Tecniche

E' primavera: svegliatevi predoni!

Di Roberto Granata pubblicato il 18/03/11

Con l’arrivo della primavera aumentano le occasioni, almeno numeriche, di cattura. Ma con loro assistiamo anche ad un aumento delle ore di luce e delle temperature. Tanti cambiamenti, che vedremo come cercare di volgere a nostro favore.

IL “LUNGO SONNO”
Partiamo con una domanda: ha veramente senso parlare di risveglio quando il “letargo” sembra non essere mai stato totale? Secondo il mio parere sì, e questo anche a prescindere dalle specie, per diverse ragioni: i predatori attaccano una preda (o sarebbe meglio dire un intruso, in alcuni casi) per svariati motivi, come ben sappiamo. Ebbene, nella stagione fredda questi motivi possono ridursi ad uno soltanto (di norma la fame) ed in diverse giornate, anche di seguito, a nessuno. Quindi l’ “inattività” di un predatore non durerà mai tutto l’inverno ma, globalmente, buona parte di esso. Logicamente alcune specie sono meno interessate di altre a questo discorso che, però, prima o dopo le riguarda. Va da sé che lo spinningofilo accanito, quello che non demorde mai durante tutto l’inverno, si troverà prima o poi a tu per tu con qualche piacevole sorpresa, anche e soprattutto di taglia, ma il numero globale delle catture  sarà, molto facilmente, inferiore a quello che realizzerà più avanti nella stagione.

 

UN LENTO RISVEGLIO
E finalmente la primavera. Sarà bene non intenderla a livello astronomico, bensì cogliendo i cambiamenti che si verificano nell’aria e, molto più importante, nell’acqua. D’altronde i pesci non conoscono il nostro calendario, bensì quello della natura. Il “risveglio” sarà quindi, ovviamente, lento e graduale. A determinare un netto aumento di “attività”, e conseguentemente di cattura, sarà la temperatura dell’acqua, ma anche qui il discorso va preso in modo più specifico. Vediamo i principali esempi:

 

I PRIMISSIMI TEPORI
Sono quelli che si verificano appena dopo il clima invernale vero e proprio, sovente con gelate, brina e magari nebbia.
La temperatura subisce un rialzo nelle ore centrali diurne, ma per il resto non cambia molto. Questa situazione può portare a qualche cattura in più (di norma con le specie che già incontravamo nel pieno dell’inverno), ma sempre nelle ore centrali. In pratica, quel debole sole, che però si dilunga ogni giorno qualche minuto in più, è l’unico elemento che può far cambiare (di poco) la situazione precedente; perché i predatori ne sentono l’effetto in modo piuttosto blando. A cambiare decisamente le carte in tavola sarà invece l’aumento della temperatura dell’acqua ma, affinché ciò si realizzi, occorrerà qualche fenomeno meteo decisamente più concreto, e cioè . . .

 

LE “PRIME” PIOGGE
Le prime piogge piuttosto importanti che si verificano dopo i periodi appena descritti, saranno l’elemento chiave per il “cambio di stagione” nell’acqua.
Come visto, i primi soli di per sé servono comunque a poco, perché molte acque non risentiranno nemmeno del loro breve effetto, e di notte niente contribuirà a cambiare la situazione. L’acqua “nuova”, invece, è sicuramente meno fredda di per sé, e fa inoltre la sua comparsa in un periodo con minor escursione termica giorno-notte (tipico dei periodi perturbati). Tutto ciò quindi riuscirà, al contrario degli esempi precedenti, ad innalzare, anche se non di molto, la temperatura dell’acqua. Immaginiamo, dopo qualche mese che ciò non accadeva, quali vantaggi possiamo avere; qualche consiglio, quindi:
1)    Non guardiamo ciò che accade nell’aria, bensì ciò che accade nell’acqua. Prima che “qualcosa” nell’aria modifichi qualcosa nell’acqua ci vuole un certo lasso di tempo.
2)    Spesso siamo tentati, dopo aver visto qualche bella giornata di sole, di pensare che nell’acqua tutto cambi. Occorre invece prestare attenzione alla notte, perché sarà quando le temperature notturne saranno aumentate che la temperatura dell’acqua subirà un rialzo. Di giorno, ammesso che lo subisse di un grado, ci penserebbero le temperature non notturne, ma addirittura serali, a riportarle in men che non si dica ai consueti e troppo freddi valori.
3)    E’ chiaro che quanto detto porta verso una situazione primaverile “globale”, e che le eccezioni si possono avere anche precedentemente (tipo i black in un angolo di stagno che si scalda “subito”), ma vanno intese come (piacevoli) eccezioni, circoscritti in giornate o luoghi particolari.
4)    Non perdete il periodo seguente a questa “manna dal cielo” che sono le prime piogge primaverili, perché poi il sole inizierà a scaldare veramente, dando un ulteriore impulso alla situazione. E’ qui che, di norma, i predatori cominciano a dare sfogo a tutti i loro istinti, cosa che non potevano fare, appunto, con acque troppo fredde. Ecco spiegato, secondo me, il perché certi artificiali rendono in determinate stagioni e non in altre. Ma da qui in avanti il problema inizia a non porsi più. Sbizzarriamoci quindi con qualche artificiale in più, ricordando però la sua “destinazione d’uso”, ossia che istinti dovrebbe scatenare in quel frangente, in base al tipo di acque, all’orario e quant’altro. Insomma, dovrebbe piacere al pesce e non al pescatore!


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