono facilmente reperibili in tutti i negozi di bricolage (Figura 17). Per ciò che riguarda la decorazione vorrei dire che non occorre essere dei pittori per ottenere risultati buoni, come ho già detto i pesci non sono dei critici d’arte. Si possono utilizzare tutti i tipi di colori, dagli smalti, alle tempere, agli acrilici e con pochissimi colori si possono coprire tutte le situazioni (Oro, argento, nero, bianco, rosso, giallo). Per ottenere una livrea classica occorre fare un fondo abbastanza chiaro, sull’argento o sull’oro e spargerlo su tutto il pesciolino, quindi scurire questo fondo sulla tavolozza con l’aggiunta di nero e spargerlo sul dorso del minnow. Per sfumare i due colori sarà sufficiente utilizzare la punta del pennello come se fosse un tampone lungo la linea dello stacco. A questo punto non resta che fare i dettagli, cosa che può anche ridursi a pochi tratti. Gli occhi si dipingono facilmente: un cerchio giallo, rosso o argento, (eventualmente di carta stagnola argentata o dorata fermata con della colla vinilica), con un pallino nero nel centro fatto col pennello. Si possono dipingere gli archi branchiali, o ancora le pinne, screziature della livrea o pallini, insomma ci possiamo sbizzarrire se questo ci diverte, purché siamo consapevoli del fatto che questo non influirà sul numero delle catture (Figura 18).

La fase finale è quella della verniciatura a lucido che donerà al nostro minnow un aspetto gradevole e lo proteggerà dall’acqua. Purtroppo le classiche vernici lucide da barca (Coppale ecc.) non resistono nel tempo ed ingialliscono. La vernice da utilizzare è il Vetrificatore per Parquet, che si trova anche a base di acqua e che è abbastanza facilmente reperibile nei negozi di fai da te e bricolage; seppure sia un po’ caro un solo barattolo vi permetterà di lucidare migliaia e migliaia di minnow. Applicatene 5 o 6 mani a distanza di almeno un’ora l’una dall’altra per immersione, direttamente dentro il barattolo. Dopo 24 ore dall’ultima mano il vostro pesciolino sarà pronto per sfidare i predatori più disparati (Figura 19).

Se in fase di utilizzo il pesciolino dovesse mostrare un nuoto difettoso e tendesse a piegarsi vistosamente su un fianco si possono fare delle correzioni in extremis: piegando delicatamente con una pinza verso destra o sinistra l’anellino di testa (se la paletta è posizionata correttamente) dovremo riuscire a correggere queste piccole anomalie.

Vedrete che l’entusiasmo che si prova a fregare una bella trota con il primo minnow autocostruito sarà lo stimolo a provarci ancora e ancora. In bocca al pesce grosso!


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