Tecniche

Tecnica: mort maniè

Di Roberto Ripamonti pubblicato il 01/07/09

 

Voglio spiegare subito che questo articolo non racconta uno stile di pesca o una sessione ma vuole essere la sommatoria di alcune riflessioni e spunti tecnici sui quali non si sono mai spese troppe parole anche perché, non esistono molti testi sui predatori.

 

Pesanti e etici.

Pescare i lucci senza cavetto d’acciaio è sbagliato. Lasciamo perdere il fatto che pescando black a spinning spesso capita di prendere un luccio e raramente questo riesce a tagliare la lenza. La realtà dei fatti è che se ci si imbatte in un piccolo esemplare di 1-4 kg il problema si pone limitatamente mentre, se arriva la bestia che passa i 5 e si incammina verso i 10 allora il cavetto diventa essenziale. Allo stesso tempo è eticamente inaccettabile il rischio che una simile meraviglia, rompa il filo e se ne vada in giro con un artificiale piantato in gola e quindi, condannato a morte. Se si va a pescare il luccio, ci si va attrezzati come si deve altrimenti è meglio pensare ad altro e non devastare la popolazione di pike per la nostra scarsa preparazione. Questa significa cancellare e rifiutare tante teorie strampalate di fili fini, di esche artificiali che lavorano meglio senza acciaio, di minore visibilità e di sportività. Non concordo con nessuno di questi punti perché adotto, e con me tutti coloro che pescano il  pike seriamente, una sorta di regola non scritta che mi porta a dire che, si usa l’acciaio, le trecce super robuste, le canne potenti e si deve diminuire al massimo il tempo di combattimento per non sfinire letteralmente la preda e rilasciarla ancora vitale e potente. La nostra etica di angler non si deve quindi fermare al momento del rilascio ma, deve anche tenere conto del fatto che l’animale ha subito un trauma e per qualche ora o giorno, potrebbe trovarsi in difficoltà. Adottando le giuste precauzioni riusciamo ad arrivare ad una percentuale di rilasci senza danni prossima al 95% e questo è un traguardo verso il quale dobbiamo cercare di arrivare a tutti i costi.

 

Vai con l’acciaio.

I cavetti d’acciaio sono di diversa fattura e tutti riescono a lavorare abbastanza bene anche se non ricordo di aver mai letto un articolo completamente dedicato alla loro preparazione ed alle differenze che possiamo incontrare. Cosa ci serve per la preparazione?

Un paio di pinze che taglino i cavetti facilmente, una scorta di tubetti termo-restringenti, girelle e moschettoni delle misure adatte ai nostri scopi, un accendino per chiudere i tubetti e se proprio vogliamo fare i fini, una pinza per barilotti (crimp) e una scorta di quest’ultimi. Poche cose tra cui, mi raccomando solo della qualità dei moschettoni che devono essere grossi, capaci di far muovere l’artificiale nella massima libertà e di qualità tale da non aprirsi al primo attacco oppure al primo incaglio sul fondo.

Esistono molti tipi di cavetto d’acciaio e alle versioni tradizionali, si sono aggiunte delle varianti che ricercano la leggerezza, la resistenza e la facilità di preparazione. A seguire, una piccola carrellata di alcuni esempi di materiale e di come trattarlo al fine di disporre di una scorta sufficiente ad ogni esigenza.

 

I termosaldanti.

Sono i cavetti d’acciaio per antonomasia perché quelli che la maggioranza dei pescatori ha usato negli ultimi 30 anni. Si montano facilmente, sono abbastanza rigidi, funzionano con tutti i tipi di predatori e costano poco. Rappresentano la soluzione veloce alla necessità, di disporre di una protezione al nostro finale anche se non tutti sono familiari con il loro utilizzo. La loro struttura di acciaio ricoperto di una strato di plastica, li rende abbastanza grossolani anche nelle versioni grigio scuro (non parliamo dei verdi) ma per l’emergenza o per avere i primi cavetti in borsa, vanno benissimo. Una cosa è importante sapere; la sola saldatura non è sufficiente a garantire la tenuta. Chi afferma il contrario ha solo preso piccoli pesci per cui, non fa molto testo.

Questo tipo di cavetto è disponibile in varie versioni da 10 a 50 libbre. Per qual che mi riguarda, mi limito ai 20 e 30 libbre perché la versione più pesante è anche molto grossolana.

Il fatto che questi cavetti siano termosaldanti non significa affatto che ci si debba affidare a questa semplice saldatura di plastica perché perderemmo tutto in pochi lanci. Bisogna quindi fare un nodo a cappio per bloccare senza scorrimento, il cavetto e quindi, saldarlo ricoprendo le asperità eventuali con un tubetto di termo restringente oppure con un barilotto (crimp).

La sequenza di preparazione è semplice e veloce e permette di disporre di un cavetto d’acciaio di buona fattura e affidabilità

 

Tempo di preparazione: Pochi minuti

Impiego: Artificiali medio pesanti / jerk /grossi popper/ esca viva e morta

Non adatti; mort maniè /

 

Sequenza di costruzione

 

 

I 7 Strand o Soft Steel.

Sono cavetti in acciaio prodotti mediante l’avvolgimento di 7 filamenti d’acciaio. Ne esistono varie versioni da 10 a 50 libbre e questa volta possiamo anche scegliere la versione da 50 perché i 7 Strand sono  veramente sottili e morbidi.  Questo fa si che per lavorarli, siano richieste pinze particolari per poter ruotare l’acciaio stringendolo in modo adeguato.  Nella sequenza allegata, si vede infatti che una volta effettuato il cappio di chiusura, si arrotola una estremità per bloccare lo scorrimento. Successivamente si eliminano le asperità con un tubetto termo restringente che conferisce un aspetto “professionale”. Data la loro caratteristica, sono adatti a quasi tutti i tipi di pesca che non prevedevano eccessivi sforzi di rotazione delle fibre che, nel lungo periodo, tendono a indebolirsi e rompersi. Vedo quindi i 7 strand come assolutamente adatti alla pesca con esca morta e viva, oppure con il mort maniè in ambienti ricchi di pietre, legnaie e cozze di fiume. Meno con artificiali perché il 7 Strand non gradisce le rotazioni più di tanto.

Tempo di preparazione; 5 minuti

Impiego; esca morta e viva, artificiali medio piccoli

Non adatti: grossi jerk, mort maniè

 

Sequenza di costruzione

 

Carbo Flex

Sono materiali di ultima generazione che ottengono ottimi risultati anche in presenza di predatori dai denti veramente affilati come i serra o altrii pesci di mare. Sono generalmente color canna di fucile, rigidi quanto basta e non facilissimi da utilizzare perché sono abbastanza renitenti ad ogni forma di nodo per cui ci si deve affidare ai barilotti di blocco (crimp). Poiché non sono annodabili è necessario effettuare delle semplici operazioni che prevedono quindi la chiusura del barilotto con le apposite pinze.

Per far questo inseriamo il barilotto e prima di stringere, ripetiamo l’operazione affinché  il carbon , non scorra. La chiusura con le pinze da crimp, blocca il tutto ed ancora un volta, copriamo eventuali aspertità con il termo restringente.

Tempo di preparazione:5 minuti

Impiego; jerk medi / artificiali fino a 50-60 grammi

Non adatti; a causa della rigidezza, non adatti alle esche vive e morte.

 

 

 

 

Metal Tresse.

Questa è una delle migliori soluzioni che io abbia visto in questi anni soprattutto nel mort maniè laddove esistano possibilità di lucci oppure, ostacoli con cozze e ppietre tagoienti ad insidiare la nostra lenza. La casa produttrice è la Tecnipeche ed ottiene un materiale denominato “Graphite Metal Tresse” che si annoda benissimo e permette di fare terminali in pochi secondi. A mio parere, una delle poche cose che conviene tenere sempre in borsa per tutte le evenienze e in tutte le tecniche di pesca ai predatori. Me l’ha fatta vedere Luca Foroni del La Mincio e da allora è parte integrante di tutte le mie borse da pesca.

La costruzione è semplice ma bisogna imparare qualche nodo che non preveda scorrimento per più di qualche millimetro per evitare che la treccia prenda una forma a spirale. Il nodo si protegge con un pezzo di termo restringente ed il gioco è fatto. Per questa ragione non ho inserito una sequenza.

Tempo di preparazione; 1 minuto

Impiego; mort maniè, piccoli artificiali

Non adatti; usi pesanti

 

Acciaio inox.

Questa soluzione è quella che ho visto usare nelle ultime pescate estere a lucci ed in particolare utilizzando grandi jerk in ambienti con qualche ostacolo. Il cavetto d’acciaio rigido da 0. 3 - 0.5mm ha una sua ragione d’esistere nel momento in cui con gli altri materiali sperimentiamo una serie di lanci in cui l’esca cade in acqua aggrovigliata al cavetto. I materiali troppo morbidi come quelli descritti fin d’ora, faticano non poco a rimanere “liberi da grovigli” mentre il cavetto diretto in acciaio è libero da questo pericolo.

Aggiungiamo che con questa base di lavoro, molti jerk migliorano la loro presentazione e in ogni modo, non riescono ami a stressare il finale come invece accadrebbe con un 7strand oppure con una treccia metallica o un carbon. Questa è la soluzione ideale per sessioni a grandi lucci anche se quella che richiede maggiore tempo di preparazione e un tubetto di plastica per il trasporto perché non è sempre possibile piegare il cavetto.

 

 

 

 

 

 


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