Tecniche

Pesci d'aprile

Di Roberto Granata pubblicato il 25/03/09

Non si tratta di uno scherzo, com’è appunto quello vecchio come il mondo che recita il titolo, ma di una disarmante realtà. Il mese in oggetto è senz’altro uno dei migliori per lo spinning, in quanto tutte le specie che lo rappresentano sono insidiabili, molto spesso con buoni risultati.

E’ PRIMAVERA . . .

Svegliatevi bambine, così recitava una vecchia canzone. E’ indubbio che il risveglio sia generale, perché è la natura stessa a risvegliarsi e ad imporre ad ogni forma vivente ritmi meno “sonnolenti”. Anche gli animali che col freddo dovevano continuare qualche loro “attività”, perché così sono stati creati (e quindi anche alcune specie di pesci), lo facevano in modo molto “blando”, che è poi l’unico modo che le sopraggiunte condizioni dell’ambiente in cui vive imponevano loro.
Ma ora le condizioni cambiano, eccome, e diventano più “facili” per ogni specie da spinning. Alloctoni, onnivori, o “classici “ che siano, non trovano più condizioni che impediscono loro di esternare alcuni istinti. Vediamo di saperne di più, per dare poi un’occhiata, specie per specie, alle strategie da adottare di questo periodo.

QUALI CONDIZIONI?

E’ interessante, prima di “darci” alla pesca vera e propria, conoscere quali sono, o meglio quali erano, i motivi che spingevano alcune specie a modificare il loro modo di vivere, ma soprattutto come reagivano, cercando di porre rimedio, al precedente periodo freddo.
E lo faremo con alcune domande e relative risposte:
1) Perché da noi luccio, trota e persico rallentano all’occorrenza la loro attività nel periodo freddo, ma senza mai sospenderla del tutto? Perché sono pesci autoctoni, e nei millenni si sono adattati e perfezionati per vivere nei luoghi d’origine.
2) Perché il black, invece, la rallenta molto di più, arrivando in diversi ambienti a sospenderla del tutto? Perché è un alloctono e, per quanto ben acclimatato, non riuscirà mai a comportarsi come i pesci sopraccennati nella stagione fredda.
3) Perché il cavedano rimane in attività tutto l’anno? Perché da buon onnivoro sceglie sempre la dieta più conveniente a seconda della stagione e di ciò che passa il convento, non soffocando mai del tutto nemmeno gli istinti diversi dalla fame. A mio avviso, dire che è un pesce furbo è ancora poco.

Conoscere tutto ciò è importante, anche perché i predatori passano gradatamente dalla fase invernale a quella primaverile, ed in annate particolari, conoscere quando è il momento di “cambiare” pesca, di darci ad una ricerca di stampo primaverile abbandonando (sempre gradatamente) quella di stampo invernale, ci può essere di enorme aiuto. Ma, di norma, in aprile ci possiamo sbizzarrire considerando l’inverno passato. Vediamo subito come.

LUCCIO:
E’ proprio il caso di non insistere con le tattiche precedenti e passare a recuperi meno lenti, anche se mai frenetici, e non più a contatto con il fondo, per due buoni motivi:
1) La propensione del luccio a reagire a diversi stimoli, provocati da altrettanto diversi artificiali, in modo meno “pigro” rispetto ai periodi precedenti, soprattutto se ancora piuttosto freddi.

2) Il periodo riproduttivo è da poco finito ed i luoghi che gli esocidi hanno scelto per espletarlo sono sempre a scarsa o scarsissima profondità.

Ebbene, per un certo periodo essi rimarranno nei dintorni, e quindi in acque poco profonde.
Non più nel rigagnolo, ma dove questo si getta nella piccola roggia. Non più nel piccolo immissario, ma alla sua foce in un corso di maggiore portata.
Oltre a quanto detto, ciò è chiaramente importante, spesse volte, per la loro localizzazione.

 

BLACK BASS:
Ho già sostenuto in passato come il black, nei primi tempi del suo “risveglio”, sia più ingenuo del solito, ed anche più affamato nel vero senso della parola, visto che viene da un lungo semi (o quasi totale) digiuno.
Siamo quindi in un periodo da non perdere, ma ciò non significa che tutto è facile.
Occorrerà:
1) Insistere nei sottoriva, sia perché l’acqua si scalda (quando è ancora necessario) più in fretta che per la propensione stessa del centrarchide a colonizzarli.

2) Visto il tipo di ricerca appena consigliato, è d’obbligo un avvicinamento molto cauto, per non farci vedere ma soprattutto sentire.
Troppo spesso, specie in questi casi, ci preoccupiamo di “stare bassi” trascurando il rumore provocato dal nostro incedere ed anche il punto da dove arriviamo e lanceremo.

 

CAVEDANO:
Senz’altro propenso all’attacco di questo periodo, ci farà anche sudare di meno per averne ragione. La diabolica furbizia che ostenterà in piena estate, soprattutto in acque ferme, non è ancora ai “massimi livelli”, tanto più che ora preferisce frequentare, avendole a disposizione, acque un poco mosse e soprattutto i dintorni di cascate di ogni dimensione.

 

 

TROTA:
Passato l’“assalto” dell’apertura, e non ancora arrivato il gran caldo, che ci consiglierà di agire in giornate ed orari particolari, ci troviamo quindi in un periodo più che buono, prestando attenzione alle temperature dell’acqua, a volte diverse da un torrente all’altro a seconda dell’origine, che determinano comportamenti altrettanto diversi dell’ittiofauna che ci vive.

 

 

GLI ALLOCTONI:
Riguardo al siluro, sebbene il top si raggiunge più avanti nella stagione, qualche buona cattura non è di certo preclusa. Per l’aspio il tramonto comincia a diventare ancora migliore del solito.
La lucioperca di taglia era forse più facile in inverno, ma non è di certo preclusa. Da preferire già il buio.

I “pesci d’aprile”, dunque, ci aspettano.

Approfittiamone.

 


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