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Parliamo di carpe

Di Mauro Patrucco pubblicato il 10/01/08

Quando Gionata, il Direttore, mi ha chiesto se desideravo scrivere alcune pagine per il sito Pescareonline, zona junior, mi sono entusiasmato, chi non lo sarebbe avendo la possibilità di parlare ad un pubblico giovane, il futuro della pesca, il futuro della mai passione.
Poi, di fronte alla pagina vuota del word processor, ho perso sicurezza.
Due figli con otto anni di differenza tra l’uno e l’altro mi hanno insegnato che le ‘visioni di vita’ tra generazioni non sono più quelle dei miei tempi, padre/figlio, ma molto più ravvicinate nell’asse dei tempi. L’impegno di padre/amico mi ha anche insegnato che più la differenze sono marcate maggiori sono le possibili incomprensioni.
Per evitare questo rischio ho deciso di focalizzare questa serie di interventi più sull’aspetto pratico lasciando la parte teorica in secondo piano.
Ho pensato che la grande intelligenza che caratterizza le nuove generazioni di pescatori, competenti più di quello che la maggior parte degli adulti pensano, faccia da catalizzatore e permetta a coloro che sono interessati a queste pagine di scegliere non in base alla tecnica ma basandosi sulle riflessioni che derivano dall’esperienza.
Le stesse riflessioni che a suo tempo ho fatto io, continuo a farlo anche ora perché la pesca non è un qualcosa di immobile, frequentando ‘i vecchi carpisti’ i quali mi hanno insegnato a ragionare come il grande ciprinide conoscendo abitudini e principi spiccioli di fisiologia vissuta che, ancora oggi, nessun testo affronta o cita.

Nella pesca ai ciprinidi, in particolare la carpa, la pasturazione riveste particolare importanza tanto da considerare anomala e casuale la cattura effettuata senza questo esercizio.
Può anche succedere che una carpa venga guadinata senza pasturazione ma certamente l’opera, benemerita, è stata fatta da altri. Vale quindi la pena di affrontare il problema esche in modo approfondito. In questa prime pagine parlerò di esche tralasciando volutamente la boilie alla quale dedicherò un capitolo a se.
Non illustrerò tutte le esche possibili ma mi limiterò a quelle che maggiormente ho utilizzato in questi ultimi anni, approfondendo pro e contro di ognuna.
Prima di tutto sfaterò un mito, le carpe sono prettamente carnivore.
La loro natura opportunista però prevale, come sempre in natura, e permette loro di accettare esche diverse, ad esempio ricche di carboidrati, in questo caso però la parte proteica necessaria al loro sviluppo, la ciccia per capirci, se la cercano da se.
Il termine, improprio, con il quale chiamerò le esche ‘cicciose’ è: naturali.

Il bigattino
La larva di mosca carnaia è un’ottima esca, è riconosciuta come tale da tutti i pesci e quindi anche dalla carpa. Teoricamente, qualora il pescatore avesse a disposizione un bacino contenente solo carpe,  il vispo bachino sarebbe l’esca ideale.
In realtà la situazione è ben più complessa: è poco selettivo e viene apprezzato da tutti gli altri pesci i quali se ne cibano con un’avidità impressionante. Quando però i piccoli pesci diventano meno invadenti, inverno, il bigattino diventa un’ottima esca sia per una pesca statica che di ricerca. Prima di trasformarsi in mosca il bigattino sviluppa una fase intermedia e diventa ciò che viene chiamato caster. In questo stadio può essere validamente utilizzato come pastura/esca specie in quei luoghi dove la minutaglia è particolarmente invadente. Questa trasformazione rende il bachino più resistente anche se manca del caratteristico effetto movimento. Bigattini e caster possono essere facilmente acquistati in tutti i negozi specializzati in articoli da pesca ed il costo è abbastanza basso.

Il verme
Il verme è senza dubbio una delle prime esche utilizzate per la pesca a fondo in acqua dolce.
Per quanto riguarda la carpa l’anellide che permette di selezionare la taglia è senza dubbio il verme di terra il quale può essere posizionato anche sul’hair rig – capello.
A questo proposito consiglio taglie grandi in periodi particolari dell’anno - estate, e piccole ma attive ad inizio primavera, tardo autunno e inverno quando la minutaglia è meno invadente.
Acquistabile facilmente in tutte le taglie a costi accessibili.

Il ver de vase
E’ la larva del chironomus, conosciuta per lo più dai pescatori pescatori ‘al colpo’ per l’irresistibile attrazione che esercita sui pesci. E’ un cibo naturale che le carpe reperiscono facilmente lungo le sponde di quasi tutti gli specchi d’acqua, per quanto riguarda la pesca della carpa ‘la larva’ non si presta ad essere utilizzata direttamente sull’amo ma rappresenta, insieme a bigattino – caster e verme, un’ottima  esca d‘appoggio per altra pastura. Il concetto esca appoggio verrà analizzato dettagliatamente in seguito. Oggi questa larva è pure commercializzata in apposite soluzioni non acquose, bloodworm il suo  nome Inglese, con la possibilità di inserirla all’interno dei sacchetti in PVA insieme ad altre pasture. Il piccolo ‘vermetto rosso’ incuriosisce immediatamente la carpa invogliandola ad alimentarsi, efficacissima durante il periodo caldo o tiepido trova giustificazione anche nel periodo freddo. Sia ‘fresco’ che in ‘soluzione’ ha costi elevati e non è sempre reperibile.

Il prossimo mese analizzeremo ciò che chiamerò – sempre impropriamente: esche vegetali.


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