Racconti

Pane al pane, articolo tratto da Pianeta Pesca

Di Massimo Zelli pubblicato il 30/09/14

Pane al pane ...

Vi piacerebbe fare quindici Kg di pesce, qualunque pesce, in una mezza giornata di pesca spendendo meno di 5 euro tra esche e pastura? E se fossero savette? Io credo che in momento come quello che stiamo attraversando c’è più di uno che vorrebbe sapere come si fa e per più di un motivo.

Capita di rado ma capita di fare una pescata su pesci dalla genesi vecchia e dalla purezza certa. Capita di rado di doverci arrivare attraverso tecniche, anche quelle, molto spesso ai margini e quasi dimenticate poichè non compatibili con quello che l’ottica consumistica che il settore pesca, non essendo un ente benefico, porta con se e pubblicizza. Capita invece meno raramente sentire che per favorire la pesca in Italia bisognerebbe valorizzare ogni risorsa di tipo ittico compresa quella dei pesci alloctoni. Ho letto con interesse l’editoriale di R.Ripamonti su Carponline in cui tra le varie riflessioni riporta una dichiarazione del dipartimento delle acque e della pesca dello stato della Florida: “L’immissione del Peacock bass rappresenta oggi un giro di di alcuni milioni di dollari e la creazione di migliaia di posti di lavoro grazie all’enorme interesse scaturito dalla sua presenza che, ha attirato appassionati di pesca da tutti gli States..” Trovate l’articolo intero, dal titolo “alloctoni-autoctoni ... non molliamo la presa” su Carponline: in soldoni il Roberto nazionale riporta un esempio della visione aperta e utilitaristica che generalmente gli americani hanno nella risoluzione dei problemi. La tilapia (una sorta di carassio dall’aggressività estrema e dalla crescita rapida) è un’animale abbastanza infestante nelle acque della Florida: per limitarne l’espansione è stato introdotto il peacock, un avversario naturale di questa. Per farla breve: ad alloctono si risponde con alloctono. Sicuramente un punto di vista estremo ed estremamente aperto ma rispettabilissimo e supportato da Rob Kramer che da presidente dell’IGFA è in contatto e svolge attività, tra gli altri, per il congresso degli stati uniti. Perchè riporto tutto questo? Perchè è sorprendente come in Italia abbiamo tre grossissimi problemi nel settore pesca.

1. Non siamo in grado di prendere decisioni veloci nemmeno al livello provinciale e pretendiamo di fare leggi quadro a livello regionale che dovrebbero essere figlie leggittime di direttive al livello nazionale. In parole povere una cascata di responsabilità che non combacia per altro con l’operatività e l’applicazione di queste sul campo (che per inciso sarebbe dove le decisioni prese nell’ “aere sereno” o nell’ “iper-uranio” andrebbero applicate: cioè sulla terra, dove i problemi da risolvere si verificano fattivamente).

2. Nel settore pesca afferiscono punti di vista differenti: quello interessato all’aspetto economico dei produttori di articoli da pesca e quello interessato ad un pesce o ad uno stile di pesca che è quello delle associazioni. I primi promuovono i loro interessi, quindi alloctono o non alloctono, per vendere una canna in più sarebbe pari avere temoli o pescegatto americano, in una roggia del Trentino. I secondi promuovono i loro interessi e quindi per chi pesca siluri , se questi attecchissero in un riale appenninico dove il padrone di casa è una fario sarebbero ben felici di fare delle semine. Chi pesca a ledgering avrebbe assai caro avere barbi europei anche nei tombini mentre per il settore agonistico una bella semina di breme starebbe egregiamente anche in un lago glaciale alle pendici del monte Rosa... Qual’è il problema? Il problema è che una visione divisa in questo modo, per settori di interesse, non favorisce l’applicazione di quello che è il comune buon senso: il senso dell’articolo di Roberto è che, sebbene usando un esempio alquanto di rottura ... ed a questo a Roberto stesso pongo l’osservazione che, mi piace l’articolo perchè riporta un metodo d’azione  rapido e pratico ma in Italia non siamo negli Stati Uniti e di alloctoni ce ne sono abbastanza senza doverne importare altri,  ... il senso è che le decisioni nell’ambito del settore pesca vanno prese per favorire il settore pesca e non un qualunque altro interesse poichè, il settore pesca stesso, tutto quanto , dal siluro,alla carpa, allo spinning , alla mosca , all’agonismo, al pescatore a passata, è una risorsa umana ed economica e va valorizzata. Finchè non ci sarà unità di intenti ad alto livello le associazioni singole e in se stesse saranno sempre alla stregua di 4 sfigati che in ambito legislativo e decisionale contano come il due di  coppe quando briscola è bastoni. Ci sono i numeri in Italia per trattare e dirigere al livello nazionale certe questioni, chi è più all’interno di me di queste faccende dovrebbe prendere atto di questo ed agire di conseguenza. Facendo quadrato tra tutti i rappresentanti del settore pesca e costituendo una voce comune supporteremmo quello che è l’unico scopo del settore pesca: esistere ed essere risorsa.

3. il problema degli alloctoni è un problema che merita soluzioni specifiche per ogni bacino: ci sono posti nei quali questi non sono presenti e dove questi non devono essere seminati. Ci sono posti dove creano grossi problemi agli ecosistemi ed in questo caso bisogna agire di pugno e subito per eliminare il problema. Ci sono altresì dei luoghi dove la situazione ambientale ha trovato il suo equilibrio attraverso questi pesci e questi ambienti vanno monitorati e salvaguardati nel loro stato attuale (vedi fiume Po per fare un esempio). Quello che non va fatto è fornire l’alibi per la distruzione di massa degli ecosistemi dei canali ad un manipolo di balordi (molto spesso alloctoni anche loro...) solo perchè hanno “la pezza giustificativa” del pescatore professionista. Quello che non va fatto è provare a scrivere leggi regionali come quella in Emilia romagna che per fortuna non è stata trasformata in decreto nei quali la carpa viene definita alloctona e se ne vieta la reimmissione. Io credo che da menti capaci e coscienti non dovrebbero venire fuori simili abomini. Quello che non va fatto è mantenere in vita una tradizione senza senso come quella della pesca professionale in acque interne: le acque e la loro salute vanno salvaguardate perchè il settore pesca ripeto, tutto quanto, è una risorsa per tutti.

 


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