Tecniche

Soft Swimbait, parte 1 di 2

Di Luca Quintavalla pubblicato il 28/01/12


Rivoluzione? Spesso questa parola è stata associata a tecniche di pesca rivoluzionarie nella pesca al black bass come il flipping oppure  a certe esche come il tube o meglio ancora il primo verme siliconico o la prima swimbait…ecco le swimbait questa esca che nasce in California con la ditta Castaic, un gruppo di amici fonda questa ditta nel 1995 per imitare alla perfezione le trote di cui si alimentavano e si alimentano ancora i grossi bass presenti nelle splendide acque californiane.  La prima swimbait si chiamava Hard Head per poi essere perfezionata con la SBT che ancora oggi è l’esca con cui è stato catturato il bass più grosso con le esche artificiali. Il resto è storia recente. Di swimbait ce ne sono di diversi tipi, rigide morbide, grandi e piccole,  ma un paio in particolare negli ultimi anni sono sempre più presenti nei negozi di pesca, sulle riviste e soprattutto nelle scatole porta esche dei pescatori di bass di tutto il mondo…queste sono le soft swimbait, ovvero le swimbait morbide fatte in gomma e non rigide.
Ma da cosa è nata questa mania? Come mai le soft swimbait quasi sconosciute qualche anno fa ora sono all’ordine del giorno? Beh la risposta è semplice…perché catturano pesci grossi!
Ho sentito parlare di queste swimbait molto particolari più o meno nel 2006, spesso seguo i report delle gare americane su siti e riviste d‘oltreoceano e ho iniziato a notare come alcuni professionisti americani sostituivano lo spinnerbait con un esca siliconica, molto simile a un pesce, ma con una coda a padella molto curiosa. Nella primavera del 2007 Steve Kennedy professionista americano, vince una gara importantissima pescando per buona parte dei quattro giorni con una soft swimbait in gomma denominata paddle tail tube della ditta Basstrix  catturando diversi big bass nel meraviglioso Clear Lake in California. Inutile dire che la caccia alle soft swim era iniziata e in poco tempo questa ditta venne sommerse di richieste fino a dover comunicare ai consumatori di non riuscire più a seguire gli ordini che gli arrivavano. La caratteristica del Basstrix era la particolare cavità del corpo rendendola unica, da quel momento altre ditte importanti come la stessa Castaic svilupparono il concetto fino ai giorni d’oggi. Alcuni pescatori intanto iniziarono addirittura a sostituire lentamente l’utilizzo dello spinnerbait con questa esca…sfatando un mito che durava a anni. Nel frattempo in Italia e in Giappone iniziava a farsi strada un’esca snodata in gomma molto morbida che imitava perfettamente il nuoto di un pesce, in realtà questa esca prendeva spunto da una vecchia esca della Mister Twister spesso snobbata dai pescatori italiani, divisa in tre sezioni, si poteva innescare in tantissimi modi e recuperare altrettanto variegata, questo era il Javallon dell’Imakatsu, altra soft swim che cambierà il modo di pescare di tanti pescatori al bass e a lucci in Italia.
Cosa hanno i così catturante queste esche? Perché stimolano tanto i big bass? Dando uno sguardo veloce alla paddle tail notiamo subito che la caratteristica principale è la coda, questa è a forma di padella, fa un grosso attrito in acqua e ne sposta veramente tanta emanando diverse vibrazioni. Inoltre notiamo come il corpo dell’esca sia cavo ( da cui il nome americano paddle tail tube ) questo permette una buona facilità di innesco e un assetto in acqua sempre perfetto. Per quanto riguarda le swim snodate il loro nuovo è estremamente adescante, si skippano benissimo e possono essere utilizzate con diverse tecniche.
Qual è il loro utilizzo? I loro recuperi e quali sono le condizioni ideale per utilizzarle? Personalmente credo siano una delle poche esche che si possono utilizzare tutto l’anno, in diverse condizioni di acqua e possono attirare diversi predatori. Inizio e fine stagione sono momenti in cui il bass tende a alimentarsi di grosse prede quindi queste esche sono a tenere in grossa considerazione. In estate possono essere un grande alleato per la pesca in superficie sopra erbai sommersi ad esempio, e in inverno nei brevi momenti di attività un grosso pesce non si farà certo sfuggire un boccone così importante. In acqua chiara spesso recuperate lentamente a mezz’acqua, il loro movimento sinuoso e adescante stimola spesso anche i bass più sospettosi, in acqua velate la coda a padella e il movimento sinuoso spostano molta acqua richiamano con le vibrazioni i bass nei paraggi. I recuperi che preferisco sono sicuramente quello lento a mezz’acqua, credo che la paddle tail tube in particolare, abbia un movimento quasi ipnotico e quindi il grosso bass tenderà a seguirle in un primo momento per poi attaccarle con decisione dopo un breve inseguimento.  Ho avuto ottimi risultati anche in caduta, infatti la coda a padella si muove anche durante la discesa creano un movimento ampio e attirante provare per credere! Per quanto riguarda le swim snodate anche qui il recupero lento mi  ha dato ottimi risultati ma in questo caso preferisco accelerarlo un poco oppure jerkarlo per cercare mangiate di reazione decise.
Per quanto riguarda gli inneschi e la scelta della tipologia vi do appuntamento al prossima articolo.


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