Tecniche

Pesca alla Boga

Di Marco De Biase pubblicato il 12/06/13

La pesca in mare non è solo ricerca dei predoni. Spigole e orate sono certamente prede importanti ma non costituiscono necessariamente un metodo per giudicare la bravura del pescatore. Anche i pesci cosiddetti "minori" fanno testo e tra questi c'è la famosa boga, un pesce che richiama tanti appassionati durante l'estate e l'autunno, mesi in cui è al massimo della sua attività. La boga è un pesciolino diffuso in tutto il Mar Adriatico, Tirreno e Jonio. Lo troviamo sia negli ambienti portuali, sia in scogliera, lungo le dighe e persino da riva o lungo i canali che degradano dolcemente verso i largo. Si avvicina a riva durante le calde giornate di aprile e ne rimane fino al freddo di dicembre. E' quasi assente tra gennaio e marzo a causa delle temperature rigide. La taglia è variabile: piccola, media, grossa. Solitamente le piccole boghe rappresentano uno stadio iniziale del pesce, mentre quelle medie e grosse rappresentano già un passo verso un pesce ben definito, potente, capace di far divertire anche esperti pescatori. Purtroppo la penuria ittica dell'Adriatico è un dato ben conosciuto e le boghe medio-grosse sono solo un ricordo delle annate d'oro della pesca sportiva. Personalmente ho pescato grosse boghe fino ai primi anni 2000. Poi, sessione dopo sessione e annata dopo annata, ho registrato carnieri sempre inferiori, con pesci più piccoli e malati, ricchi di zecche e dall'odore a dir poco nauseante. Le carni sono abbastanza gustose a patto che l'intestino sia svuotato in tempo, prima della conservazione in frigorifero...

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