Tecniche

Pesca a trota lago col galleggiante

Di Marco de Biase pubblicato il 03/11/14

Un autunno così caldo non l'avevo mai vissuto. Una vera e propria "ottobrata" fatta di giornate di sole intervallate a momenti di nebbia. Continuazione insolita dell'estate che ha fatto compagnia a molti di noi fino a pochi giorni fa, quando improvvisamente è arrivato il freddo artico a flagellare la nostra penisola. Il protrarsi del bel tempo per più due settimane ha creato un po' di confusione nei laghetti che, a fine settembre, sono stati rifocillati con le ultime semine di trote iridee.  I pesci hanno avvertito un'anomalia meteorologica che si è riflessa direttamente sulla temperatura dell'acqua. In poche parole, era troppo calda per l'inizio dell'autunno. In tanti, da Nord a Sud, mi hanno confermato un'apatia generalizzata delle iridee che sembravano essere impassibili dinanzi ad una bella camola recuperata con vetrino e piombino. "Manco con la 50€ all'amo avrebbero abboccato...". Queste le parole di un caro amico, deluso dalle prime battute di pesca a trota lago.

Dalle nostre discussioni in rete sono nati spunti e consigli pratici per affrontare la problematica delle trote apatiche. Ne è nato un confronto serrato che ha decretato l'errore principale: se non mangiano a recupero, possono attaccare l'esca quando sono se ferme. Si, proprio così. Abbiamo sciolto il nodo gordiano della questione riflettendo sulle abitudini modificate delle trote durante le mezze stagioni. La pesca a galleggiante ha riacquisito quell'importanza perduta, detenuta dalla tremarella, che durante l'inverno fa da padrona. L'abbiamo applicata durante le ultime sessioni di pesca con tempo mite e soleggiato, tipicamente dei primi di settembre e tutt'altro che di fine ottobre. I risultati? Molto buoni. Problema risolto!

Trota lago col galleggiante. Le sorprese nella pesca non finiscono mai. Sono entrato in contatto con alcuni laghetti del Trentino Alto Adige dove è consentita solo la pesca a galleggiante. Tutte le altre tecniche sono vietate. Il regolamento alquanto strano mi ha obbligato a sviluppare una semplice montatura per affrontare queste acque private. Trattasi di acque private a pagamento molto belle, discretamente profonde, alimentate da acque di montagna, quindi estremamente limpide e difficili. Le trote immesse in questi specchi d'acqua sono decisamente statiche, perchè tendono a posarsi sul fondo e vi restano lì, finche qualcuno non le pesca con le buone o con le cattive. Il comportamento è pressochè simile a quello verificatosi nelle scorse settimane: i pesci tendo a manifestare un minimo di attività dopo la semina e si stabiliscono successivamente sul fondo, mostrando un appetito inesistente. La soluzione, se così si può dire, l'hanno già trovata i gestori, imponendo la pesca a galleggiante perchè sicuramente è quella che rende maggiormente, quindi assicura più catture e probabilmente il pescatore ci ritorna volentieri. Sono andato oltre questa versione semplicistica della pesca. Ho cercato di individuare una lenza semplice, alla portata di tutti, che garantisse trote e divertimento allo stesso tempo. C'è modo e modo, infatti, di pescare le trote in laghetto: pesci immessi artificialmente in uno spazio limitato destinati alla cattura. Ci sono pescatori che le pescano con lenze primordiali, da vera e propria età della pietra. Purtroppo sono tanti e in Trentino ne ho contati a decine. Ci sono altri, invece, che si perfezionano con montature eleganti e stili di pesca sicuri e produttivi. Io mi auto-invito in tale categoria.

Come fare la lenza. Prima di tutto, occorre dotarsi di un galleggiante da trota. In figura ho riprodotto un esempio di galleggiante per la trota lago. Hanno la forma di una piccola carota con un foro interno, all'interno del quale passa il filo che andrà bloccato con un gommino siliconico sull'asticella in carbonio. Potreste anche comprare le penne da trota ma vi consiglio di rimanere in tema di galleggianti specifici. La lunghezza della canna o la tipologia non è particolarmente determinante. Ovviamente consiglio di utilizzare bolognesi di 5 metri con azione morbida, oppure canne da tremarella con potenza 2/5 grammi per una lughezza di 4 metri circa. Detto questo direi di passare alla costruzione vera e propria della lenza. Dopo aver infilato il galleggiante, montate una torpille da 2 o 3 grammi, a seconda della portata del galleggiante stesso. Tagliate uno spezzone di 40/60 cm dello 0,14 e armatelo con un amo del n° 10 specifico per la trota lago. Collegate il terminale con la lenza madre per mezzo di una girella tripla.  La lenza è pronta, passiamo allo step successivo.

Come pescare a trota lago col galleggiante. Le trote sono solite stazionare sul fondo durante l'apatia generalizzata del "dopo semina". Per raggiungerle possiamo pescare con le bombarde affondanti, ma non è lo scopo del nostro articolo. Impareremo a pescarle col galleggiante, quasi fossimo dei trotaioli "a bolognese". Per prima cosa bisogna sondare. Assicuriamoci di pescare sul fondo quindi regoliamo la profondità che, in molti casi, non supererà i 2 metri di altezza, viste le dimensioni dei laghetti. Terminata l'operazione, inneschiamo la camola o il lombrico (per gli inneschi vi consiglio i diversi articoli su Pescareonline che trattano nel dettaglio l'argomento) e lanciamo verso il centro del lago. Per animare l'appetito delle trote, quindi il desiderio di attaccare l'esca, dobbiamo attendere la completa discesa della stessa, poi partiremo con un piccolo sussulto della canna. Bisogna recuperare con una leggera tremarella, affinchè tutto si rifletta sulla lenza che, pian piano, inizierà a far girare la camola. Piccoli recuperi e stop intervallati da ulteriori recuperi e stop. Nulla di impegativo! L'attacco della trota è quasi sempre fulmineo perchè si avvia verso l'esca e inizia a scrutarla fino ad attaccarla, ingoiandola voracemente (non dimenticate lo slamatore...). Provate con recuperi rettilinei e laterali. Se non dovessero mangiare aspettate con pazienza il risveglio dell'istinto predatorio dell'iridea.  Cercate piuttosto di vedere se salgono in superficie e iniziano a bollare, quindi cambiate tecnica o profondità della lenza e cercatele anche a pelo d'acqua.

Conclusioni. Molto spesso la pesca è come risolvere un problema di matematica. La soluzione c'è sempre, bisogna solo interpretarla. La pesca alla trota col galleggiante è la giusta risposta ad una problematica che affligge le trote nei periodi intermedi. La temperatura dell'acqua troppo alta o troppo bassa provoca un forte impatto biologico ed emotivo nei pesci che sono introdotti, da un momento all'altro, in un ambiente costruito artificialmente. Ricordate sempre di portarvi a pesca la cara bolognese, perchè sarà l'asso nella manica che risolverà le situazioni più difficili anche in laghetto! Buon divertimento!


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