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POST APERTURA...

Di silvio fattori pubblicato il 26/02/19

I giorni che seguono l'apertura delle acque pregiate sono da ritenersi i più difficili per il trotaiolo che ama cimentarsi con pesci selvatici e quindi di grande qualità e rusticità. Ci troveremo di fronte torrenti, fiumi e corsi d'acqua minori presi d'assalto dalla massa di trotaioli e non, costretti per mesi con la canna al chiodo grazie al fermo biologico più che doveroso per far sì che la riproduzione possa portare nuova vita e futuro a questi corsi d'acqua. Ecosistemi molto delicati e per questo, classificati come acque pregiate. Dopo la sfuriata della prima settimana, molti corsi d'acqua torneranno ad essere quasi deserti, ma questo non vuol dire catturare con più facilità, ma solo avere a disposizione tratti di torrente più lunghi e solitari dove potersi godere la risalita. L'acqua molto chiara impone scelte ben precise soprattutto per quanto concerne la tipologia e dimensione dell'esca da utilizzare. Anche i terminali dovranno essere sottili, nell'ordine dello 0,14 mm ed in fluorocarbon adatti, quindi al fondale ciottoloso del torrente poiché il fluorocarbon è molto resistente all'abrasione, una caratteristica non da poco per chi pesca in torrente.

 Approccio

I livelli idrici, soprattutto in Appennino sono molto bassi, acqua cristallina, fondale molto chiaro “privo di vita” non facilitano certo le cose. A questo andiamo a sommarci trote infreddolite, disturbate, apatiche... ecco che il trotaiolo deve tirar fuori tutta la propria esperienza, far uscire dal cilindro quel colpo di coda che fa la differenza sulle diffidenti selvatiche. Pescheremo a canna lunga, una teleregolabile di dieci metri è quello che ci vuole per affrontare i torrenti di montagna e quelli di media valle. Soprattutto in questo periodo dove le trote vanno pescate con i motori al minimo e l'esca deve essere guidata verso valle in modo molto semplice e naturale.

 Scelta dello spot

Si pesca a risalire il corso d'acqua andando a sondare tutti gli anfratti con un occhio di riguardo per tutte quelle postazioni più profonde caratterizzate da buche dove può celarsi davvero il pezzo da novanta bello nascosto nella propria tana, guardingo, difficile da far cadere in trappola, ma non impossibile. Quindi, la scelta del tratto di torrente diventa molto importante, dobbiamo farla in base alle peculiarità descritte sopra, quindi un tratto caratterizzato da buche, salti d'acqua e briglie.

 Corona

Sicuramente la zavorra che ha fatto la storia della pesca alla trota in torrente visto il suo adattamento a molte vene d'acqua. Anche in questo caso, la corona sarà la scelta più adatta al corso d'acqua ed al periodo. Pescheremo con una corona di venti pallini cercando di non concentrarli troppo in punta in modo da avere una zavorra bel distribuita su circa un metro di lenza e che la sua morbidezza faciliti la passata e la scesa naturale verso valle dell'esca, in questo caso un lombrico di medie dimensioni innescato su un amo valsesiano del n. 8 privo dell'ardiglione. La scelta e la dimensione dei pallini sono rapportate al flusso di corrente presente in quel momento.

TSUYOI ha sviluppato un prodotto unico nel suo genere soprattutto dal punto di vista della lavorazione. Il controllo qualità è maniacale ed ogni amo viene visionato e rifinito manualemnete come la tradizione delle spade Katana. La penetrazione è impeccabile riducendo al minimo i danni nell'apparato boccale del pesce.

FX FLUOROCARBON 100%

 

Disponibile in bobine da cinquanta metri il Fluorocarbon FX lo possiamo trovare nei diametri che vanno dallo 0,12 allo 0,40. Indice di rifrazione pari a zero e resistenza all'abrasione al 100%


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