Tecniche

Rogge piccole, pesci grossi

Di Roberto Granata pubblicato il 05/11/12

Negli ecosistemi minori, talvolta snobbati o poco frequentati, possiamo divertirci più spesso di quanto si pensi anche con prede di taglia, che magari pensavamo non potessero esistere in tali ambienti. Invece…

 DOVE SI TROVANO?

 Il primo “deterrente” alla frequentazione di questi luoghi è, a mio avviso, l’insufficiente osservazione. Quante volte siamo transitati, magari in automobile, sulla riva di un piccolo fosso o ci siamo passati sopra un ponte? Al massimo, quando lo possiamo fare, rallentiamo o, più raramente, ci fermiamo per pochi secondi ed, una volta data una frettolosa occhiata all’ambiente che ci appare “spoglio”, uniforme e privo di pesci (mica erano lì ad aspettare noi!) ripartiamo dimenticandoci in pochi secondi di un luogo che, se ispezionato più attentamente negli angolini giusti e con la dovuta calma, può presentare sorprese a non finire. La prima regola è dunque quella di conoscerli a dovere. Generalmente, se parliamo di fossati, ci troveremo di fronte ad opere realizzate per uso irriguo in tempi lontani. Proprio la loro relativa “vecchiaia” ne fa il ritrovo di una popolazione ittica stanziale o, più spesso, proveniente da altre rogge o fossati simili, del medesimo “bacino idrografico”. In poche parole sempre di pesci di quell’ambiente si tratta. Queste piccole rogge con relativo contorno di rigagnoli procedono dritte, uniformi e poco profonde per tratti anche sostenuti ma, prima o poi, la loro monotonia viene interrotta da una (o da una serie) di curve, da un tratto di riva in frana, da opere idriche sovrastanti o sottostanti, da un ponte od altro. Chiaramente le migliori opportunità si avranno in questi spot, in quanto molto più ricchi di tane ed anfratti ed anche un poco più profondi. Questi sono gli angoli dove i pesci più belli vivono, spesso e giocoforza in modo stanziale, con qualche “puntatina” altrove solo in occasioni eccezionali. Tra questi i più micidiali sono i ponti. Vediamoli dunque per primi.

I PONTI

Dopo un lungo tratto “monotono” ecco un luogo con nascondigli (compresa l’arcata stessa del ponte), maggiore profondità ed un poco di corrente. Non sprechiamo le nostre chances.

-           Osservazione preventiva per capire dove indirizzare i nostri primi lanci (sono comunque spot piccoli).

-           Avvicinamento cauto e buon mimetismo. Tenete presente, come ho già avuto modo di dire, che il pesce in tali luoghi si aspetta sempre il pericolo da un dato punto, che è quello dove gli eventuali “curiosi” si fermano a guardare e magari a far baccano. Arrivando (e facendo arrivare le nostre insidie) da altri punti, anche se apparentemente illogici, potremmo fare “faville”.

-           Spesso appena a valle del ponte si forma un piccolo slargo per qualche metro, prima che l’andamento del fosso o canale ritorni uniforme. Conviene prima, se nulla ci consiglia il contrario, ispezionarlo per poi procedere col ponte vero e proprio. Nelle stagioni calde o temperate, in assenza di disturbi vari (passanti, sfalcio della vegetazione, ecc.) gli “abitanti” del ponte si spingono in questi spot.

-           Passando alle tane presenti sotto al ponte vero e proprio, è buona norma ispezionarle palmo a palmo. Dopo i primi lanci e recuperi, dove ovviamente è il caso di pescare cercando di non sbagliare niente, è opportuno passare ad un’ispezione più attenta, sfruttando la corrente, anche se poca, per portare la nostra insidia nei punti più remoti, che magari non riusciamo neanche a vedere. E’ chiaro che, il più delle volte, si tratta di spot inesplorati dove si nascondono, date anche le caratteristiche dell’ambiente, i pesci più belli.

-           Evitiamo, se non abbiamo altra scelta o convenienza, di pescare stando sopra al ponte.

LE CURVE

Sia nelle curve che nelle rive in frana od erose dalla corrente sarebbe opportuno:

-           Effettuare i primissimi lanci (anche se poi non è che ne faremo molti) stando un pochino lontani, a meno che ciò non ci costringa a peggiorare palesemente la bontà dei nostri tentativi.

-           Occhio alla scelta dell’artificiale, non solo per lo stimolo con cui provocheremo i nostri amici predatori. Se nulla ci consiglia il contrario, molta attenzione va posta anche nello scegliere un artificiale che riesca a rimanere in pesca il più a lungo possibile, senza che la corrente o la posizione da dove peschiamo ce lo porti in un secondo a sguazzare in superficie od a sbattere contro la riva od ancora, in ogni modo, ad uscire dalla vena di corrente o dalla traiettoria utile per catturare. Spesso non avremo una seconda chance.

 LE OPERE IDRICHE 

In luoghi così piccoli anche le eventuali opere idriche saranno di dimensioni ridotte, ma ciò non significa che non si tratti di ottimi spot, anzi… Una piccola briglia, un semplice incastro (presa d’acqua ad uso irriguo) od il nostro fossato che passa di sotto ad un altro creano, se presenti, forse le migliori condizioni in assoluto per questi luoghi. Vediamoli meglio.

-           I piccoli invasi che creano le eventuali briglie vanno, a mio avviso, affrontati con molta attenzione a dove indirizzeremo i nostri primi tentativi. Nel caso di poca acqua che scende dalla briglia, spesso è meglio tentare subito al di sotto di questa, mentre in abbondanza di acqua i pesci si possono trovare più ai lati o verso la fine della buca. Il resto è da valutare di volta in volta, e ne abbiamo parlato nelle scorse puntate.

-           Le prese d’acqua, anche se chiuse, spezzano la “monotonia” della riva, e qualche predatore le può eleggere come tana. Se aperte sono luogo di passaggio per la fauna ittica e, quindi, qualche predatore è sempre nei paraggi…

-           Quando il nostro “fossato” passa al di sotto di un altro, due sono i punti di norma migliori: 1) Dove l’acqua ritorna “in superficie”, per via della maggiore profondità, di un maggiore (e diverso) movimento dell’acqua e della presenza di uno slargo. Da prendere in considerazione, se altrove siamo troppo “visibili”, qualche tentativo dall’alto, con una sorta di vertical jigging, spesso in tali frangenti assai produttivo. 2) Le zone a monte, dove c’è sempre qualche bel pesce “in attesa” di prede, di cambiamenti di livello e di quant’altro possa avere a che fare, in qualche modo, col vicino spot. Buona caccia al grosso pesce… delle piccole acque.


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