Itinerari Italia

Il fiume Versilia, no kill e non solo

Di Stefano Lucacchini pubblicato il 20/03/13

LA ZONA A REGOLAMENTO SPECIFICO ED IL NO KILL DEL FIUME VERSILIA

Quando pensiamo alla Versilia, ci immaginiamo le spiagge attrezzate, le acque del tirreno, le suntuose ville di Roma imperiale, i lussuosi alberghi e le viuzze di Forte dei Marmi contornate da negozi griffati, ma la Versilia non è solo questo, la sua anima è nell’entroterra, sono le Apuane i piccoli borghi ricchi di storia e tradizioni, ed appunto qui che ci recheremo noi oggi.

Dalle pendici di queste antiche montagne che ricordano per colori e fattezza le Dolomiti nascono i due rami principali del fiume Versilia il Serra ed il Vezza, che si congiungono un poco più a valle nella cittadina di Seravezza. Il Serra che nasce dal monte Altissimo, dove Michelangelo prelevava il bianco statuario, il più prezioso, il più bianco e senza imperfezioni, lo stesso marmo che ha dato vita alle sue più importanti sculture, il nostro oro bianco. La caratteristica principale di questo corso d’acqua cristallina è di scorrere fra bianche pietre levigate, immerso nel verde lussureggiante della natura,che le leggende locali vogliono popolato da elfi,gnomi e fate. Il Vezza, leggermente più ampio, riceve acqua da diversi piccoli affluenti laterali e scendendo dalla cittadina di Cardoso, passa per Ponte Stazzemese, Ruosina ed arriva fino a Seravezza dove congiungendosi con il Serra forma il fiume Versilia che lentamente procede il suo cammino fino al Mare. Qui la pesca è una tradizione, fin da piccolo mio nonno mi raccontava di un mio avo che con una rudimentale canna in bamboo, del crine di cavallo come lenza e un insetto come esca insidiava i bei pesci di questo fiume. Ma personaggi ben più importanti narrano della pesca in queste acque, infatti una leggenda popolare racconta che nel 1603 la Granduchessa Maria Cristina di Lorena nel torrente Vezza in prossimità della chiesa di S.Paolo a Ruosina pescò un’enorme trota, ne fu fatto un trofeo in marmo che ancor’oggi si può ammirare nella corte del Palazzo Mediceo all’apice di un pozzo costruito da un unico blocco di marmo bianco

Purtroppo nel giugno del 1996 ci fu una terribile alluvione che portò distruzione e morte, intere abitazioni, strade  piccoli borghi ed anche un cimitero vennero spazzati via, l’ondata di piena fu terribile, sei persone rimasero uccise, e lo splendore di queste  valli deturpato.

Fortunatamente il sangue Celtico che scorre nelle vene degli Apuo Versiliesi fece sì che questi non si perdessero d’animo,anzi  si unirono per ricostruire tutto ciò che la forza della natura gli aveva portato via, vennero ricostruite strade , case e dopo pochi anni tutto era quasi come prima. L’intervento delle ruspe,però, aveva deturpato il nostro fiume, bisognava fare qualcosa, così il Fly Club ‘90 con l’appoggio della Provincia e della Comunità Montana presentò un ambizioso progetto, creare una ZRS ed un piccolo tratto No Kill. Si parla della fine degli anni novanta e far capire certi concetti innovativi non fu facile, ma con tanta buona volontà e tanta caparbietà ci riuscirono. Gran parte dei due torrenti erano ZRS, si poteva pescare solamente se in possesso di un tesserino gratuito segnacatture, il limite massimo giornaliero di pesce che si poteva trattenere era di cinque capi e la misura minima di cm25, in più, nel centro della cittadina di Seravezza, fu creato il primo tratto No kill, circa un chilometro, ma era l’inizio, tutto ciò serviva per fomare le coscienze, per far capire che la pesca è un’attività sportiva, e non il modo per procacciarsi del cibo.

Fu costruito in incubatoio di valle, fu formato un gruppo di Guardie Venatorie Volontarie, cordinate da Guglielmo Vincenti che oltretutto dedica parte del suo prezioso tempo alla cura e tutela dell’incubatoio. I tempi erano maturi tanto che lo scorso anno fu presentato un progetto ancora più ambizioso, che prevedeva alcune modifiche alla ZRS e soprattutto di spostare più in alto il tratto NoKill e renderlo di circa quattro chilometri. La Provincia ci ha concesso  quello che avevamo chiesto ed oggi nella zona a regolamento specifico si può pescare con ogni tecnica solamente con amo singolo privo di ardiglione, si possono trattenere cinque capi e la misura minima è stata portata a 27 centimetri, nel no kill invece è possibile pescare solamente a Mosca o a spinning sempre con amo singolo privo di ardiglione ed ovviamente non è possibile trattenere il pescato. Un grande traguardo che premia tutti coloro che si sono impegnati ed hanno dedicato tempo per la realizzazione di questa splendida realtà.

 

 La Pesca

Ovviamente parlerò di ciò che mi compete e cioè della Pesca a mosca. Il tratto di fiume in questione è molto vario, si alternano infatti lame con acqua lenta a veloci correnti, profonde buche, e grandi cascate, è possibile attuare tutte le tecniche: dalla secca alla ninfa allo  streamer, a seconda di ciò che vi soddisfa di più. A secca si può pescare tranquillamente nell’arco di tutta la giornata utilizzando mosche da caccia, nello specifico uso royal woolf , royal coachman o parashute, nei momenti di schiusa naturalmente useremo imitazioni similari  a quelle in schiusa, nel periodo estivo funzionano benissimo grosse sedge e imitazioni di terrestrial. Per quanto riguarda la ninfa ottime le ninfe di colorazione naturale con testina in ottone, micidiali le intramontabili pheasantail.Raramente pesco con lo streamer, lo uso solamente quando i livelli sono alti o nelle profonde buche sotto le cascate, ed uso con successo il lethal weapon

 

Attrezzatura

Trattandosi in prevalenza di un torrente, consiglio l’uso di cosciali, sia per le profondità delle acque che per  i vari passaggi all’interno della vegetazione, sia per raggiungere il posto di pesca che per i vari spostamenti, infatti il tessuto dei nostri wader potrebbe essere danneggiato dai vari arbusti e rovi. Per la scelta della canna consiglierei per chi si dedica esclusivamente alla secca una 7’6” coda 2 o 3 oppure una 8’ per coda 4, per la ninfa può bastare una 9’ per coda 5 ma se possedete una 10’ vi renderà più agevole l’azione di pesca. Come finali per la pesca a secca personalmente uso sempre finali abbastanza lunghi, ed anche per queste acque uso lunghezze che vanno dai  quattro metri e mezzo ai cinque metri. Per quanto riguarda la ninfa uso naturalmente finali molto più corti con un tratto di filo fluorescente nei pressi della coda che funge da indicatore di abboccate,  ancora più funzionale è l’uso di uno spezzone di circa 40 centimetri sempre di monofilo fluorescente dello 0,22  a forma di molla, per ottenerlo basta avvolgere il nilon su un oggetto di forma cilindrica, metterlo a bollire per circa quindici minuti in un pentolino con acqua e lasciarlo raffreddare, naturalmente consiglio di preparare il tutto qualche giorno prima, e  di costruirne più di uno, il risultato sarà una sorta di molla in monofilo che ad ogni minimo allungamento vi segnalerà una possibile abboccata. Per quanto riguarda lo streamer, potete tranquillamente utilizzare la canna per la ninfa con una coda 5, basterà il peso dello streamer stesso a portarvi in pesca, vi ricordo che per avere i migliori risultati bisogna praticare questa tecnica a scendere, infatti oltre al nostro recuperò sarà la forza della corrente ad animare la nostra imitazione.

 

 

Zone di pesca

Il fiume è tutto cartellonato, vi sono indicati gli accessi , le zone a regolamento specifico e quelle chiuse alla pesca, comunque sul tesserino segnacatture vi è una dettagliata piantina del fiume. Giunti alla cittadina di Seravezza possiamo scegliere tra due alternative, girando a destra per affrontare le acque del Serra,oppure proseguendo dritto per quelle del Vezza. Il Vezza è senz’altro più ricco di pesce, la media delle trote è sui 18-20 centimetri con alcune punte che superano i tre chilogrammi, una zona facile sia per l’accesso che per il lancio, visto che le sponde sono ben pulite.

Per chi ama la solitudine ed il contatto con la natura consiglio senza ombra di dubbio il Serra, lo scenario è spettacolare, le trote sono molto difficili ma catturarne solamente una in quel cotesto vi ripagherà, di fronte a voi avete il maestoso Altissimo, ai lati una lussureggiante vegetazione ed acque cristalline che scorrono fra bianche pietre levigate di forma tondeggiante, un consiglio che vorrei darvi è di affrontare questo tratto specialmente nella parte più alta non da soli ma sempre in compagnia di un amico, qui il cellulare non prendere ed in caso di un piccolo incidente vi sarà di grande aiuto.

 

Un doveroso ringraziamento

 

Se questa realtà esiste è merito soprattutto del Fly club ’90, naturalmente con la collaborazione della Provincia e della Comunità Montana, ma questi ragazzi dedicano gran parte del loro tempo a questo progetto,  si dedicano assiduamente alla sorveglianza, quotidianamente si recano all’incubatoio, insomma fanno di tutto perché questa realtà migliori. Il Club si riunisce ogni giovedì e gli ospiti sono ben accetti , le serate sono a tema, costruzione delle mosche, serate dedicate al bamboo o in palestra per il lancio, fra le altre cose vi sono ottimi lanciatori e fra loro si annoverano parecchi  istruttori SLM. Ogni anno, inoltre in
queste acque si tiene un corso di perfezionamento della Scuola Lancio Mosca, dove è possibile a tutti partecipare per perfezionare la propria tecnica. Insomma vorrei vivamente ringraziare tutti coloro che hanno fatto si che ciò si realizzasse, ma soprattutto un plauso di merito a questi ragazzi del Fly Club ’90. Va ricordato inoltre che alla dodicesima edizione del Trofeo Bisenzio il Club ha ricevuto un riconoscimento Nazionale per la gestione delle Aree a regolamento Specifico,  fra le motivazioni il fatto di aver fatto rinascere un tratto di fiume praticamente morto in conseguenza all’alluvione del ’96,con impegno , dedizione, semine mirate ed un’attenta sorveglianza.

 

 

Conclusioni

 

Un itinerario che consiglio, a tutti gli appassionati della pesca alla trota ma soprattutto a coloro che come me amano la pesca a mosca. Non aspettatevi catture di grossa mole, la maggior parte degli esemplari vanno dai 18 ai 28 centimetri ma di ottima qualità, infatti le immissioni vengono fatte solamente con materiale proveniente dall’incubatoio di valle, che viene selezionato  regalandoci  esemplari di trote di ottima fattezza e dalla splendida livrea. Una meta da fare con gli amici, o con la famiglia, infatti la Versilia sarà capace di regalare piacere e relax a tutti. Per chi si concede una sola giornata di pesca consiglio per la pausa pranzo di approfittare della trattoria La Perla di Giada, proprio in centro a Ruosina ed a due passi dal fiume, l’indirizzzo è via Provinciale della Marina 71, i recapiti telefonici per chi volesse prenotare sono 0584 777644 oppure 339 1145974, il turno di chiusura è il mercoledì, qui con una modica cifra potrete assaporare piatti della tradizione Versiliese. Per ulteriori informazioni, potete visitare il sito internet  www.flyclub90versilia.net

 

Come Arrivarci

 

Sia per chi proviene da nord che da sud  deve prendere l’uscita autostradale ­Versilia ed uscito dal casello svoltare a destra seguendo le indicazioni per Seravezza, a questo punto se si desidera affrontare il torrente Serra girare a sinistra e seguire le indicazioni per Malbacco. Se invece si desidera pescare sul torrente Vezza, dove tra l‘altro si trova il No Kill bisogna proseguire dritto seguendo le indicazioni per Ruosina. I tesserini segna catture possono essere fatti direttamente in loco presso i seguenti esercizi:

Venator-
Via Seravezza, 4
Seravezza - Lucca (LU) - 55047 

Esca e Pesca di Pietrasanta
Via Aurelia Nord 136
55045
Pietrasanta

MA.LA.TO di Pietrasanta 
via Sarzanese  Pietrasanta

 
BAR Chimera di Seravezza
p.zza Mazzini 52, Seravezza, 

BAR Il Manicomio a Ruosina
via di marina  Ruosina


Pro Loco di Seravezza
Via C.Del Greco  55047 Seravezza (Lu) 

Unione dei Comuni a Seravezza
Via Delatre, 69 - 55047 Seravezza (Lu)  

ANPAS  a Ponte Stazzemese
Via Don I. Lazzeri 55040 Stazzema (Lu)

 

 

 

 

 

                       


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