Tecniche

Pesce gatto in laghetto

Di Marco de Biase pubblicato il 19/08/12

D'estate molti laghetti artificiali cessano la semina giornaliera delle trote per via delle alte temperature. Le iridee preferiscono acque fresche o quasi temperate, cosa alquanto impossibile in pianura e nelle vallate dove l'afa ne è padrona. L'alternativa è data da boccaloni e storioni ma, soprattutto, pesci gatto di tutte le taglie. I gattoni sono protagonisti di un mercato sempre in crescita che sta prendendo sempre più piede nella nostra penisola in quei laghetti che non possono essere convertiti a veri e propri carpodromi. Ne è nata una buona diffusione forse anche per le buone qualità culinarie perchè questi esemplari (specie quelli più piccoli) possono essere soppressi e gustati a casa con un po' di pratica in cucina. I I pescatori si cimentano con sessioni in diurna, mattutine e pomeridiane, ma il bello della pesca è anche in notturna, grazie all'apertura degli impianti per tutta le ore più buie. La cattura di un pesce gatto è sempre emozionante perchè sono capaci di sprigionare una potenza inaspettata, con ampie fughe verso gli esterni del laghetto ed improvvisi colpi di testa che spaccano i terminali più sostenuti.

Chi è il pesce gatto. Il pesce gatto (diverso dal Siluro, parliamo di due pesci simili ma diversi) ha visto un'introduzione in Europa a partire dai primi del '900 con l'importazione dagli Stati Uniti. Il suo habitat principale è quello dei fiumi con poca corrente, laghi naturali ed artificiali e stagni. Il corpo è molto dilatato ed è composto da una testa leggermente compressa con la presenza di barbigli che sono organi sensoriali e gustativi. Il peso degli esemplari immessi nei laghetti varia dal chilo fino a raggiungere i 3/4 kilogrammi. Possiamo gustarlo fritto, a tranci con una panatura leggera oppure alla "pizzaiola" con pomodorini, aglio e olio. 

Pesca a galleggiante. La pesca più semplice e popolare è quella con una bolognese corta da 5 metri perchè nei laghetti artificiali non vi sono mai grosse profondità da raggiungere. Quando dobbiamo cercarlo a più di 6/8 metri vale la pena tentare il ledgering, ma è un'altra storia. La bolognese dev'essere prestante, con un fusto reattivo dotato di rinforzo in kevlar che aumenti la resistenza perchè lo stress prolungato dei recuperi provoca sollecitazioni notevoli. Il mulinello da abbinare non supererà la canonica taglia del 2500/3000, purchè la bobina sia capace di imbobinare adeguatamente almeno 150 metri dello 0,20. Costruiremo una lenza assolutamente lineare con galleggiantino porta starlight per la pesca in nottura da 2 grammi, una torpille da 1,75 e pallino da 0,24. Congiungiamo il filo madre al terminale con una girella a barilotto. Lo spezzone finale sarà di 50 centimetri dello 0,16 strong, armato con un amo del n°8 a gambo corto innescando lombrichi, pastelle già pronte in vendita presso il laghetto o semplice mais.

Pesca a ledgering.  Non è una vera e propria pesca a fondo nel senso rozzo del termine, col piombo libero e finale corto. Vorremmo fare le cose per bene e suggeriamo una modalità avanzata, ovvero il ledgering con il piombino plastificato. Una 3 pezzi da 3,60m dalla potenza di 50/100gr è ciò che serve per contrastare i pesci gatto, magari abbinata ad un mulinello potente e capiente di taglia 3000/4000. La lenza è molto semplice e la scopriamo nello schema al lato. Si parte dal filo madre con l'anti-tangle, una perlina salvanodo con gommino anti-strappo, una girella ed uno spezzone di 0,14/0,16 strong con un amo sempre del n° 8 o leggermente più grande. Anche qui innescheremo lombrichi, mais, pastelle pronte o il formaggino a pezzetti che regalerà (si spera...) l'abboccata di qualche storione curioso. La pesca è apparentemente da riposo, con le canne appoggiate sui supporti in attesa del gattone. In realtà, dietro questa errata concezione, si cela un concetto molto importante che è insito nell'attesa. Tra un pesce e l'altro, infatti, possiamo pasturare con i pellets da pesce gatto e far avvicinare un po' di pesce nella nostra zona. Prima di farlo chiediamo al gestore se è permesso, potrebbero esservi restrizioni.

Divertimento assicurato. Nel video allegato a questo servizio mostro la pesca al pesce gatto durante un evento organizzato dall'Associazione Pescanet. La moltitudine di catture e i visi sorridenti dei partecipanti mi hanno dato l'ispirazione per scrivere queste righe dedicate a un pesce tanto bistrattato dalla letteratura alieutica comune. Il lettore potrà scorrere le diverse fasi del filmato che partono dall'immissione dei pesci nel laghetto per giungere al combattimento finale con le prede. Onestamente il pesce gatto preferisco insidiarlo a fondo perchè gli esemplari più grossi hanno l'abitudine di curiosare pian piano in cerca di cibo sul fondale. I "miciotti" più piccoli, entro il kilo di peso, hanno un carattere più frizzante e si lanciano sia a lenze statiche che in movimento. Durante la competizione amichevole, alcuni ragazzi hanno beccato esemplari degni di nota attraverso piccoli sussulti del galleggiante, come si fa nella pesca a trota lago. La ferrata dev'essere decisa in entrambi i casi e il margine di errore va ridotto sicuramente al minimo per evitare che il pesce gatto parta verso il largo e spezzi repentinamente la montatura. La testa è coriacea, c'è uno scheletro non indifferente ed è proprio questo a donare un carattere combattivo, da instancabile velocista che ci lascia senza parole con un guizzo improvviso della coda. 

A Ferragosto concedetevi anche voi un pesce gatto! 

Buona estate a tutti


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