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Spinning in laghetto con il team rapture

Di Davide Ricotti pubblicato il 15/03/14

Personalmente preferisco la pesca in ambienti naturali sui pesci selvatici, ma devo dire che i laghetti di pesca sportiva gestiti danno dei vantaggi in alcuni periodi dell’anno.

Ci danno infatti modo di pescare le trote nel periodo nel quale in torrente non è possibile, in quanto a fine ottobre tutte le acque libere chiudono per il periodo di riproduzione.

Certo ci sono alcune riserve invernali anche sui torrenti, ma si tratta semore di posti con pesci di lancio, quindi allevati, e a questo punto non c’è molta differenza, o meglio c’è differenza poiché le riserve invernali non sono molte, mentre di laghetti ne abbiamo tanti e a secondo di dove abitiamo abbiamo a portata di canna uno di questi ambienti.

Un altro dei vantaggi è la comodità, che ci dà la possibilità di organizzare raduni destinati ai giovani amici che si avvicinano alla pesca con le esche artificiali.

Vediamo di capire come ingannare questi pesci. Essendo allevati, questi hanno un comportamento completamente diverso da un pesce cresciuto in modo selvatico, anche se ciò non deve farci pensare a catture facili.

Cominciamo con il dire che essendo alimentati con mangime in granaglia, o nel peggiore dei casi a mangimi liquidi, questo fa sì che le trote perdano l’abitudine a predare per crescere, e questo per noi amanti della pesca spinning è un problema che ci impone di usare esche di piccole dimensioni.

Nel caso di pesca nel sotto riva, con i rotanti riusciamo bene nell’azione in quanto non abbiamo la necessità di lanci lunghi.

Parlando di questo tipo di esche teniamo presente i due modelli di base, il modello con cavalierino e i modelli con la paletta direttamente inserita sull’asse. In pesca si devono usare entrambe in quanto i primi lavorano meno a fondo, i secondi tendono a sondare gli strati d’acqua più in profondità.

TANTE VOLTE CAPITA di vedere a 40 – 50 mt. dalla riva trote imbrancate. In questo caso per riuscire a lanciare un’esca di dimensioni ridotte, ma di peso sufficiente per lanciare a queste distanze, usiamo gli ondulanti da 3 – 4 cm. e andiamo a doppiarli.

Inizialmente lo si faceva incollando tra loro due ondulantini, ma col tempo si è capito che è meglio unirli per mezzo di due split ring in modo da dar loro maggiore libertà di movimento e nello stesso tempo avere l’effetto rattling, dal picchiettio che i due ondulanti fanno urtandosi tra di loro. Inoltre con questo tipo di doppiatura l’esca tende a scendere in modo lento dando modo al predatore di avere il tempo per individuarlo e attaccarlo.

Per gestire bene questi due tipi di artificiali io consiglio una canna con potenza di lancio 3 – 15 gr..

Molto efficaci sono le esche in silicone, specialmente con pesci apatici sul fondo. Con queste esche montate su testine piombate dai 3 ai 10 gr. riusciamo a stuzzicare il pesce a dovere. Per questa tecnica sono molto indicate le canne da spinning con il vettino in carbonio pieno. Io mi trovo molto bene con la Storm Rider di Rapture. Utilizzando esche di piccole dimensioni, se vogliamo farle lavorare bene, dobbiamo utilizzare fili di diametro ridotto. Vi consiglio uno 0.18mm in bobina se parliamo di nylon, ma parlando di trecciati va bene anche uno 0,10-0.12mm. In questo caso meglio realizzare un finale in fluorocarbon. Capita infatti che i dentini delle trote vadano a grattare il filo e come sappiamo i trecciati non sopportano l’abrasione, mentre il fluorocarbon è particolarmente resistente. Come mulinello un buon 2000 è ottimale per questa pesca.

Io consiglio di usare i minnow solo sulla ricerca di trote di taglia, ovviamente se state pescando in uno di quei laghetti che immettono questo tipo di pesci, ridimensionando sia l’attrezzatura che la tecnica.


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