Tecniche

SPINNING CLUB ITALIA: NON SOLO PESCA

Di Di Roberto Granata pubblicato il 08/02/21

Che lo Spinning Club Italia, nella sua totalità, non si occupi solo di pesca vera e propria, lo sappiamo ormai tutti, e sta scritto anche nel suo statuto. Voglio quindi raccontarvi di due tra i grandi risultati ottenuti con passione, sacrificio e fatica ( questi ultimi non esisterebbero senza la passione pura) da un gruppo di amici ed appassionati della sezione di Lodi. Tutte le sezioni sono preziose ed hanno qualcosa da raccontare; figuriamoci quella Lodigiana, che è tra le più "antiche" e trae la sua forza proprio dall' amicizia ormai cementata e dall' esperienza dei propri soci. Ciononostante l'aiuto di persone di altre sezioni o di semplici appassionati si rivela prezioso. Costoro, spesso nel totale anonimato, hanno molto da dare e vanno tenuti in particolare considerazione perchè, come recita un vecchio proverbio, i fiori più belli sono quelli che restano più nascosti. Detto ciò, veniamo agli obiettivi che perseguono questi uomini di buona volontà.        PROGETTO MARMORATA.  Questa perla dello Spinning Club Italia ha superato i vent' anni di attività, il che è tutto dire. Occorre anzitutto sottolineare che nessuno vuole prevaricare sulla natura e che, di conseguenza, i volontari e gli addetti intervengono soltanto se i nidi e le aree di frega sono in pericolo, sia per cause naturali (ad esempio un periodo di magra prolungata) che per cause dovute all' uomo, ove possibile. Ciò presuppone ovviamente un costante monitoraggio del fiume, il censimento dei nidi e la rilevazione della temperatura dell'acqua. Qualora si verifichi un problema, i volontari, gli ittiologi ed i vari addetti sono pronti nell' intervenire; le uova in pericolo vengono prelevate dal nido mediante una pipetta e trasferite prontamente all' incubatoio, dove possono schiudersi e dove i piccoli rimangono fino al riassorbimento del sacco vitellino. A questo punto le trotelle vengono riportate " dove mamma le ha fatte" nel vero senso della parola, perchè non solo vengono reimmesse nel fiume ma, quando possibile, nel medesimo nido dal quale erano state tolte. Ho potuto assistere personalmente, anche se una decina di anni fa, alle operazioni di recupero ed in seguito a quelle di reimmissione, e devo dire che in ogni semplice azione dei volontari e degli addetti trasparivano la passione e la volontà di fare le cose per bene, con la consapevolezza che un gruppo unito arriva sicuramente meglio all' obiettivo. Quest' ultimo, poi, assume particolare importanza se pensiamo che, se già la trota marmorata è un pesce da tutelare in tutti i sensi, quella dell' Adda lo è ancora di più, essendo un fenotipo unico di questo fiume ! Se questo progetto viene portato avanti da oltre vent'anni, non occorre dire altro.

 PROGETTO LUCCIO.              

Da qualche anno, al progetto marmorata si è aggiunto quello riguardante il luccio, ovviamente nell' ottica di salvaguardia del ceppo autoctono. Ormai sappiamo tutti i problemi (perché non si tratta di un problema solo) ai quali le residue popolazioni di quest'altro splendido fenotipo vanno incontro, ed ancora una volta si interviene prelevando i riproduttori, spesso in piccole rogge o fontanili, per la spremitura. Dopo la fecondazione in incubatoio e la successiva schiusa, i piccoli lucci, dopo il riassorbimento del sacco vitellino, vengono rilasciati. Mi sembra importante sottolineare che, negli anni, si è rivelato importante l'aiuto, quando possibile, di altre sezioni Nord Italiane, come quelle di Milano, Pavia, Monza- Brianza e Cremona, oltre che dei Parchi Adda Sud e Nord e del Consorzio Irrigazione Vacchelli (quest' ultimo è un canale irriguo che preleva acqua dall' Adda). Un plauso dunque a tutto ciò perchè, soprattutto oggigiorno, quando ognuno sembra credere nell' auto- onnipotenza anche se il mondo sta insegnando ben altro, vi è la concreta dimostrazione di quanto la collaborazione sia oltremodo importante. Anche il Parco Adda Sud, per il secondo anno consecutivo, ha dato in concessione il contenimento del siluro allo Spinning Club Italia . Dulcis in fundo, anche il persico, la savetta ed il cavedano beneficiano da un po' delle attenzioni dell'incubatoio che, guarda caso, si trova all' interno del territorio del Consorzio Canale Vacchelli. Se pensiamo alle diatribe, per non dire peggio, che spesso si verificano altrove tra pescatori e fruitori dell'acqua dei fiumi, tutto ciò assume le sembianze di un bel sogno che si avvera e si materializza sempre più. Questo e molto altro si chiama, dal 1980, Spinning Club Italia. Magari immeritatamente, ma con orgoglio, sono onorato di farne parte.


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