Tecniche

Roccia e moli con la teleferica

Di Roberto Ripamonti pubblicato il 03/04/10

Sono fresco reduce da una serie di sessioni dalla roccia nelle quali , dopo anni di astinenza, ho dovuto dare fondo alle mie esperienze per cercare di cavare un ragno dal buco. Eravamo a Capo Verde, isola di Sal in compagnia degli amici del Fishing Dream (www.fishingdream.it) ed erano stati pianificati almeno due giorni dalla roccia nella speranza di vivere una avventura "speciale". Cos' almeno mi assicuravano Carlo ed Ubaldo rispettivamente, titolare e Capo delle guide di pesca del Dream. Io ero fiducioso perché gli occhi di questi uomini trasmettevano il desiderio di offrirci uno spettacolo di pesca veramente speciale esattamente come speciali, sono le grandi scogliere a nord dell'isola. L'arrivo in fuoristrada, dopo aver percorso un sentiero piuttosto polveroso ed aver mangiato abbastanza sabbia da farne una spiaggia era stato allegro e pieno di speranze. Con chi scrive c'era una bella combriccola di amici tra cui Matteo, Luca Bernardoni dell'omonimo negozio di Firenze, Sandro e Simone. L'idea era quella di iniziare a fare spinning mentre Ubaldo e la guida Michel cercavano alcuni cefali esca e quindi, dedicarsi al rock fishing pesante con due canne e medio con le altre. Erano alcuni anni che non pescavo da roccia in modo pesante anche perché le mie ultime avventure non erano state particolarmente esaltanti visto che le murene avevano spesso avuto il sopravvento sulle mi esche. Ben diverse erano state le esperienze  pescando più leggero e flottante, sistema con cui serra, saraghi, grandi spigole, dentici e quant'altro, erano finiti in secco. Ubaldo e Carlo rassicuravano sul fatto che avremmo avuto la possibilità di vedere qualche cosa di notevole per cui, ero totalmente convinto che ne valesse la pena. Tra l'altro, un buon aggiornamento tecnico sul modo di stare su roccia mi avrebbe poi permesso, fatte le dovute proporzioni, di affrontare l'argomento roccia e pesca dalle dighe foranee che è uno die punti su cui vorrei impostare questa stagione entrante.

Montata la canna da spinning, una Italcanna Agabama con tanto di Ryobi Safari 5000 e treccia Oracle da 50 libbre, decido di provare una imitazione di ... topo bianco che avevo usato con tremendo successo nella stagione di pesca al luccio in giro per l'Europa. Il Mega Mouse della Fox mi aveva garantito ottime catture e quasi per scaramanzia, lo avevo portato con me. Lancio il grosso artificiale e comincio a recuperarlo mentre subito alle sue spalle, appare un carangide da almeno 15 chilogrammi che si butta all'attacco! La belva, manca l'esca e poiché è oramai sotto ai miei piedi, scappa a pinne levate. Riprovo e non accade più nulla. Sarebbe stato davvero un colpo magistrale, catturare  al primo lancio e mentre gli altri amici stavano ancora montando le canne!

Non accade più nulla di speciale per cui, ci si mette a pescare dalla roccia osservando una quantità monumentale di occhiate, saraghi, piccoli carangidi, trombetta e balestra, accapigliarsi sui pezzi di sardina che avevamo innescati. Lo scenario era incredibile ed il mare, abbastanza docile da poter essere pescato senza troppa difficoltà.

La prima scelta tecnica di rilievo, spetta al "boss" Carlo Gentilini che decide di montare una canna da surf con tanto di 050 mm sul mulinello ed un finale sostenuto da un grosso galleggiante a palla molto visibile. L'esca composta da un trancione di sugarello, sarebbe affondata lentamente esplorando gli strati d'acqua fino ad arrivare a quelle profondità in cui potevano trovarsi i branchi di grossi carangidi che, non stavano affatto rispondendo alle esche artificiali.

Il grosso galleggiante offre una serie di vantaggi notevoli poiché, oltre alla visibilità estrema, prende aria durante il lancio e garantisce una gittata che il solo trancio, non riesce a realizzare.

Che la scelta fosse quella giusta, lo dimostra lo strike lacerante e la successiva fuga vertiginosa di una preda certamente di taglia. Sulla canna arriva Matteo Varnier ed inizia un combattimento da capogiro in cui anche la forza dell'atleta olimpionico, viene fatta vacillare dalla forza estrema del pesce. Dopo circa 15 minuti, il grosso Jack Trevally appare in grande difficoltà e Matteo riesce a portarlo a tiro del raffio che ho il piacere di manovrare sebbene in equilibrio assai precario. Centro il colpo e la grande preda viene issata a terra tra mille schiamazzi e complimenti per il risultato. Si tratta di un Jack di circa 12 kg dalla testa enorme e dai colori veramente sgargianti.

Tocca subito dopo a me, avere uno strike vigoroso con il grosso galleggiante che parte lateralmente senza potersi inabissare poiché libero di scorrere lungo la lenza madre. Ferro e mi rendo conto che è un bel pesce ma, non ha nulla a che vedere con quello di Matteo e Carlo . E' quello che i locali chiamano "Bonito" anche se non è minimamente parente del tunnide che noi conosciamo, In realtà si tratta di un Jack Almaco (Seriola rivoliana) che è parente della nostra amata ricciola  e che popola numeroso questi splendi mari.

Passano pochi minuti ed arriva anche un Balestra di buona taglia che torna in acqua al volo, dopo una giusta foto di ricordo. Questi pesci invece sono dei rompiscatole perché attaccano il galleggiante e tagliano e lenze con i loro denti potenti per cui, ne avremmo fatto anche a meno.

Per uscire dal racconto e parlare di tecnica, ecco come è stato montata la lenza finale che sfrutta comunque un piccolo cavetto termosaldabile da 30 libbre vista la presenza di prede con tanto di denti aguzzi e di potenziali piccoli squali come mi era capitato qualche tempo prima in analoga situazione

 

SEQUENZA COSTRUZIONE FINALE CON CAVETTO

 

Arriva il pomeriggio.

Sono svariate ore che peschiamo e le canne pesanti non stanno dando alcun risultato. Davanti a noi si apre una fossa di circa 40-50 metri di profondità nella quale lanciamo le nostre insidie sfruttando la tecnica della teleferica con il vivo. La canna scelta è l'eccellente Shimano Beast Master 130M con Torium 30 caricato con Asso nero dello 050mm.

Ad un bracciolo con tanto di girella da 150 libbre, viene collegato uno spezzone di lenza dello 035 mm ed un tondino di ferro da circa 200 grammi che funge da piombo. Qui a Capoverde, il piombo è prezioso per cui poter usare delle alternative a perdere è sempre molto importante!

La lenza viene facilmente lanciata a poche decine di metri e messa in giusta tensione. Quindi si innesca con il vivo e si lascia scivolare il tutto, aiutandolo con la tensione della lenza. Il sistema, molto usato anche da noi è assolutamente perfetto e poiché è qualche tempo che non se ne parla, vorrei rivedere alcuni concetti costruttivi che possano essere utili a chi ama questa pesca dalle nostre scogliere e dighe soprattutto insidiando serra, lecce amia e grandi spigole che altrimenti sarebbero un sogno irraggiungibile.

In estrema sintesi, lasciando poi che siano le sequenze fotografiche a parlare più chiaramente, il finale da noi utilizzato per questa pesca pesante era così composto.

Amo singolo o doppio, Jaguar Seriola 3/0 -5/0 oppure Owner Gorilla 4/0

Monacavo d'acciaio da 150 libbre legato nelle modalità del mio precedente articolo sulla spiaggia

Spezzone di trave dell'100 lungo circa 2 metri per proteggersi dalle abrasioni della pelle dell'eventuale squalo

Girella e moschettone da 200 libbre

Piombo da 30-70 grammi in funzione della corrente e del moto ondoso.

 

Ecco il dettaglio costruttivo.

FOTO PARTICOLARI DEL RIG

 

Teleferica per il Mare Nostrum

Chiaramente, volendo riportare il tutto alla nostra realtà ci vediamo costretti a soluzioni meno pesanti in cui , ad esempio, al monacavo si sostituisce un pezzo di termosaldabile da 30 libbre, gli ami scendono al 1/0 singoli o in coppia e il trave madre, potrà essere in fluorocarbon dello 040-045mm per poter fronteggiare anche qualche bella leccia. Poiché questo terminale ha molto senso nelle murate alle foci dei fiumi, è necessario fare i conti con la corrente che in certi casi è davvero forte. Diventa quindi utile poter usare dei piombi di grammatura differente e quindi, sostituibili velocemente senza dover smontare la lenza finale.

Vediamo allora, passo dopo passo, come si può allestire un rig per teleferica destinato alle nostre acque.

Alcune note che possono essere utili;

-         il moschettone di collegamento è legato ad uno spezzone di filo 070 oppure in cavetto termo saldabile. La ragione sta nel cercare di tenere distante l'esca dal trave principale e offrire cos' la massima mobilità.

-         una girella a cuscinetti collega la parte iniziale a quella finale ocn amo singolo o doppio per avere velocità negli eventuali cambi d'esca

-         poiché abbiamo a che fare prevalentemente con serra o barracuda, l'uso di un termosaldabile da 20-30 libbre è consigliato

-         l'amo potrà essere singolo oppure, doppio per esche più grandi

Come si usa.

Si lancia lontano, possibilmente con piombi a spike che abbiano una tenuta perfetta e si mette la lenza in tensione. Quindi si prende il finale innescato con il vivo e si aggancia il moschettone alla lenza madre. Quindi si alza la canna mantenevo la tensione e si lascia scivolare l'esca verso il mar. Il piombo messo in testa completa il lavoro facendo scivolare ulteriormente l'esca verso il fondale.

PARTICOLARI DEL RIG "NOSTRUM"

Fishing Dream. La struttura ideale

Il Fishng Dream è un centro di pesca perfettamente attrezzato per settimane oppure, per semplici giornate di pesca. La struttura si avvale di una sede operativa nei pressi del Pontile (Pontao)  e si appoggia su alloggi e villaggi della zona. Il tutto è nel raggio di pochi chilometri nei quali si respira una aria magnifica e si gusta un cibo straordinario. Non esistono malattie né vi sono animali pericolosi o insetti e non c'è bisogno di vaccinazioni particolari. Il Centro di pesca dispone di importanti attrezzature si a noleggio che per la vendita e tutto ciò che realmente serve per queste acque è disponibile con grande attenzione alla qualità. Gli spostamenti vengono effettuati in fuoristrada oppure in Quad, davvero lo strumento ideale per queste aree senza strade. La loro guida è facile ed anche se per i primi 3 minuti ho rischiato diversi incidenti a causa della mia scadente qualità di guidatore, poi anch'io sono diventato padrone del mezzo ed ho scoperto che, mi piacerebbe averne uno anche qui!

Fishing Dream ha iniziato a proporre con grande successo, proprio una pesca da spiaggia e spinning fatta spostandosi con i Quad che garantiscono una mobilità totale e la possibilità di lanciare la propria esca laddove sarebbe impossibile con altri mezzi.

I voi vengono effettuati con ottimi 737-800 della Neos (compagnia di charter italiana) da Milano, Verona e Roma Fiumicino e il viaggio dura circa 6 ore. Questo significa partire la mattina presto da Verona e essere già in pesca dalle prime ore del pomeriggio! Cosa volere di più?

Per informazioni digitare www.fishingdream.it

 


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