Tecniche

Ninfe in profondità

Di Mauro Pitorri pubblicato il 01/05/10

L’attrezzatura per pescare correttamente a ninfa, deve essere basata principalmente su canne aventi una lunghezza che deve partire da nove piedi a salire, con un' azione progressiva.
Una canna lunga, aiuta sul controllo della coda di topo, facilitando la correzione  della stessa tramite i “mending”, e nello stesso tempo far lavorare le ninfe senza dragaggio nella giusta corrente.
Per quanto riguarda la coda di topo, questa deve essere rigorosamente galleggiante, in commercio esistono code dal profilo disegnato specificatamente per pescare a ninfa, il suo peso variato tra 6 e 8, può coprire tutte le condizioni di pesca.
Per affrontare un corso d’acqua che presenta buche profonde, con la tecnica della ninfa, la prima regola sta nella scelta degli artificiali/e da usare, questi vanno valutati in base agli insetti che vivono in quello specifico fiume.
Prima di intraprendere l’azione di pesca, spostare delle pietre o rovistare in qualche ciuffo d’erba, da, in maniera immediata il tipo d’imitazione da annodare al terminale.
Dopo essersi fatti un’idea quasi precisa sulle ninfe da usare, il modo più semplice e veloce per far sì che queste raggiungano il fondale è piombare il terminale, questo può essere fatto in vari modi: con pallini in piombo(quelli usati per la pesca al colpo), una spiralina realizzata con del filo in piombo oppure della pasta modellante in tungsteno(foto 1).
Tutte e tre le soluzioni sono estremamente valide a patto di non esasperare il finale con troppo peso, pena la non corretta azione di pesca; per la distribuzione del piombo sul terminale è bene non raggruppare mai il peso in un solo punto, ma ripartirlo usando pesi più piccoli in più posizioni.
Per esempio, se si usano due ninfe, la piombatura a sua volta deve essere distribuita in due punti, il primo peso a circa metà tra i due artificiali, mentre il secondo a 30-40 cm dopo la ninfa legata sul bracciolo.
Questo sistema farà si, che il terminale, oltre a stendersi in maniera corretta nella fase finale del lancio, una volta entrato in azione di pesca, presenterà gli artificiali in maniera uniforme.
Le ninfe usate per pescare in profondità devono essere piombate in fase di costruzione, avendo cura di legare in punta quella con un peso specifico maggiore rispetto alla ninfa assicurata nel bracciolo.
La sensazione di essere in pesca con il giusto peso si avvertirà, quando durante l’azione di pesca di tanto in tanto si rimane con le ninfe impigliati sul fondo, pertanto bisogna sempre adattare il peso totale sul terminale costituito da "Piombo + artificiali", in base alle situazione che si presentano, pena il rischio di pescare in una buca troppo leggero e nella successiva troppo pesante.
Un altro dettaglio importante per svolgere un’esatta azione di pesca è il terminale da collegare alla coda di topo, personalmente ormai da tempo per pescare a ninfa ho abbandonato i classici terminali da mosca come quelli a nodi o conici, sostituendo gli stessi da uno spezzone unico di monofilo(che può variare dallo 0,16 allo 0,22), che raddoppio in lunghezza in base alla profondità media del fiume che affronto.
Lo spezzone unico di monofilo offre dei vantaggi enormi, il primo su tutti è sicuramente la facilità e l’uniformità d’affondamento, condizione che sarà accentuata o diminuita in base al diametro usato, ovviamente un filo fino(0,12 - 0,14), affonderà più facilmente e senza alcun dubbio la presentazione delle ninfe sarà perfetta, valutare però di volta in volta il giusto diametro aiuterà a non compromettere la pescata da brutte sorprese.
Per dare all’azione di pesca un’ulteriore dinamicità, deve entrare in gioco un accessorio indispensabile “lo strike indicator”(foto 2).
L'uso dello strike non deve  essere interpretato solo come segnalatore della mangiata del pesce, anche se poi questo accessorio è nato per questo preciso scopo,  il suo utilizzo va ben oltre, permettendo al pescatore di individuare la "giusta passata".
Lo strike di fatto è un infallibile indicatore del dragaggio, seguire il suo andamento in superficie tra le tensioni della corrente fa capire immediatamente se le nostre ninfe lavorano bene.
Per sondare al meglio lo spot, è bene procedere per gradi, iniziando a pescare “a piede asciutto”  subito sotto la riva e poi “via via”, esaminare il fiume in tutta la sua larghezza.
L’azione di pesca in linea di massima si sviluppa in questo modo(foto 3):
•    Il primo lancio deve essere eseguito a monte, un lancio che aiuta subito le ninfe a scendere veloci sul fondo e il “Parachute Rollwurf”, si tratta di roller che fa cadere quasi verticalmente in acqua la parte finale della coda di topo con il terminale, questo consente alle ninfe di raggiungere subito il fondo in una discesa verticale, eliminando cosi l’influenza delle tensioni della corrente.
•    Una volta che le ninfe sono entrate in acqua, bisogna subito fare dei mending di correzione ribaltando la coda a monte della corrente.
•    Man mano che la corrente del fiume trasporta la coda, bisogna sempre tenere la parte finale della stessa in un ipotetico asse parallelo della corrente, cercando di allineare al massimo ninfe e strike, questo per evitare di perdere l’importante tensione tra strike e ninfe, fondamentale per una segnalazione netta di abboccata.
•    Più la “passata” si prolunga verso valle, più si deve cedere coda, dopo aver effettuato il mending di correzione. Cedere coda fa prolungare l’azione di pesca in maniera sostanziale e senza dragaggio, inoltre il più delle volte il fine “passata” potrà scaturire l’attacco del pesce,
            quando le ninfe risalgono la superficie staccandosi dal fondo sotto la tensione della coda.
•    Durante la discesa a valle dello strike, l’attenzione deve essere rivolta solo sullo stesso e ad ogni suo spostamento o stop innaturale, ferrare sempre; “dice sempre il mio vecchio compagno di pesca le ferrate non si pagano“.
Questo sopra brevemente descritto, è solo uno dei tanti sistemi per pescare a ninfa, questa tecnica è fatta di sfumature sconfinate, solo la voglia di imparare e una mente aperta verso nuovi pensieri “fanno di un uomo un grande pescatore”.


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