Itinerari Italia

Sele: il fiume delle mille schiuse

Di Luigi Colucci pubblicato il 20/06/09

 

A PRIMA VISTA…

 

Pochi luoghi sanno raccogliere e preservare le emozioni facendo si che ad ogni ritorno si vivano istanti unici, rari…scolpiti nella quiete e accompagnati dal gorgoglio delle acque! Il Sele è tra questi, uno dei fiumi a me più cari poiché padre della mia passione, la pesca a mosca. Qualche tempo fa ho avuto la fortuna di poter tornare, anche se per poco, a bagnare la coda di topo in queste acque e in compagnia di un amico, Pasquale Vernieri, conosciuto proprio qui alla confluenza con il fiume Tanagro, durante l’ ultima prova del regionale. Questo fiume raccoglie in se, tutte le tipologie di corrente e di fondale che un moschista può riscontrare durante una battuta di pesca. E’ un fiume molto tecnico, si passa da forti correnti in buche alte, a larghissime spianate a corrente costante e lenta, grossi massi dietro i quali si nascondono le fario più grosse e ghiaieti dove durante le schiuse si perde il numero delle bollate. Oltre ai fattori corrente, ostacoli, profondità ci troviamo ad affrontare anche il fattore insetti: qui gli insetti acquatici abbondano in numero e in specie e le schiuse assomigliano ad un vero e proprio sciamare incontrollato. Le acque sempre fredde e pulitissime apportate al Sele dall’ affluente Tanagro (altro fiume straordinario), permettono l’espandersi e la crescita degli insetti e con essi le trote fario, che qui nel ceppo autoctono vedono la presenza della classica macchia preopercolare ma anche uno sviluppo di una punteggiatura particolare a X.

 

SPECIE ENTOMOLOGICHE E TECNICA

 

Alzando una qualsiasi pietra del fondo del fiume ci possiamo rendere conto immediatamente della grande varietà di insetti che lo popolano. Tra le specie qui presenti le più importanti e, oserei dire, le indispensabili da conoscere per affrontare il fiume in modo corretto sono tra i tricotteri: gli appartenenti al genere Hydropsyche; tra i plecotteri: della famiglia delle Perle, il genere Dinocras, specie cephalotes; tra le effimere: l’ ecdynurus venosus, Heptagenia longicauda, la Serratella Ignita, la Baetis Rhodani e la più importante di tutte l’ Oligoneuriella Rhenana, la vera principessa di questo fiume. Con una canna 8’6” piedi con coda 4/5 ci si può divertire a secca come a ninfa senza problemi, affrontando ogni tipo di corrente e buca con la tecnica che si preferisce. Con questa attrezzatura mi diverto sempre ad insidiare le trote a secca e quando sono in compagnia, è inevitabile che scatti una naturale competizione con gli amici a chi ne prenda di più e con quale mosca. Avendo spesso a disposizione solo il pomeriggio per andare a pesca, durante le ore più calde la mia scelta ricade molte volte su una sedge (green o grey) che uso in caccia e che, facendola vibrare ogni tanto con piccoli movimenti della coda, mi aiuta ad ingannarne qualcuna. Con l’ avvicinarsi della sera passo a delle emergenti di ignita o imago di ecdynuridi sempre valide in caccia e che mi aiutano a divertirmi intanto che aspetto la schiusa della Rhenana. Questa effimera che schiude dai primi di giugno ad ottobre inoltrato, ha il suo apice numerico proprio nelle calde serate di fine giugno quando dal tramonto sino a buio pesto diventa difficile anche solo aprire la bocca per respirare, dalle folli quantità di esserini svolazzanti. La Rhenana è un’ effimera da considerarsi di grosse dimensioni dato che le sue imitazioni possono essere montate anche su ami del N. 6 o 8. Durante la schiusa pescare con una secca che imita lo stadio di imago di questo insetto è quasi inutile poiché l’ insetto stesso non tocca mai l’ acqua da “vivo” neanche durante la deposizione, lasciando cadere da distanza ragguardevole le uova in acqua, precedentemente fecondate in volo. Di conseguenza l’ imitazione migliore di questo insetto è la spent, ovvero l’ effimera ormai morta sul pelo dell’ acqua con le ali distese, che uso con successo da anni e che nelle mie scatole non mi abbandona mai. Altra imitazione da non trascurare durante queste schiuse è la sedge, yellow o light brown da utilizzare su trote diffidenti o selettive che rifiutano la nostra spent di Rhenana e che spesso non disprezzano un’ emergente di tricottero o la sua forma di immagine.

 

QUANDO MENO TE LO ASPETTI…

 

Dopo essermi divertito con trote dai 35- 40 cm quel giorno mi sono dovuto arrendere a Pasquale che, anche se ( a suo dire ) ha molto da imparare nella pesca con la ninfa e lo stremer, a secca mi ha dimostrato la sua bravura insidiando una bellissima fario di 1,3 Kg e battendosi con lei per più di 10 minuti con un terminale dello 0,12 e vi assicuro che nelle forti correnti del Sele non è per niente facile. Questo fiume ha tanto da offrire, e chiunque lo ha visitato proprio durante le sere d’ estate lo porta con se senza riuscire a scordarlo.

 

COME ARRIVARE

 

Da nord autostrada A3 direzione Reggio Calabria uscita Contursi Terme sulla SS91.

Da sud autostrada A3 direzione Salerno medesima uscita.

Da Est Ss7 Ofantina, Avellino-Melfi-Candela, uscita Caposele - San Gerardo sulla Ss91.

Dalle Ss91 uscita stazione di Contursi Terme e lasciando l' auto nei pressi della stazione si può raggiungere comodamente il fiume.

 

DA VEDERE

 

Alloggiando presso le terme si può trascorrere qualche giornata in totale relax, tra le piscine d’ acqua termale, assaggiare le specialità locali e, a pochi chilometri, visitare luoghi storici immersi nel verde e al contempo in riva al mare come i templi di Paestum, oppure passeggiare lungo i borghi storici dei piccoli centri limitrofi e visitare ad esempio, il nuovo santuario di S. Gerardo Maiella nel comune di Materdomini. La struttura, oltre a contenere nel presbiterio l’ urna con il corpo del santo, è ritenuta un gioiello della moderna architettura religiosa, ospita un organo di 2500 canne ed il Cristo Redentore in bronzo di Tommaso Gismondi. Luoghi ideali per week-end e vacanze in compagnia di tutta la famiglia.


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