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Minnow fai da te (2° parte) - GLI SNODATI

Di Iacopo Petrocelli pubblicato il 03/07/10

Sulla scia del mio precedente articolo (“minnow fai da te”) sulla autocostruzione di artificiali, in cui avevo trattato della costruzione di un minnow slow sinking da “tutto campo”, vorrei ora ampliare la questione prendendo in considerazione i jointed minnow ossia, per dirla all’italiana, gli snodati; d’altronde, qualsiasi buon lanciatore sa quanto l’utilizzo dei jointed, in due o più pezzi, sia determinante per stimolare taluni predatori all’attacco, soprattutto per smuovere pesci intorpiditi o particolarmente smaliziati. La caratteristica degli snodati è infatti quella di avere un nuoto molto sinuoso ed adescante, efficace già a bassa velocità di recupero, ma anche molto plastico, concedendo largo spazio a recuperi più o meno intervallati da brevi soste o lievi colpi di canna. I jointed minnow si trovano in commercio tanto provvisti di paletta di profondità che di tipo lipless, quest’ultimo tipo risulta interessante per la grande varietà di recuperi che permette di effettuare dal momento che la sua azione di nuoto non è rigidamente impostata dalla presenza di una paletta, il che, d’altra parte, ne limita l’utilizzo in caso di acque molto profonde.

Ma veniamo all’aspetto pratico dell’autocostruzione di questo tipo di artificiali. I materiali, le tecniche e gli attrezzi utilizzati sono gli stessi che ho proposto nel precedente articolo e per questo motivo rimando per qualsiasi chiarimento alle dettagliate indicazioni che lì ho fornito, questo mi permetterà di andare un pochino più spedito con le spiegazioni. Innanzitutto occorre dire che la fase più delicata in questo tipo di autocostruzione è l’assemblaggio dei vari pezzi dello snodato, che dovrà essere effettuato con cura notevole in modo da assicurare il corretto assetto finale al pesciolino. Il consiglio è quello di utilizzare legni piuttosto duri come faggio, castagno o quercia, ma anche il comune abete può fare al caso nostro, che andranno acquistati in listelli a sezione circolare con diametro di 1,5 cm. Andremo a costruire uno snodato in due pezzi sui sette-otto centimetri con paletta di profondità inclinata a 45 gradi circa. La prima fase (Figura 1) è quella di tagliare due porzioni di listello di 3,5 cm di lunghezza, sui quali si andranno a disegnare due righe longitudinali che dividano la porzione di listello in due metà esatte che rappresenteranno la destra e la sinistra del nostro pesciolino e ci aiuteranno nel sagomarlo correttamente (Figura 2). Quindi si passa alla fase di sagomatura e sgrossatura delle due sezioni di listello con l’aiuto di una raspa o di una piccola fresa da legno (Figura 3), ricordando che in seguito dovranno essere unite per una estremità andando così a formare il nostro jointed. Quindi su un pezzo andremo a sagomare la testa del pescetto, sull’altro la codina. Sarà opportuno, vista la sezione cilindrica del listello di partenza, limare un po’ i fianchi del pesciolino affinché abbia un profilo più verosimile, avendo cura di farlo nella stessa misura su entrambe le sezioni prendendo a riferimento le due linee tracciate poc’anzi sul dorso e sulla pancia. Una volta finita la sgrossatura con la raspa si passa al carteggio con carta vetrata grossolana (P80). A questo punto si passa alla fase di costruzione dell’armatura e quindi all’unione dei due pezzi del minnow. Con una punta di trapano da 2 mm si provvede a forare con cura i due pezzi in senso longitudinale (Figura 4), cercando di andare più dritti possibile col trapano, in pratica si devono forare i due pezzi secondo il proprio asse longitudinale in maniera precisa. Si taglia uno spezzone di filo di acciaio armonico o inox (meglio) da 0.5 mm di diametro, sul quale si effettua un generoso anello con le pinze a becco che andrà a costituire l’anello di testa, lo si fa passare per il capo libero dal foro effettuato sulla sezione anteriore del minnow, in modo che l’anello appena fatto sporga anteriormente dalla testa (Figura 5 e Figura 6); il capo libero deve essere piegato e infilato con cura nello stesso foro da cui si è fatto uscire (Figura 7), l’operazione deve essere fatta con l’aiuto della pinza a becchi (Figura 8) cercando di torcere e spingere all’interno del foro almeno 2 cm di filo fino a lasciare all’esterno un occhiello che servirà a connettere le due sezioni del minnow (Figura 9 e Figura 10). Si cola una generosa quantità di colla cianoacrilica Attak nei fori rimasti in testa ed in coda alla base degli anellini (Figura 11), quindi si chiudono con una scheggia di legno ritagliata a misura ed inserita a pressione (Figura 12 e Figura 13). Si effettua la stessa manovra sulla sezione posteriore del minnow: su uno spezzone di filo d’acciaio si fa un generoso anello che servirà come anello di coda, lo si inserisce dal capo libero nel foro praticato con il trapano in modo che l’anellino fatto sporga dalla coda (Figura 14). Adesso la parte appena più difficoltosa sarà quella di connettere finalmente le due metà del jointed. Basterà, con l’aiuto delle pinze a becco ed uno sforzo di pazienza, passare il capo libero che esce dalla sezione posteriore del minnow (Figura 15), nell’anellino della parte anteriore dello stesso e procedere poi a inserire l’eccedenza per almeno 2 cm nel foro da cui è uscita (Figura 16). A questo punto le due metà sono unite (Figura 17) e si può procedere a colare la cianoacrilica nei due fori della sezione posteriore ed inserire una scheggia di bloccaggio come già descritto per il segmento anteriore. Posso assicurare che ho testato questo sistema applicando ai miei jointed autocostruiti dei pesi da svariati chili e non ho mai riscontrato nessun cedimento né sullo snodo né altrove. Giunti a questo punto si effettua con un seghetto adeguato il taglio che ospiterà la paletta (Figura 18), iniziando circa mezzo centimetro indietro rispetto all’anellino di testa con un’inclinazione di circa 45 gradi rispetto alla pancia del pesciolino e facendo attenzione a che il taglio sia esattamente perpendicolare rispetto all’asse longitudinale. La paletta la si ritaglia dalle pareti dei contenitori bianchi opachi dei rullini fotografici (Figura 19) e sarà lunga 2 cm circa, di forma abbastanza rotondeggiante. Si inserisce nel taglio con la concavità rivolta in avanti e la si fissa con Attak (Figura 20). Questa fase deve essere saltata se si desidera un jointed senza paletta. Passiamo ora alla costruzione dell’anellino per l’attacco della ancoretta di pancia che dovrà trovarsi alla fine della sezione anteriore. Con una punta da trapano di 0,4-0,5 cm si effettua, appena prima dello snodo sul ventre del primo segmento, un foro abbastanza profondo (Figura 21), quindi, con un piccolo spezzone di acciaio, si effettua una doppia V come in figura 22 e la si inserisce a forza nel foro fino in fondo in modo che facciano presa i due piccoli ardiglioni sulle pareti del buco (Figura 23 e Figura 24). L’anellino deve sporgere all’esterno del foro 4 o 5 mm. Si cola abbondante cianoacrilica (Figura 25), il foro verrà tappato con lo stucco nella fase di stuccatura assicurando così una tenuta eccezionale. Per inserire la piombatura si procederà ad effettuare due fori ventrali tra la paletta e l’anellino di pancia e tre in coda (Figura 26  e Figura 27), sempre ventralmente, con una punta da 0,4-0,5 cm e con una profondità di mezzo centimetro circa. Si inseriscono delle biglie di piombo a misura in modo che non sporgano (Figura 28 e Figura 29), quindi si passa alla stuccatura con stucco poliestere da metallo. Occorre tappare con cura i fori effettuati per inserire il piombo, quello effettuato per inserire l’anellino di pancia e, se necessario rifinire i fori in testa, in coda e vicino allo snodo effettuati precedentemente per inserire l’armatura interna (Figura 30). Si procede così a carteggiare le eccedenze dello stucco (Figura 31), per poi passare alla fase di lisciatura e rifinitura finale con carta vetrata fine (P200-P220). Quindi si passa una mano di cementite (Figura 32) e si decora a nostro piacimento.

Lo stesso procedimento fin qui descritto può essere utilizzato per la autocostruzione di snodati in tre, quattro o più pezzi, come nel caso dei pinocchietti. Questi lunghi artificiali snodati, costruiti in tre o più pezzi, nascono per la pesca della spigola in foce, vista infatti la predilezione di questa specie verso le anguille, vengono utilizzati con il chiaro intento di simulare un’anguillina in difficoltà. Basterà così reiterare più volte il procedimento visto sopra, inserendo una o più sezioni cilindriche tra quella di testa e quella di coda, per ottenere un ottimo pinocchietto in grado di stuzzicare la più smaliziata delle spigole e non solo.


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