Tecniche

Nylon e trecce: alleati o antagonisti?

Di Agostino Zurma pubblicato il 01/08/10

Affronto con questo articolo una serie di ragionamenti su un paragone senza dubbio caro a tutti i carpisti, un argomento quello delle lenze complesso e delicato che ci porterà ad serie di analisi e riflessioni necessarie ad effettuare scelte giuste in questo preciso settore.
Il titolo apre subito un primo e preciso interrogativo al quale vi è, a mio parere una sola e inequivocabile risposta : alleati. Il motivo è semplice, l’ interpretazione di un preciso modo di pescare, di una consapevole preferenza in funzione degli ambienti sfidati non mette i due materiali in competizione ma li vede ogni volta quasi scelta obbligata e in moltissime occasioni addirittura complici, insomma nulla deve essere lasciato al caso tantomeno la scelta delle lenze con le quali riempire i nostri mulinelli. Ed in tal senso corre il mio modo di atteggiarmi, non da stretto tifoso di uno o dell’altro, anche se prediligo il nailon, ma da attento osservatore delle situazioni in cui mi trovo, circostanze che possono cambiare anche durante la stessa battuta di pesca. Quindi ad un mulinello equivale un abbinamento con varie bobine, caricate con trecciati e nailon , anche di diametri diversi.
Questo è il primo consiglio

Nailon

Veramente una possibilità di scelta infinita, per il carpista non vi sono letteralmente limiti,
centinaia di tipi da poter catalizzare in base alla richiesta specifica di caratteristiche, morbidezza, tenuta, resistenza all’abrasione, elasticità, affondamento, bassa memoria e non ultimo il prezzo.
Ma quali le caratteristiche che lo esaltano e quali invece i suoi punti deboli:esaminiamoli.

Resistenza all’abrasione e tenuta al nodo
Se dobbiamo pescare in ambienti rocciosi necessita una buona tenuta all’abrasione, e questo è sicuramente un suo punto di forza, generalmente questa è garantita da un buon diametro, diciamo che la mia opzione ricade su diametri dello 0,60 in su. Questa scelta mi ha permesso di portare a guadino dei pesci anche con il monofilo in alcune parti risultava notevolmente sfilacciato. Un diametro inferiore avrebbe sicuramente ceduto e avrei lasciato il pesce intrappolato con decine di metri di filo da portarsi appresso non so per quanto tempo. Scelta analoga se peschiamo in presenza di tronchi sommersi lo sfregamento del nailon non comporterà che questo ne rimanga incastrato, come invece succederebbe per la treccia. Non si abbia paura di utilizzare diametri elevati nel pericolo di poter essere identificati come poco sportivi, qui si tratta di salvaguardare l’incolumità dei nostri avversari quindi passiamo sicuramente sopra a simili paranoie.
Una caratteristica di vitale importanza quella della tenuta al nodo di giunzione, il suo realizzo dovrà avvenire con legature specifiche ed effettuate con estrema correttezza. Un consiglio, se dopo avere effettuato un nodo non siete totalmente convinti del risultato ottenuto non esitate a rifare il tutto.

Elasticità e morbidezza
La prima proprietà, più o meno elevata, a volte ci consente degli errori in fase di recupero, un ritardo nel rilascio della frizione, la necessità in caso di groviglio, con formazioni di grosse parrucche, di poter tagliare il filo alle due opposte estremità e di ricongiungerlo con un nodo pur consentendo nel frangente, alla madre lenza ,di attutire eventuali fughe del pesce. Inoltre è fondamentale nella pesca marginale dove il contatto con il pesce e il successivo contrasto alla fuga avviene in situazioni dove la distanza non giova certo allo sfruttamento totale dell’allungamento. Purtroppo una controindicazione plateale per la pesca a lunga distanza
Quello della morbidezza è un requisito senza dubbio necessario nel caso si vogliano effettuare lanci lunghi, questa caratteristica consente alle spire di uscire con maggior naturalezza dalla bobina del mulinello e di scorrere attraverso gli anelli.

Velocità di affondamento e superficie liscia
Questa prima è una dote irrinunciabile, proviamo ad immaginare cosa succederebbe se un centinaio di metri di filo galleggiassero sulla superficie dell’acqua battuta dal vento, raccogliendo tra l’altro tutte le schifezze che vi si trovano sopra. Ci imbatteremo in una situazione che potrebbe sfociare
addirittura nella soluzione estrema di abbandonare il luogo di pesca. Relativamente poi alla sua parte esterna che appare perfettamente liscia, questa evidenzia una qualità che io nella pesca in
acque correnti apprezzo notevolmente, ovvero limita notevolmente la possibilità da parte dei detriti trasportati dal fiume di attaccarsi in modo insopportabile alla lenza. Pericolo che nei trecciati è sicuramente elevato.

Memoria.
Penso che a molti sarà successo durante un recupero di avere magari il filo, che per un particolare motivo viene rilasciato dalla tensione normale, che immediatamente si attorciglia alla cima della canna compromettendo, a volte definitivamente, la riuscita della cattura. La lenza è stata sottoposta al fenomeno della “memoria”. Questa manifestazione avviene, ora fortunatamente in modo minore grazie al miglioramento dei materiali, anche se il filo è stato imbobinato correttamente, ne sono causa  i continui recuperi che lo sottopongono a torsione.

Prezzo sopportabile
Elemento da non sottovalutare vista la concreta necessità di sostituire il nailon in bobina abbastanza di frequente dati gli inconvenienti  precedentemente decritti, oltre al fatto che la nostra lenza sarà sottoposta anche allo stress delle catture, certamente il più desiderato. Inoltre un nemico a volte invisibile compromette il nostro nailon, le presenze di sostanze inquinanti infatti intaccano sensibilmente le proprietà del filo. L’esposizione al sole completa l’opera.

Treccia

Il ricorso ai trecciati da parte dei carpisti è ormai cosa di vecchia data, i vari produttori di Dyneema infatti offrono dei prodotti che riescono a risolvere problematiche derivanti da stili particolari di pesca che si identificano tra gli altri nella lunga distanza, nella pesca tra gli erbai e in vicinanza di ostacoli.
Anche per il trecciato una panoramica sulle proprietà del si e del no.

Elasticità e memoria uguale a zero
Qualità peculiari dei nostri Dyneema, una combinazione che trova la massima espressione nella pesca a lunga distanza. La mancanza di elasticità consente al materiale di segnalare la benché minima abboccata e di trasmettere con sicurezza la nostra ferrata, inoltre durante il combattimento saremo sempre a stretto contatto con la preda potendo in tal senso essere sempre in grado di gestire l’avversario nei suoi svariati comportamenti. Assolutamente da evitare nella pesca marginale. Ancora determinante nella pesca vicino agli ostacoli, in abbinamento con una frizione stretta e una attenzione ininterrotta alle canne, potremo bloccare la carpa prima che questa vi trovi rifugio all’interno. La mancanza di memoria, infine, evita il fastidioso e pericolo problema legato all’attorcigliamento attorno alla canna.

Mulinelli più pieni
La caratteristica della treccia di avere un carico di rottura notevolmente superiore al nailon ci consente di utilizzare dei diametri sicuramente inferiori. Una prerogativa questa che ci offre la possibilità di caricare i nostri mulinelli con molti metri in più. Una manna per gli amanti del long range e dei lanci forzati al massimo.

Costo superiore ma…..
Non è una sorpresa che a livello economico vi sia un vero e proprio abisso nei confronti del nailon, ma di contropartita vi è però una durata nettamente superiore, parliamo di anni. Un solo piccolo neo, la tenuta al nodo che nel caso si usi un parastrappi conviene rifare con frequenza.

Attenti agli anelli e alla galleggiabilità
Punti dolenti ma superabili, l’abrasività della treccia potrebbe compromettere inevitabilmente gli anelli delle nostre canne. E’ necessario che quando se ne effettui l’acquisto venga controllato il materiale che li compone, devono essere in  SIC ( carburo di silicio). Per quanto concerne la galleggiabilità si incorrerebbero nelle problematiche evidenziate prima parlando del nailon, vi sono comunque alcune ditte che garantiscono l’affondamento della treccia. Puntiamo su quelle.

Un buon tagliaerba ma problemi con l’abrasione
La pesca tra gli erbai vede la treccia elemento insostituibile, questo grazie  alla sua facilità di tranciare la vegetazione acquatica e alla possibilità di trascinarne con il pesce anche grossi accumuli, il più delle volte senza compromettere la cattura.
Relativamente alla resistenza all’abrasione, molto bassa, non utilizziamola in presenza di massi o di cozze non reggerebbe. Se però la distanza elevata, o altre caratteristiche dello spot, ci obbligano al suo utilizzo risolviamo il problema collegando una trentina di metri di grosso nailon, almeno uno 0,60, nella parte finale e i nostri guai saranno risolti.  


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