Tecniche

Ninfe e approcci diversi nell' High Sicking

Di Luigi Colucci pubblicato il 02/01/13

Ninfe e approcci diversi nell'High Sticking

Nei diversi anni nei quali ho scritto di pesca a mosca qui su pescare online, di rado mi sono dilungato sulla costruzione degli artificiali in maniere specifica. Per tanto questo natale, vorrei regalare a quanti ci seguono, qualche perla con cui addobbare l’albero in attesa che la pesca riapra i battenti.

Oggi vi parlo di costruzione delle ninfe da High Stickinig e di tecnica a riguardo. Andando così ad approfondire un argomento già trattato in precedenza sul sito e che trovate in archivio qui -->

http://www.pescareonline.it/blog/p/pescare_a_ninfa_the_high_sticking.htm dove potete trovare le informazioni necessarie per mettere in pratica al meglio questa tecnica di pesca meravigliosa che mi ha regalato così tante catture. 

 


Le Ninfe

Questa tipo di tecnica in genere prevede l’utilizzo di due ninfe, ma anche con una sola, nei posti e nei luoghi dove previsto dai regolamenti si ottengono ottimi risultati. Senza distrarci troppo andiamo a vedere quali sono le mie imitazioni, i miei artificiali migliori che senza segreti voglio snocciolare qui per tutti gli amici che mi seguono e leggono da tanto tempo.

Il Primo artificiale è una ninfa di “punta” chiamiamola così per ora poi nel proseguire il testo capirete cosa intendo.
Non ho dato un vero e proprio nome a questo artificiale ritenendo che, sicuramente qualcuno abbia inventato il dressing prima di me per tanto mi limito a definirla una “Copper wire”. Personalmente questo dressing mi è venuto in mente cercando di incrociare il dressing di due classiche della ninfa, cioè la Montana e la Copper John.

Dressing  N.1
Amo: N.12 /10 Grub
Filo di montaggio nero 8/0
Code in fibra di fagiano maschio naturale
Corpo: filo di rame small
Torace: pavone
Zampe: facoltative in quill d’oca colore ambra
Testina rigorosamente in tungsteno da 4,2 – 4,5 mm

Altra ninfa di “punta” sempre validissima da alternare alla precedente durante l’azione di pesca, è invece una creazione di un mio carissimo amico e grande pescatore Gennaro Volzone, che sul fiume Sele, sia in riserva che in acque libere compie delle vere e proprie stragi con quest’esca.
Pertanto la chiamerò “special Gen”

Dressing N.2
Amo: 10/12 Grub Knapek
Filo di montaggio nero 8/0
Code e corpo in fagiano maschio colore naturale
Anellatura corpo: filo di rame smoll
Torace: rubber legs dubbin nero o marrone
Collarino pre – testina in seta floss rossa o variante arancio
Testina in tungsteno sempre da 4 – 4,5 mm

Ora passiamo alle ninfe da bracciolo. La mia preferita, quella che non mi ha mai tradito negli ultimi anni sia pescando sui fiumi Italiani che in Slovenia e Austria su trote e temoli è, questa piccola e banalissima “all orange”, come dice il nome con cui i miei amici l’hanno battezzata, è tutta arancione.
La costruzione è estremamente semplice e, tutto ciò che bisogna ricordare nel costruirla è di mantenere la giusta conicità e rimanere su ami dalle piccole dimensioni. 14/16 e addirittura diciotto durante il fine stagione.

Dressing N.3
Amo: N.14/16 o 18 Grub
Filo di montaggio 17/0 Uni
Codine: facoltative soprattutto nelle dimensioni più piccole in fagiano
Corpo: seta floss arancione (uni-floss hot orange oppure neon orange)
Torace: 1-2 giri di pavone
Testina in tungsteno dalla 2,5 alla 1,8 sugli ami più piccoli

A questa ninfa da bracciolo ve ne mostro un’altra, la sua variante rossa, altrettanto catturante soprattutto in primavera quando i fiumi pullulano di baetis… quelle piccole effimere rossicce che per deporre le uova sotto le rocce si immergono sott’acqua e, una volta adempiuto il loro compito si lasciano trasportare esanime dalla corrente.

Dressing N.4
Amo: N.  14/16 Grub
Filo di montaggio 17/0 Uni
Codine: facoltative soprattutto nelle dimensioni più piccole e in fagiano
Corpo: filo di rame rosso small
Torace: 1-2 giri di pavone
Testina in tungsteno dalla 2,5 alla 1,8 sugli ami più piccoli

Ecco queste sono le mie migliori ninfe, quelle che porto sempre con me ovunque e che, difficilmente stacco dalla lenza.

Ora vediamo come impiegarle

 

L’utilizzo delle ninfe nell’High Sticking

Sul come effettuare i nodi e la passata vi riamando ancora una volta all’articolo in archivio citato all’inizio, così come per la passata da effettuarsi sempre da monte verso valle.
Abbiamo denominato le ninfe più pesanti “di punta” perché, in genere queste ninfe si adoperano come dice la parola stessa sulla punta del terminale, cioè in fondo. Quelle più leggere invece le applichiamo al bracciolo ma… non è mica sempre così!

Analizziamo la prima tecnica. Disponendo le ninfe con quella più grande e pesante in fondo al terminale effettueremo passate che ci permetteranno di raggiungere velocemente il fondo con tale ninfa di punta, e di far trasportare a mezz’acqua quella sul bracciolo. In questo modo avremo la possibilità di insidiare sia i pesci ben nascosti sul fondo tra le rocce, che quelli in caccia tra gli strati intermedi e/o superficiali dell’acqua.

Questa approccio è l’ideale come principio di base, per affrontare nuovi fiumi o torrenti che non conosciamo, o per iniziare una classica battuta su spot già noti per poi disporre le eventuali modifiche o accortezze durante il proseguo della giornata.
In genere possiamo classificare tale metodologia alle stagioni che vedono la presenza cospicua di insetti sul fiume, quindi dalla primavera al fine estate.


Il secondo profilo di pesca invece prevede l’inversione delle ninfe, cioè la più pesante sul bracciolo e quella più piccola in punta. Questa metodologia può rivelarsi vincente quando i pesci sono disposti per la maggior parte sul fondo, con scarsa presenza di esemplari in caccia. In genere i periodi freddi si addicono a tale strategia piscatoria, ma è anche vero che la si può adottare su larghi e profondi correntoni soprattutto alla ricerca di trote e temoli apatici, che hanno la tendenza a mangiare “piccolo” ed è per questo motivo che la ninfa di taglia minore raggiungerà il fondo trasportata da quella più pesante e andrà a muoversi tra i massi del fondale imitando un piccolo insetto in difficoltà.

Questa strategia è davvero vincente soprattutto nelle giornate storte… quando il fiume sembra morto e non si riesce a venire a capo, anche per l’effetto che le ninfe hanno sul fine passata, cioè, quando parliamo della famosa trattenuta!

Col primo approccio, con la ninfa di punta in fondo, quando effettuiamo la trattenuta a fine passata, quest’ultima si stacca dal fondo andando ad imitare un insetto che tenta di raggiungere la superficie mentre quella piccina sul bracciolo… rimane statica!!! In altre parole si blocca letteralmente il più delle volte annullando in toto la propria azione.


Nella seconda strategia invece, richiamando in trattenuta le ninfe sia quella pesante sul bracciolo, che quella leggera in punta entrambe si staccheranno dal fondo svolgendo un doppio lavoro attrattivo e una doppia occasione per portare a foto qualche bell’esemplare. Ricordo a tutti che, ho scelto di descrivere anche graficamente queste 2 strategie e soprattutto queste fasi con le immagini accanto proprio perché spesso sono fondamentali durante l’azione di pesca in quanto ci permettono di fare la differenza tra una giornata “no” e una memorabile.

Con la speranza che i disegni siano chiari e di facile interpretazione, porgo i saluti di buone festività a tutti gli amici di Pescareonline.


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