Tecniche

Quel gran caldo da Lucci

Di Roberto Granata pubblicato il 10/07/10

Sembrerebbe un po’ bizzarro e fuori luogo parlare di “caldo da lucci”, specie per un animale che è stato per lunghissimo tempo considerato “il pesce del freddo”. Ed invece il periodo caldo ed, in particolare, quei microclimi ancora più caldi del consueto, quando l’afa si fa insopportabile, ci regalano ottime opportunità di cattura, a volte di gran lunga superiori a certi autunni ed inverni un po’ “storti”.
Vediamo perché e, di conseguenza, come comportarci.

ANCHE “FUORI ORARIO”
Verrebbe da pensare che, con un caldo simile, le migliori e forse uniche opportunità di cattura coincidano con l’alba ed il tramonto. Invece la prima piacevole sorpresa è la “scoperta” che, nelle ore più calde, come possono essere le prime ore pomeridiane, il luccio se la prende, eccome, coi nostri artificiali, per di più con una “convinzione” e spesso una ferocia notevole. Il motivo, a mio avviso, va ricercato nel fatto che le temperature davvero  troppo elevate “mandano in tilt” le rotelle del luccio. Ma, attenzione, non basterebbe di certo qualche grado in più (che pur viene avvertito e, per nostra gioia tradotto comunque in qualche attacco) a scatenare tanta ferocia. Ecco quindi entrare in gioco un aumento costante di umidità che, ad ogni giorno che la canicola imperversa, si fa sempre più opprimente fino a sfociare in due situazioni ben distinte, entrambi una manna dal cielo per lo spinningofilo.
1)    Il temporale
2)    Più raramente, una giornata (o più) dai caratteri nuvolosi, terribilmente afosa e magari con qualche goccia di pioggia.
Senza addentrarci ulteriormente nel discorso, l’importante è conoscere che tutto questo può donarci pescate da non perdere. E’ però importante agire con giusto criterio; spot produttivi, artificiali e, soprattutto, modo di recupero dei medesimi, sono il coronamento di una situazione già “buona” di per sé e, che, quindi, meritano di essere visti subito.

GLI SPOT DA BATTERE
1)    GRANDI FIUMI: da tenere d’occhio sono innanzitutto due spot; gli affluenti, anche dalla
ridotta portata d’acqua, ed i “piedi di terra” nei pressi di qualche correntona. I primi portano linfe comunque in movimento, anche se ridotto, e dalle diverse caratteristiche, compresa spesso la temperatura. Ogni tana nei paraggi può ospitare il nostro esocide “accaldato” e piuttosto incavolato.
I piedi di terra sono ancora più promettenti, in quanto zona di agguato ai lati della corrente che, tra l’altro, porta un po’ di ossigeno in un periodo dove l’acqua ed i pesci ne hanno davvero bisogno.
2)    FIUMICIATTOLI E ROGGE: siamo, a mio avviso, di fronte alla tipologia di acque più sorprendente per la cattura (e l’osservazione del comportamento) dei lucci “estivi”, specialmente se nei suddetti corpi idrici sono presenti briglie, piccole dighe o sbarramenti vari.
Chiaramente i lucci di questi ambienti, anche se può sembrare strano, tenderanno a stazionare nell’invaso sottostante queste briglie (o simili) non soltanto in autunno, dopo le piene, od in inverno per via della maggiore profondità, ma anche e soprattutto col gran caldo, proprio perché la situazione altrove si fa spesso drammatica.
Lungo il corso di una roggia regolamentata da opere idriche (le medesime in piena estate sono spesso completamente chiuse), i livelli e l’ossigenazione dell’acqua sono il più delle volte a livelli assai critici, mentre nei suddetti invasi le cose vanno un pochino meglio.
Gli hot spot qui saranno:
-    Ai piedi dei piccoli rigagnoli d’acqua che trafilano dalle paratie chiuse.
-    Presso il dislivello che si forma tra il fondale dell’invaso e la sua parte terminale
-    Nei pressi dell’uscita della (sia pur pochissima) acqua dall’invaso, dove si incanala nella roggia.
3)    LAGHI: non siamo certo di fronte al massimo della loro potenzialità, in quanto i grossi esemplari hanno a disposizione fondali meno assolati e più ossigenati (talvolta anche per fenomeni di risorgenza vera e propria). Discrete opportunità si hanno comunque battendo la corona di vegetazione acquatica nei sottoriva, ma la taglia media è di norma ridotta. Qualche punto in più, soprattutto in termini di taglia, lo  donano le foci degli immissari, meglio però all’alba e soprattutto al tramonto.

GLI ARTIFICIALI
Il luccio “incazzato” dei pomeriggi roventi non va troppo per il sottile e, quando stimolato a dovere (ne parleremo alla voce “recupero”), non fa grosse distinzioni tra rotanti, minnows e simili, ed anche spinnerbaits. Attenzione però, perché stiamo parlando di una situazione ed un orario circoscritti; all’alba, al tramonto ed anche in pieno giorno (quest’ultimo senza caldo esagerato) le cose cambiano. Qualche punto in più, in estate, lo hanno comunque sempre i rotanti.

RECUPERI “BOLLENTI”
Il già “attivissimo” luccio del gran caldo ha comunque bisogno, qualche volta, di un ulteriore stimolo. Recuperi disordinati, con artificiali un po’ “chiassosi” sia sotto la superficie dell’acqua (e quindi con vibrazioni marcate) che completamente topwater (con vistose scie, zig zag e simili, facilmente ottenibili con un jerk, ma comunque fattibili anche con tutt’altro genere di esche), saranno quel plus che ci farà assistere ad attacchi mozzafiato col termometro a 35 gradi nell’aria e magari 25 nell’acqua.
Alla faccia del pesce del freddo . . . .


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