Racconti

Ricordo di una notte di mezza estate

Di Marco de Biase pubblicato il 24/09/09

La stagione estiva è ormai terminata e, complice il tempo settembrino, tornano alla mente i ricordi delle catture dei mesi precedenti. Momenti di felicità, uniti a svago e spensieratezza, in giornate che si avvicinano al fatidico esodo d’agosto.

Nella mia mente il ricordo più vivido è quello di una notte di mezza estate del mese di luglio, trascorrendo diverse ore con i miei compagni di società. Una semplice pescata in nome dell’ amicizia che ci lega da qualche mese, senza il tecnicismo che contraddistingue le nostre trasferte in acque interne.

Il mare, terminate le burrasche di inizio mese, versa da giorni in ottime condizioni. Le alghe ricoprono copiose gli scogli e, secondo l’espressione vernacolare, “u mer ‘a vegetat” . Buon segno! Il pesce si è avvicinato a riva, abbandonando le profondità, ed incominciano ad apparire bellissimi esemplari di mormore ed orate, qualche branzino sotto misura e simpatiche sogliole.

Il momento ideale per poter insidiare questi pinnuti è la notte: di giorno, purtroppo, c’è un traffico intenso di natanti di piccole dimensioni che disturba notevolmente la nostra azione di pesca, costringendoci a veloci recuperi per evitare che le eliche trancino le preziose lenze. I bagnanti, poi, affollano i piccoli moli foranei, quindi rimane ben poco spazio per manovrare liberamente la canna bolognese o pescare a fondo.

Decidiamo di sistemarci presso il lato esterno del molo foraneo di Bari Santo Spirito. Le nostre fidanzate impreziosiscono questa già piacevole battuta di pesca. Le vettovaglie, accuratamente mantenute in appositi conservate termici, rigorosamente di tradizione barese: focaccia, panzerotto, birra Peroni e Coca Cola, per gli astemi. Da solito bastian contrario, invece, preferisco la Heineken.

Le tecniche che il nostro team decide di adottare: Ledgering light, con pasturatori di solo 15 grammi a forma di siluro, colmi di bigattini, uniti alla lenza madre mediante un comodo sistema anti-tangle rigido.

Poi, a completare la lenza, una piccola perlina in gomma, che funge da parastrappi, girella e terminale lungo, di circa un metro. C’è chi va sul sottile, come me, e perde qualche cattura, ma in compenso riceve più abboccate. Altri, invece, alla ricerca dell’orata, preferiscono puntare su terminali più robusti, dello 0,16, che non dovrebbero soffrire i taglienti denti dello sparide. Il “vice-president” (da leggersi all’inglese, non alla barese) opta per la pesca alla mormora, innescando un’arenicola su un amo del n° 8 a gambo lungo, aiutandosi con un ago.

Anziché usare il pasturatore, l’amico Gigi preferisce il piombo secco, plastificato, da 40 grammi, con una forma a goccia, ideale per fondali sabbiosi e senza apparenti ostacoli. Ovviamente non ci si limita alla pesca: si scherza, si canta, alterno la chitarra alla pesca, approfittando anche del molo quasi deserto evito di fare magre figure con la mia voce non proprio da cantante provetto. Il juke box della serata ripercorre gli anni ’70, con “Mare Nero” di Battisti alternato a “Sapore di Sale, sapore di mare”. Scappa il brindisi, poi il controbrindisi gutturale, la barzelletta, e poi la canna che cade in acqua sotto la trazione di una mormora di una certa mole. Ed in tale circostanza, poi, per far scena sul pubblico femminile, facciamo sfoggio di tutte le tecniche di recupero possibili, con la canna di lato, che accentua la curvatura sotto il pompaggio della preda.

Gli occhi languidi per le risate trattenute a malapena dalle ragazze, che osservano questi campioni improvvisati all’opera, aiutano a tenere salda la concentrazione, ma non scongiurano il pericolo di amichevoli ed al tempo stesso sagaci scherzi, come quelli dell’amico Vito che, col filo di una canna in pesca tra le dita, cerca di simulare un’abboccata simultanea!

In questi attimi si coglie il sapore di quanto sia insolita la pesca in compagnia, agli antipodi dell’agonismo che richiede raccoglimento, concentrazione, costanza. assatempo fuori dal solito giovedì sera, o di una qualunque altra serata infrasettimanale. Un modo per stare insieme tra amici nonché membri della medesima società, coronamento di un sogno diventato realtà dopo un anno di lungo lavoro.


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