Tecniche

Surfcasting: primi lanci parte uno di due

Di Michele Nardi pubblicato il 22/04/12

Chi vuole iniziare a pescare dalla spiaggia si trova di fronte a tante novità ed attrazioni che lasciano a bocca aperta anche il più navigato dei pescatori. Non è certo facile districarsi nel variopinto mondo del surf casting e indubbiamente iniziare col piede giusto rappresenta sempre un bel vantaggio, ma anche per chi è già pratico un ripasso in chiave moderna non può che essere d’aiuto per riuscire a prendere un bel pesce in più!

Questo nostro piccolo grande mondo del surf casting è sempre più connotato dalla tecnologia, basta guardarsi un pò intorno per capire che ormai poco o niente può esserne escluso, neppure i pesci! C’è da sapere che al giorno d’oggi molti dei pinnuti che s’imbattono nelle nostre lenze sono nati in allevamento grazie a tecnologie chimiche avanzate, dove in alcuni casi si arriva anche alla clonazione. Il tema è alquanto esteso e potrebbe occupare tranquillamente tutte le pagine di un libro, perciò in questo contesto ci limiteremo a parlare del minimo indispensabile che occorre sapere per definire al meglio una battuta di pesca dalla spiaggia non troppo impegnativa. Insomma, vogliamo mettere tutti in condizione di poter prendere un pesce decente, dopo sarà l’esperienza acquisita a fare il resto, ma soltanto se nel frattempo la passione si sarà impadronita di noi. Il surf casting è una disciplina dedicata in esclusiva ai veri amanti del mare. Il surfista ama la natura e le sue prede vivendo intensamente e rispettando tutto l’ambiente che lo circonda. Purtroppo, ci sono degli pseudo pescatori che si definiscono veri surfisti senza esserlo affatto e questo perché, tra le altre banalità di cui prima o poi parleremo, al momento di lasciare il luogo di pesca non pensano che la cosa più bella è quella di ripulire, magari lasciandolo in condizioni migliori di come era stato trovato. Questo sembrerà strano alle persone civili ma vi assicuriamo che gli incivili non sono pochi. E pensare che basterebbe rimettere i rifiuti nella borsa con cui li abbiamo portati e liberarcene al primo cassonetto! Tutto questo sta alla base e, guarda caso, chi non rispetta le semplici regole del buon senso i pesci li prende sempre e soltanto a parole! Iniziamo ora il rendez vous esponendo che la semplicità paga sempre (soprattutto in gara) ed avere in mente poche ma chiare idee sicuramente aiuta chi le interpreta nella maniera più corretta.

Gli indumenti giusti

Sono la cosa fondamentale per pescare bene. Se il corpo è ben protetto possiamo dedicarci pienamente al nostro sport preferito. Al mare durante la buona stagione pescando di giorno nelle ore centrali dobbiamo sempre ripararci con un cappellino di cotone ed un paio d’occhiali polarizzanti, che è quanto di meglio possiamo interporre fra noi ed un successivo mal di testa. Gli occhiali polarizzanti oltre a proteggere la vista dai sempre più dannosi raggi solari risulteranno molto utili per individuare facilmente buche e canaloni. Di notte serve una felpa e spesso anche un giubbotto. Questi capi vanno scelti tra quelli che propongono le migliori aziende di prodotti per la pesca sportiva in quanto hanno in catalogo quanto di meglio si può trovare ed a prezzi accessibili. D’inverno è indispensabile aggiungere dei capi studiati appositamente per far fronte al freddo e all’intemperie. Ad esempio, il pile che usiamo di solito non va più bene, dobbiamo cercarne del tipo foderato oppure di quello con spessore più alto, in modo da aumentare la protezione contro vento e umidità, infatti, una cosa da tenere sempre in mente è quella che il materiale migliore per proteggersi dall’umidità è proprio il pile. Alcune delle migliori aziende italiane hanno in catalogo dei completi (giubbotto e pantaloni) perfettamente impermeabili e con l’interno in pile sfoderabile e perciò utilizzabili al meglio in ogni stagione.

Le canne ideali

Possiamo iniziare tranquillamente con due sole canne gemelle (al più presto dovranno aumentare), che però
dovendo coprire un ampio range d’utilizzo devono essere scelte con cura. Ci possiamo orientare su un paio di telescopiche o meglio di tre pezzi d’ultima generazione di potenza media, diciamo intorno ai 130 grammi di “casting” (indica la potenza di lancio) e lunghezza compresa tra metri 4,20 e 4,50. Riguardo al casting c’è da comprendere che non tutti i costruttori usano gli stessi parametri, comunque, affidandoci ai più conosciuti non si dovrebbero avere brutte sorprese, specialmente da quelle aziende che possiedono nel proprio organico un buon consulente tecnico, che da sempre è indice di competenza e affidabilità. Ogni canna deve essere dotata di puntale da sabbia in alluminio lungo metri 1,20 o più, oppure si può optare per un robusto tripode, che però aumenterà il peso totale da portarsi dietro durante gli spostamenti. Tutto questo ed il resto della paleria (palo del piatto, raffio, ecc.) deve essere sistemato in un robusto fodero da scegliere esclusivamente tra quelli chiamati “senza pancia”. È ovvio che una canna ad innesti composta di due o tre pezzi è più professionale, ma qualsiasi tipo di struttura che andremo a scegliere, dettata soprattutto dal gusto personale, deve avere alcuni requisiti indispensabili. Vediamo come trovarli semplicemente, maneggiando la canna prima dell’acquisto.

1 - Per verificarne l’elasticità, dote vincolante, montiamo l’attrezzo e frustiamo il cielo tirando con forza il tallone al pettorale sinistro con il braccio sinistro, come in un lancio simulato (per i mancini vale il contrario). La struttura non deve piegarsi molto e deve tornare immediatamente dritta con il cimino fermo! Sono assolutamente da scartare subito le canne troppo molli, quelle che si piegano molto anche senza piombo.

2 - Impugnare con la mano sinistra la canna ad una distanza di circa un metro e mezzo dal pomello, che appoggiato sul pavimento fa da fermo, e spingere forte in basso con la mano destra posta al centro. Questo movimento serve per capire la reattività del manico, il vero motore dell’attrezzo, che deve essere duro ma non impossibile da piegare. Ricordiamoci che stiamo cercando un attrezzo da pesca e non da pedana!

3 - Verifichiamo l’azione facendo tenere fermo il cimino da un amico e tirando in alto la canna (da notare che gli attrezzi di basso livello si possono già rompere con questo semplice movimento). La curvatura deve presentarsi armoniosa, senza angoli accentuati e decentrata verso la punta dell’attrezzo. Ecco la cosiddetta azione di punta, vitale e indispensabile per fare lanci lunghi. 

4 - Il cimino deve essere assolutamente sensibile e piuttosto fine, meglio se costruito in carbonio e senza anelli scorrevoli. Bisogna ricordarsi che in spiaggia ogni anello scorrevole presente rappresenta in ogni modo un problema in più e che spesso compromette l'intera pescata.

5 - La posizione giusta del portamulinello è quella che una volta montato il mulinello ne posizioni il gambo a circa75 centimetri dalla base. Diffidare sempre delle placche scorrevoli: servono solo ad accentuare i difetti (nostri e della canna). Le placche montate troppo basse sono il primo motivo di scarsa professionalità da parte di alcuni costruttori. Ci sono voluti tanti anni di preghiere e ancora qualcuno continua a sbagliare credendo che si possa adattare la canna al lanciatore, mentre è esatto il contrario!

6 - Anellatura realizzata con un minimo di cinque anelli totali con ponte d’acciaio e pietra dura. Questo è il naturale componimento della canna ideale, su cui costruiremo tutto quello che segue.

I mulinelli da abbinare

Essendo gemelle le due canne acquistate a maggior ragione dovranno esserlo i relativi mulinelli. Questo è importante non solo per facilitare l’intercambiabilità delle bobine ma anche altro, che riguarda una identica distribuzione dei pesi. Il mulinello deve essere tassativamente del tipo a bobina fissa di buon diametro, con rapporto di recupero basso (intorno al 4:1) ed avere almeno due bobine di ricambio, quindi tre in totale. Non è importante che la bobina possa contenere molto filo, anzi, a volte è controproducente, ma deve avere un diametro esterno abbastanza ampio in modo da favorirne la fuoriuscita ed il contenimento. Infatti, più strette e viziate sono le spire del filo imbobinato e più facile sarà la fuoriuscita di parrucche in fase di lancio. Per il resto c’è da aggiungere che l’attrezzo deve avere un buon trattamento anti salsedine ed un peso non eccessivo. Ad esempio, la misura 10000 non è adatta per questo tipo di canne, troppo grande e pesante, meglio scegliere una misura tra 6000 e 8000 in modo da ottenere un ottimo bilanciamento. Per il trasporto dei mulinelli serve una borsa o uno zaino con apposito scomparto antiurto. In nessun caso devono restare attaccati alle canne durante il trasporto, pena rotture sicure!

I fili da bobina e gli shock leader conici

Il filo da imbobinare deve essere lungo almeno 300 metri, senza memoria meccanica, siliconato e colorato (pastello) in modo da rendersi ben visibile ai nostri occhi, e una volta in pesca capiremo bene il perché. Lo shock leader è meglio che sia del tipo conico e assolutamente trasparente o dicroico. I diametri proposti nella tabella non sono assoluti ma sicuramente si adattano alla stragrande maggioranza dei casi di pesca su spiagge comuni. Per una volta vogliamo parlare di numeri ben precisi. Nelle tre bobine a disposizione per ogni mulinello si deve mettere in ognuna un filo di diametro diverso procedendo come segue:

Bobina 1: diametro del filo 0,18 millimetri con 15 metri di shock leader conico misura 23/57, da collegare tramite nodo Allbright. Utilizzare esclusivamente quando serve il lancio lungo. Buona la potenza di recupero, ma il filo deve essere scelto fra il meglio del meglio!

Bobina 2: diametro del filo 0,22 millimetri con shock leader come sopra. Utilizzabile nella maggior parte dei casi. Ottima la potenza di recupero.

Bobina 3: diametro del filo 0,35 millimetri. Da utilizzare tutte le volte che non c’è bisogno di lanciare lontano, come nella pesca sotto riva e in quella ravvicinata a mare mosso. Inoltre, se all'occorrenza dotiamo di shock leader anche questa (non c’è bisogno che sia conico, basta un filo dicroico dello 0,50) si può utilizzare anche per la pesca alle razze e ai grossi predatori.

Per rendere facile e immediata l’individuazione delle suddette bobine è opportuno che le due bobine numero 1 abbiano lo stesso filo e del medesimo colore. Lo stesso vale per le numero 2 e le numero 3. Così ci ritroveremo, ad esempio, con due bobine caricate con filo giallo, due con filo bianco e due con filo rosso. 

Il prossimo mese nella seconda parte termineremo l’articolo parlando della messa in opera e dell’uso dei nostri nuovi attrezzi da spiaggia. 


FacebookTwitterGoogle+Invia per email

Collabora


Ti potrebbero interessare anche: