Tecniche

Pesca a mosca in mare: la ricerca

Di Luigi Colucci pubblicato il 26/05/09

 

Negli ultimi anni la pesca a mosca ha subito evoluzioni straordinarie, dando la passibilità agli appassionati del genere di insidiare specie di pesci, una volta tutt’ altro che consone alla coda di topo, in ambienti diversi dal fiume dove al tempo dei greci e dei romani nacque questa fantastica tecnica.

Tanti sono gli appassionati che, soprattutto negli ultimi anni, si sono dedicati alla mosca in mare, e si cimentano dalla riva nella ricerca di spigole, barracuda, leccie e altri pesci che, stagionalmente, troviamo di passaggio nei pressi delle coste.

 

FATTORI AMBIENTALI

 

Primo fra tutti le maree, fattore fondamentale nella pesca in acqua salata, condiziona in maniera importatane l’ attività predatoria dei pesci, in quanto mette in moto tutta la catena alimentare, dai piccoli organismi che vengono smossi dal moto ondoso e con essi i piccoli pesci che se ne cibano, sino ad arrivare ai predatori che hanno così più occasioni di aggredire qualche pesciolino in attività.

Per tanto le ore che precedono e che seguono il picco di marea sono sempre momenti da sfruttare e da tener presenti nello scegliere la giornata ideale per una battuta di pesca produttiva.

Oltre alle maree altro fattore da non sottovalutare sono le ore che precedono l’ arrivo di una bassa pressione, la condizione barometrica, l’ aumento repentino del vento e il formarsi delle onde condizionano molto l’ attività del pesce che sfrutta questi istanti per nutrirsi.

In fine ma non meno importanti, da tenere presenti l’ alba e il tramonto. Sinceramente i fattori che in assoluto rispetto di più poiché mi hanno dato sempre soddisfazioni, spesso indipendentemente dall’ arrivo o meno della marea o di perturbazioni. I cambi di luce giocano un ruolo fondamentale soprattutto nella ricerca della spigola, la quale, sfrutta questi istanti per portare agguati alla minutaglia in difficoltà tra le scogliere o lungo le spiagge e nei porti.

Per organizzare una battuta efficace, la possibilità di sfruttare questi fattori ambientali al meglio, può sicuramente fare la differenza.

 

LA SCELTA DEL LUOGO

 

Sembrerà ovvio ma la scelta del luogo migliore deriva fondamentalmente dall’ esperienza di ogni singolo pescatore, questo per un motivo molto semplice, le acque marine italiane sono fondamentalmente molto diverse e varie a seconda della regione di appartenenza e spesso, anche cambiando costa di qualche chilometro ci si trova in condizioni ambientali totalmente diverse! Lo Ionio, il Tirreno, l’ Adriatico, tutti con caratteristiche profondamente diverse. I punti comuni di questi mari sono le foci, le dighe foranee, i porti, le scogliere e, perché no, le spiagge. Sebbene questi luoghi hanno di per se caratteristiche fisiche simili tra loro tanto da indurre i più a pensare che siano tutte uguali, la realtà è che cambiando il mare di appartenenza cambiano alcuni fattori ambientali molto rilevanti. Ad esempio le maree in adriatico, sono molto più basse (in termini di altezza dell’ onda) rispetto alle maree tirreniche. Di conseguenza mentre lungo le coste tirreniche la spiaggia, durante le maree, ha delle buone onde dove tentare di insidiare qualche spigola di taglia, in alto adriatico la spiaggia può in effetti essere meno produttiva con onde di scarso rilievo.

Premesso ciò, i luoghi come le scogliere, le foci e i porti restano luoghi di elezione per i predatori in quanto vi è sempre una costante presenza di pesce foraggio, e avendo la possibilità di frequentarli spesso, sarà poi la nostra personale esperienza a dirci con quale tempo, marea, e orario del giorno, se sia, ad esempio, meglio prediligere il porto vicino a casa anziché la scogliera che è a diversi chilometri, e viceversa.

 

ATTREZZATURE E TECNICA

 

Non ho intenzione di dilungarmi molto sulle attrezzature migliori per pescare dalla costa a pesci come spigole, barracuda ecc. in quanto molti pescatori che, passano dall’ acqua dolce alla salata, sono convinti che la cosa più importante per pescare in mare sia proprio l’ attrezzatura…non è così!

Come gia detto i fattori più importanti da tenere in considerazioni sono le condizioni ambientali e quelle logistiche, poiché il mare essendo un ambiente estremamente vasto, e nello specifico quello italiano non è di certo un mare caraibico ricco di ogni sorta di pesce disposto ad addentare la prima cosa che passa, ha bisogno quindi di essere studiato affondo con battute di pesca anche infruttuose per stabilire con precisione dove sono i pesci. L’ importante è trovarli.

Per pescare in mare le attrezzature migliori consistono in canne dai 9 ai 10 piedi per code dalla 8 alla 10. Attrezzature più potenti da riva non trovano utilità in quanto troppo pesanti e stancanti e meno maneggevoli in una pesca sprint, concentrata appunto in qualche ora di marea nelle quali lanciare e recuperare costantemente. La distanza da raggiungere con la coda varia a seconda dei luoghi frequentati e nello specifico, nella ricerca magari di uno scalino del fondo, oppure di uno scoglio affiorante da raggiungere con la doppia trazione. Con il mio amico, Del Percio Matteo, altro appassionato moschista, frequento spesso le spiagge nei pressi delle foci al mattino presto, e mi sono reso conto che le spigole stazionano spesso nei primi metri vicini alla riva alla ricerca di cibo, e che a poco serve in questi casi lanciare 25 o 30 mt di coda.

Fino a quando ci troviamo in posti con fondali bassi di 2 mt  di profondità al massimo, le code WF galleggianti o al massimo con tip affondante, con stremer o imitazioni di crab leggermente appesantite per sondare in quale strato dell’ acqua si stanno alimentando i pesci. Oppure code intermedie o affondanti per raggiungere profondità maggiori e far lavorare l’ esca a contatto con il fondo. Il recupero va effettuato a strappi più o meno veloci cercando di imitare dei pesciolini in difficoltà, e, nella ricerca della spigola di solito la mangiata apparirà come un’ improvviso appesantimento della coda. Questo predatore non è un fondista nel senso che non è un avversario instancabile anzi, ha fughe veloci ma brevi dandoci così l’ emozione di un combattimento breve ma intenso.

Ho notato che questi pesci amano in particolar modo imitazioni pulsanti e fluttuanti, quindi nell’ usare streamer che imitano pesciolini come acciughine, sarde, acquadelle ecc., cerchiamo di preferire quelli che, oltre alle ben note fibre sintetiche di vario tipo su cui non mi dilungo, hanno nella loro composizione anche una componente naturale come il marabou o le rabbit streap, che in acqua danno un movimento all’artificiale davvero adescante ed inimitabile.

 

 

 


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