Racconti

Ricordi e Pesca a Vista

Di Samuele Bellan pubblicato il 30/07/09

cavedano_1Ho iniziato a pescare da piccolo con il mio babbo Giorgio. Il mio spot abituale era la Tail Water Alto Tevere fra Anghiari e Sansepolcro, in Toscana a due passi dall’Umbria.
A quel tempo, però si pescavano lasche e barbi a passata e non trote e temoli a mosca, come adesso.cavedano_3
La Tail Water non esisteva ancora e la zona era piena di pescatori con il sacchetto al collo.
Io sono di Prato, ma la mia mamma è nata ad Anghiari ed io passavo li’ l’Estate.
Sempre accanto al mio babbo a guardare il galleggiante in quegli strisci o in quelle buche dove l’acqua era quasi ferna.
Ero affascinato però da altre tecniche, in particolare dallo spinning e dalla pesca fondo e piano piano ho abbandonato il galleggiante...dedicandomi appunto al cucchiaino e successivamente al ledgering.
Mi ritrovo adesso a 36 anni a rendermi conto di non aver approfondito la tecnica che forse è la più impegnativa, appassionante e difficile.
Saprò ancora prendere qualche pesce con l’acqua a mezzacoscia, un sacchetto al collo ed uno 0.8 che lega un micro amo?
Non mi ricordo neanche come mio babbo mi metteva i piombini.
Inizio a documentarmi su internet, mi incuriosisce molto la pesca a vista. Vado a comprare qualche piccolo galleggiante, uno Stream dello 0.8 e degli amini Colmic WB400 del 25.
Un collega per caso mi dice che ha preso dei bei cavedani in Bisenzio, pescando in trattenuta in 80 cm di acqua….voglio provare li’.
Sacchetto di bachi al collo, canna da tremarella di 4 metri e 20 (che usavo fra l’altro per il ledgering), bobina dello 0.12, finale di 30 cm dello 0.8, galleggiante 4X10, due piombini a tarare e i vecchi cosciali del babbo. Sono pronto.cavedano_4cavedano_5
Calo giù e le narici mi si riempiono di quel profumo che c’è solo lungo il fiume di fondovalle…è il solito, anche se sono passati più di vent’anni ed il fiume non è lo stesso…di sicuro non è l’odore del laghetto FIPSAS.
Una nutria e delle anatre mi sentono e scappano, facendo un sacco di baccano, ma i pesci torneranno per mangiare i miei bachi.
Inizio a pescare e piano piano i pesci tornano davvero.
Lancio i bachi, e sopra la mia micro mini lenza…c’e’ del movimento e inizio davvero a crederci…anche se dopo qualche minuto mi ritrovo a districare il galleggiante dai piombini per una ferrata a vuoto…inconvenienti della passata.
Punto la mia larva con una certa curiosita’…qualche cavedano si avvicina, la guarda e all’ultimo secondo se ne scappa con il fumetto che dice “M’è andata di nulla…” (Mi è andata bene...).
Ad un certo punto una bocca si apre e il baco sparisce, ferro e C’E’ !. Una emozione incredibile, tira, chissà quanto regge lo 0.8 (chi se ne ricorda !?), ma la canna mi aiuta, la punta flessibile gioca molto bene e dopo poco il mio amico chub è con la bocca di fuori, mi chino per prenderlo e penso al mio babbo che mi diceva "Non bagnare i bachi quando ti pieghi" ed io gli rispondo mentalmente “Figuranti se perdo il pesce per non bagnare i bachi”.
Non mi ricordo neanche come si devono stringere i pesci, di sicuro lo prendo male, visto che risguscia in acqua un paio di volte, prima di farsi slamare. Ho adoprato lo slamatore anche se pescavo con i barbless. Eccezionali questi piccolissimi ami.
La scappottatura mi dà una gioia enorme. Continuo a pescare e mi viene a trovare una coppia con il cane, Cesare, che fa scappare una nutria in acqua…insomma fa un po’ di casino e mi viene in mente un report di Sipo.
Ne prendo uno che mi mangia incontro, vedo prorio la sua bocca bianca che si apre e chiude sul baco.
Arriva sulla sponda anche una comitiva di bambini col maestro che dice, dopo il primo sasso in acqua, “Fate piano, che c’e’ un pescatore che pesca” (perché di solito cosa fa il pescatore?)
Ne voglio prendere uno da far vedere ai bambini, più che per dargli uno spunto per il pensierino, per soddisfare un po’ la mia vanità.
Vedo dal buio del fondo arrivare un’altra boccona che mi si apre incontro…FERRO ! Questo è grosso davvero.Richiamo i bimbi, che intanto stavano continuando la passeggiata “BAMBINI L’HO PRESO ! ! !” (sinceramente mi sono sentito un coglione). Non mi sentono…non instisto e penso “Va a finire che per fare il ‘ganzino’ lo perdo”. Poca frizione sennò si infrasca (fra l’altro concessa in ritardo), ma ci pensano la canna e lo stream dello 0.8 ad ammortizzare le testate e dopo un po’ è con la bocca di fuori…non so come prenderlo…lo spiaggio.
E’ enorme (per me, ben si intende, nel sito ce ne sono di molto piu’ grossi) ! ! !
Sono al settimo cielo. La gioia è enorme. Mi sento veramente sereno.L’accoppiata “fiume” e “galleggiante” era diventata, nella mia mente, un tabù.
Continuo a pescare e ne prendo un paio anche a strisciare sul fondo.
Sto pescando da un paio d’ore, e si è fatto il tempo di andare a casa…sbaglio una ferrata, intreccio la lenza e ne approfitto per fare su la canna e levare le tende, tanto sono più che appagato.
Me ne vado via lucente, sorrido al cielo guardando il fiume. Ho un piede bagnato, i cosciali di Giorgio, che come minimo hanno la mia età, hanno una crepa.
Sento che quella pesca con cui sono cresciuto e che ho lasciato per tempo sugli scaffali di una cantina buia è ancora dentro di me…insieme al mio babbo.

Un salutone a tutti


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