Itinerari Estero

Nosy Be, l'isola che... c'è!

Di Gionata Paolicchi pubblicato il 18/04/10

Nosy Be: “Nosy” vuol dire Isola nella lingua Malgascia (del Madagascar…) e “Be”… forse, vuol dire… Bellissima!!! E’ infatti davvero bellissima Nosy Be, sotto tutti i punti di vista: pesca, natura, cucina, relax, c’è tutto, ma davvero tutto, per la vacanza perfetta.

E tre! Terzo viaggio a Nosy Be in Madagascar, inizia il conteggio, così come, per anni, ho fatto con Cuba, fermando il counter a 20! Scusate, ma io sono di natura un matematico, non un letterato, ho fatto il Liceo Scientifico, quindi mi piace tenere sempre conto di tutto. Di Cuba mi sarebbe sempre piaciuto anche tenere il conto delle sessioni di pesca, ma non sono mai riuscito a farlo, con il Madagascar invece sono a quota 15 uscite di pesca e terrò il conto, ne sono certo, perché ormai, ho deciso, andrò li di sicuro una, ma anche due volte all’anno se riesco/posso. Posto ideale per andare con o senza famiglia, a seconda di questo variano anche le sistemazioni alberghiere e le cifre che si possono spendere.

In loco vive Domenico, un italiano che è la mia base e punto di riferimento, nonché responsabile del Fishing Paradise di Nosy Be www.fishingparadise.it . Per qualsiasi problema, per prenotare, basta che scrivete una mail a lui madarunners4x4@yahoo.fr . E allora via per questo terzo viaggio: siamo in 11! Sono con la famiglia al seguito e decidiamo di stare comodi, anche perché con noi c’è mio figlio Gabriele di soli 4 anni e per mille fattori, compresi quelli igienico-sanitari, meglio stare nel villaggio italiano del Bravo Club di Andilana, villaggio Alpitour tanto per capirci. Posto a dir poco meraviglioso, ma che sconsiglio a chi va a Nosy Be solo per pescare, non solo per i costi, più alti di altre sistemazioni, ma perché chi pesca, si sveglia all’alba, torna al tramonto e non sfrutterebbe nemmeno il 10% di una struttura come quella.

Domenico ha degli appartamenti sulla spiaggia di Ambondrona, che costano 45 euro per la singola e 50 euro per la doppia al giorno. Oppure per chi viene con la famiglia, c’è una sistemazione a Madirokely, sempre sulla spiaggia, appartamenti con piscina e ristorante, che con 90-100 euro si prende una doppia. Inoltre le barche sono sulla spiaggia di Madirokely… quindi per la sistemazione appena citata, per andare a prendere la barca si fanno 100 metri a piedi, da casa di Domenico si fanno due km in auto, dal Bravo Club a Madirokely ci sono 20 km di “strada” e le virgolette non sono messe a caso. Ma andiamo avanti…

Oltre la famiglia alcuni amici che verranno a pesca con me: un chirurgo, un oculista, un fabbro-idraulico-tutto fare… Marco, Riccardo e Adriano, già vostra conoscenza, in arte Muso. Per pescare andremo tre giorni con il mitico Manou e due giorni con un'altra barca, questo perché Manou dovrà partire per un tour di pesca di una settimana con dei turisti francesi. A proposito di questi tour che lui organizza: usa un catamarano come base di appoggio per dormire-mangiare e la sua barca per far pescare. Va nella zona del nord di Nosy Be, molte miglia più su, dove mai nessuno va a pescare e dove c’è pesca a volontà. Chi fosse interessato per sapere come funziona questa escursione, il massimo per un pescatore accanito, scriva a Domenico.

Manou ha una bella barca con due motori fuori bordo da 140 cv Suzuki nuovi fiammanti e due marinai eccezionali: con Manou, anche il pescatore più pigro è felice, perché i marinai sanno fare tutto, nodi, inneschi, con una abilità disarmante. Manou è capitano IGFA, ma capitano IGFA di quelli veri, vive a Nosy Be da quasi 15 anni ed ormai conosce ogni metro di queste acque.
Aprile mi dicono sia un ottimo periodo per i Giant Trevally Maxi, ma la pesca al GT da record è particolare e non ne siamo amanti ne io, ne Manou: in buona sostanza si prendono dei bonito vivi (o anche morti), ci si mette su un bel piombo da 750 grammi e lo si manda sul fondo… se abbocca è un mostro, ma anche uno Squalo Martello, o uno Squalo di barriera, oppure anche un maxi Barracuda di 23 kg come ho preso la volta prima facendo questo metodo. Re di questa pesca è il mitico Alessandro Righini che spesso va a Nosy Be ed usa come guida un altro francese, tal Louic, loro sono specialisti di questa tecnica.

Il bello di pescare con Manou è che lui concepisce la pesca esattamente come la concepisco io e raramente in vita mia ho trovato una guida così affine ai miei usi e costumi, tanto che a volte sembriamo telepatici ed abbiamo i tempi perfetti. Non voglio ovviamente fare il modesto, ma mi ritengo uno che di quel tipo di pesca ci capisce, ho fatto la guida di pesca per anni a Cuba ed il Madagascar non differisce molto per pesci e tecniche dai caraibi e vedendo Manou fare e decidere esattamente quello che anche io penso, mi da molta soddisfazione. In buona sostanza: non esiste una tecnica predominante, non è possibile pensare di partire dall’Italia per venire qui a prendere un solo tipo di pesce con una sola tecnica e mi rivolgo agli amici amanti dello spinning ai GT! Ne conosco alcuni che sulle mangianze hanno insistito a tirare popper a galla, mentre io con il jig gli prendevo un GT dietro l’altro.

Io credo che se uno fa tanta strada, spende tanti soldi, deve adeguarsi alle condizioni che trova. Ok, amo lo spinning, voglio i GT con il popper… allora consiglio di andare giù da settembre a dicembre, in Aprile, sono arrivato su 40 mangianze, ho tirato il popper 200 volte, non ho avuto una cacciata. Idem dicasi a giugno, altro periodo in cui sono stato, mentre a novembre a popper ne ho presi decine. Quindi: se uno “sbaglia” periodo, o non è fortunato perché la stagione non è ottima, si deve ripiegare su altre tecniche. Anche il nostro gruppo di questo viaggio, preferiva fare la traina, ma a traina, con gli artificiali, adesso mangiava poco o nulla, se non qualche Barracuda. Allora perché insistere? Meglio fare bolentino o drifting. Insomma, con Manou, in una giornata, si passa dalla traina leggera alla traina d’altura, dal bolentino al drifting, dallo spinning al jigging, si fanno cioè tutte le tecniche possibili e se voi non avete ovviamente l’attrezzatura per fare tutto, non vi preoccupate, ce l’ha lui.


Apro una parentesi prezzi barche a Nosy Be: si trovano barche a 250 euro, altre a 350, poi si passa ai 470 euro di Louic ed infine, il più caro, Manou, 550 euro al giorno. Come mai andare a pesca con il più caro di tutti? Beh, dico io: perché se si è in 4 e si spendono 140 euro il giorno a testa per la pesca, voglio risparmiare 50 euro il giorno a testa per avere una barca che… si rompe, che si sposta di poche miglia per non consumare carburante, non ha in fresco le bibite, non ha da mangiare, non ha marinai capaci, ecc ecc? Perché spendere tra volo ed alloggio oltre 1000 euro per venire a pesca e poi risparmiare 200 euro che possono farci rovinare la vacanza? Insomma, la barca deve essere il top della vacanza, magari risparmiamo sull’alloggio, in cui in definitiva il pescatore incallito deve  solo dormire, ma non risparmiamo sulla barca!!! Ma si sa, il pescatore italico è così, una volta fa il viaggio organizzato, poi lui si sente furbo e fa da solo… poi si prende le fregature e torna da te… ed in Madagascar, di fregature… se ne prendono a miliardi, quindi occhio, uomini avvisati, mezzi salvati.

Mi sembra di aver detto tutto, tutto quello che concerne le info, ma parliamo della pescata inerente questo viaggio: non è andata benissimo, pochi pesci in giro, poche mangianze e per prendere qualcosa abbiamo dovuto fare molte, molte miglia di mare. Ovviamente il giorno alla secca del Castoro è stato il massimo: una secca con 15 metri di acqua che ha attorno il mare che arriva a 2000 metri, vi potete immaginare cosa ci sia li sopra. Solo che per arrivarci ci vogliono due ore di navigazione e con una barca che non è proprio un Bertam, tutto diventa faticoso.

Abbiamo preso tanti Skip Jack, dei tonnetti sui 4-6 chili che tirano come dei muli, ed anche dei Tonni pinna gialla fino a 6-7 chili che parevano svuotare il mulinello da tanto che partivano, una goduria immane. Abbiamo deciso sul Castoro di fare un po di pesca a galla, una traina ai rostrati ed ecco l’immancabile vela, preso, per la cronaca, da Marco. Poi tanto bolentino e drifting, che ci ha fruttato bei pesci e belle spaccate: sono almeno una decina i pesci persi che hanno rotto, ma soprattutto, che si sono intanati, quindi… delle maxi Cernie! Poi Squali, tanti, troppi Squali. Ma sono pesci anche loro, direbbe un caro amico. E soprattutto, la filosofia di Manou, il catch e release: Manou rilascia tutto il pesce, eccezion fatta per 2-3 prede, che sono la cena di noi pescatori! Invece per pranzo ci siamo fatti un carpaccio di Tonno, con olio d’oliva doc e limone locale, davvero fantastico.

Poi abbiamo preso delle Ricciole, dei Jack, dei Capitan, delle Cubere, un po di tutto, ma poco di tutto, che comunque, ha fatto la gioia dei pescatori. Dopo tre giorni da sogno con Manou, come già detto, abbiamo preso un'altra barca… e dopo un giorno con un'altra barca, abbiamo deciso di mollare la presa, sia per la stanchezza, che per il fatto, che dopo aver pescato con Manou, tutte le altre barche (e quella costava solo 100 euro il giorno meno di Manou), sembrano dei pedalò! La differenza è abissale, provate per credere, poi mi direte se ho ragione o no!

 

Prodotti utilizzati in questo viaggio come novità:

sono tre le aziende che mi sento di ringraziare per questo viaggio per i materiali messi a disposizione della ciurma:

Italcanna: la famiglia D’Olivo come sempre mi assiste nei viaggio oltre Oceano, in questo caso ho potuto provare un abbinamento della nuova Stand Up “Ice” con un Gladiator Argento Bellissimo. La nostra attrezzatura era composta in blocco da 4 Diplomat Italcanna, una Ice, tutti Gladiator 6/0, cinque canne Agabama da 16 libbre, due delle quali la versione limitata blu, tre canne da Jig Italcanna, monofili Ande e girelle Eagle Claw. Diciamo che l’80% della nostra attrezzatura usciva dall’Azienda di Segromigno, www.italcanna.com

Spiderwire e Globe: ringrazio invece Marco Longinotti per Spiderwire per avermi messo a disposizione dei trecciati davvero super, lo Spiderwire “stealth code red braid” di colore rosso da 100 libbre che ho usato, non mi ha mai tradito. Mentre Globe di Gianluca Giannelli mi ha fornito un vasto assortimento di esche da Jig della ABU ed un bel tubo per portare le canne (che quasi a Roma mi perdono al rientrono… ma poi dopo tre giorni me lo rispediscono a casa…) fornito dalla Blue Springs.

Tubertini: Glauco Tubertini mi ha invece fornito un bellissimo e nuovo AP Power 20.000, un vero trattore che non mi ha deluso e che ha preso Squali fino a 50 kg in questo viaggio. Un vero gioiello che costa molto meno di tanti mulinelli più blasonati e che credo sia l’acquisto ideale per questi viaggi. Un mulinello non troppo costoso ed indistruttibile.


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