Racconti

Quanto conta una bella cattura?

Di Zaccaria Australi, SIPO pubblicato il 03/04/11

Se mi fate la domanda quando sceso dal Terios incrocio lo sguardo con il fiume, non ho incertezze nel rispondervi, che è solo una fetta piccola, di una grande torta del cui sapore non mi sazierò mai! Ma se mi riponete il quesito, quando l’AW1015 mi strattona il braccio, l’indice cerca incerto la leva del Full. e l’adrenalina mi droga l’anima…bè in quel momento è TUTTA la torta!

IL  NOTAIO

…dopo aver avuto due affondate in sequenza sempre nel medesimo tratto della passata, con il solito risultato: sbracciare a vuoto, la spia interna mi và in allarme rosso!
Lo sento, la sotto c’è un pesce che in vita sua ha visto più bachi di un caccia e pesca!
Uno di quelli che quando hanno deciso di mangiare, non si allarmano per una ferrata a vuoto.
Ma per scrupolo, visto che sono in acqua, decido di non spostare più un piede.
Alzo la canna, la poggio sul puntale che ho infisso sul fondo al mio fianco, ricolloco due pallini che erano scorsi verso il basso, verifico che lenza madre e terminale, non abbiano lesioni, voglio il massimo delle certezze, anche quelle più paranoiche, infatti allento il k.l.k. che tiene l’amo ad occhiello del 26, il controllo della sua esecuzione fatta stasera sul fiume è positivo.
L’innesco di un singolo baco, anziché due e a metà corpo come si fa per la pesca in calata, anche se pesco con un buon appoggio, è l’unica variante che apporto all’insieme.
Sto pescando su un metro e mezzo di fondo, la corrente è decisa, ma decido di fiondare, vado con la fionda parallelo all’acqua, e archetto il più  basso e lungo possibile, i bachi saltellano sull’acqua come delle piccole piattelle, ma si disperdono meno di quando si fiondano a parabola, voglio che scendano in sequenza temporale, a piccoli gruppetti uno dietro l’altro, per il tempo sufficiente a fare almeno due corte passate, visto che ho in mira un punto preciso.
“Più di così”… mi dico, posso solo sparare una ferrata anticipata senza attendere “segnali”, nel momento in cui il galleggiante percorre il punto incriminato!
Già… perché no!?
Quando sono sopra a quei trenta centimetri, non ho il “coraggio” di farlo, so che è lì, so che sta valutando, non ho paura di spaventarlo, so che non lo allarmerei, semplicemente, non voglio che cataloghi anche quel singolo baco e il suo innesco, come difettati!
Non saprei più cosa inventarmi, e se tiro a “intuito” e vo a vuoto, lui: il Notaio, collega, cataloga e archivia, come ha sempre fatto in vita sua.
Il galleggiante schizza sotto, la botta del braccio fa da cimosa a tutte le riflessioni, mollo la leva e il Full stride!!

“Ecco cataloga questo” mormoro a denti stretti, non è l’orgoglio ridestato, ma la tensione diventata parola, il “grido” scaramantico, di chi sente che ora possono non bastare: esperienza, attrezzi validi e nervi in ordine!

I rumori esterni si ovattano, siamo io e lui, la canna alta, mette in evidenza la linea che il nailon percorre sull’acqua, un percorso netto, continuo, non ci sono soste, non arrivano “firme” al braccio, niente concessioni allo spettacolo, “ma tanto lo so che non sei una carpa”!
Quando ormai a centro fiume il pesce rallenta, fino a fermarsi, la canna mi rimanda le oscillazioni di un grosso corpo, poi le due botte secche date con quel classico controtempo che ti fa apprezzare tantissimo l’elasticità di una buona vetta… le aspettavo, ma hanno l’effetto di mandarmi a “spasso” le gambe, gran brutta bestia l’emozione, annulla l’esperienza… anche se è sempre quella per cui vale la pena pagare il biglietto!
Cerco un po’ di controllo, mi dico che ho semplicemente un bel pesce in canna… ma non sono molto convincente, il fiume oggi ha smazzato le carte, e al tavolo siamo rimasti in due! Il freddo Serchio ha dettato le regole: è sera… una mano sola, non si “ripesca!”
Il Notaio gioca la prima carta: risale la corrente e punta quella benedetta attaccatoia, che da sempre piene o no, sta ancorata a centro fiume, d’estate lì esce uno stecco, su cui prendere il riferimento, sia della posizione esatta dell’incaglio che del livello del fiume, ora è sotto, non si vede, ma sappiamo entrambi che c’è!
E’ il mio turno, e costretto, non trovo in mano altra carta efficace che quella della potenza, mi gioco subito la resistenza del terminale dello  0,09 sperando di sorprenderlo… carta sbagliata! Il Notaio aspettava la mossa, e sembra dirmi: “principiante”… quando ancora fresco, cala sul tavolo tutta la rabbia di cui dispone… la mia carta di risposta è canna bassa, sempre una carta obbligata, ha il gioco in mano, e infatti arriva sinistro lo sfregamento del nailon conto un ostacolo,  mi sento come uno a cui hanno bendato gli occhi e messo le spalle al muro… l’ultimo desiderio no eh!
E’ il tempo della carta della  disperazione: metto sotto, vetta e sottovetta della 1015,e a  leva del full serrata, ne sento le vibrazioni sul braccio, mentre tagliano l’acqua verso monte, poi tutto si allenta… sono anestetizzato, alzo la canna, e inizio un recupero mesto, insieme alle spire di nailon il Full riporta in bobina anche la delusione, e la solita domanda tarlo: ho sbagliato qualcosa? E se si… cosa!?
Le gambe si scaricano definitivamente… mentre quelli nel mezzo iniziano a frullare 8:1!!
Ad una decina di metri da me la lenza si “pianta”, mi mancava di attaccare e magari perdere tutta la montatura…borbotto, mentre scalcio la canna, attento a non immergere il mulinello in acqua… ma non sento più resistenza, si è sganciata penso, rialzo la canna, il galleggiante esce dall’acqua, è malconcio, sia deriva che astina, non sono più in asse sembrano l’immagine di una smorfia, come penso diventi la mia faccia quando… affonda di  nuovo!
Vorrei avere due foto, la prima, quando l’ho visto, la seconda, quando è tornato sotto!!
Sarebbero interessanti…
Incredibilmente, lui, c’è ancora, e decide di non tornare al largo, ma prende a girarmi lento sul fondo ad una decina di metri, verso valle.
Sarà stanco? E’ una tattica? I pesci riflettono?

Non lo sapremo mai…si parla sempre di istinti primari, quando se ne ragiona a canne ferme, ma quando il contatto è diretto, di dubbi ne nascono sempre ed anche molti!!

Quando sale finalmente in superficie, una bella sagoma scura anticipa, una scodata nervosa… come un vecchio mangiadischi il fiume lo inghiotte di nuovo, ma non è un disco normale, questo è un bel LP… c’è musica d’autore la sotto!
Quando dopo un bel po’ riaffiora è a tiro, gli protendo il guadino e recito speranzoso: “vediamo se ti piace ora…” sono pronto al solito rifiuto, attendo lo sdegno della scodata…ma questa volta si è davvero arreso e sembra vecchio, incazzato e stanco alla Clint Eastwood quando scivola lento dentro l’ampio guadino.

Finalmente lo posso toccare, con riguardo, per poco, ma è mio!




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