Tecniche

Spinning negli invasi delle briglie, parte seconda

Di Roberto Granata pubblicato il 01/09/12

non vi ricordate la prima parte? Eccola, clicca qui.

Nella scorsa puntata abbiamo parlato di qualche angolino interessante riguardo a questi invasi, dello svolgimento delle piene e del loro finire. Ora vedremo questi ed altri “avvenimenti” prendendo in esame stagione per stagione (ricordiamoci che non iniziano sempre quando lo dice il calendario) e, successivamente, diverse specie di predatori.

 PRIMAVERA

Premesso che questi ambienti ospitano pesci (di passaggio o meno) in ogni stagione, in primavera possiamo trovare linfe più abbondanti ed in movimento rispetto ai frequenti periodi di magra che caratterizzano le rogge nel pieno dell’inverno. Si tratta oltretutto di acqua “nuova” che, assieme alla stagione in oggetto, “rivitalizza” i nostri amici predatori. All’inizio, di norma, è preferibile concentrare i nostri tentativi nei punti non proprio mossi, ancora verso il fondo ed in orari non “estremi” mentre in primavera avanzata potremo osare di più, sia per il movimento dell’acqua che per la pesca verso la superficie ed al tramonto.

 ESTATE

E’ verissimo che i tramonti estivi sono il non plus ultra, ma ciò non toglie che in orari davvero improbabili non ci sia niente da fare. Sorprese davvero “feroci” si possono avere soprattutto con determinati tipi di recupero, come vedremo più avanti parlando delle specie. Il tramonto, comunque, galvanizza un po’ tutti i predatori. Se inizierete nei punti più mossi, quando le tenebre calano in modo più deciso è il momento di spostarci di poco a valle, in acque leggermente più calme, magari per iniziare le ostilità con gli alloctoni.

 AUTUNNO

Si tratta, a mio avviso, della stagione migliore da vivere negli invasi delle briglie. Alcune specie vi risalgono già per la futura riproduzione, altre vi effettuano le “ultime scorribande” prima della ridotta attività invernale e tutte, infine, ne sono “attratte” in occasione, come abbiamo visto, di piene. Momento d’oro, quindi, per divertirci anche abbastanza indipendentemente dall’orario, tranne in casi estremi. Anche la scelta dell’artificiale, mirando una specie, non è estremamente vincolante.

 INVERNO

Se pensiamo alle condizioni generali dei tratti di rogge tra una briglia e l’altra, con acque sovente basse e molto fredde, non è difficile capire come in acque più profonde e magari un pochino in movimento le temperature siano meno proibitive. Si tratta quindi di luoghi di elezione un po’ per tutte le specie. Occhio al barometro. Se in picchiata e la temperatura dell’acqua non è proibitiva, ci conviene andare a pesca.

 LE SPECIE

LUCCIO: In primavera lo possiamo trovare “reduce” dalla riproduzione, ai lati, in acque basse oppure, più avanti, sul filo della corrente (e sul piede di guerra). In estate ed in orari “proibitivi” dove tutto consiglia di lasciar perdere, provate a recuperare completamente a galla un artificiale che fa parecchio “rumore”, come un popper od un buzz-bait. Potreste ricredervi. L’autunno consiglia una tecnica più “classica” e l’inverno una lenta ricerca sul fondo con esche voluminose ed a forma di pesce.

 CAVEDANO: Nella stagione calda possiamo concentrarci anche in piena schiuma, in quella temperata qualche metro più a valle ed in inverno, sul filo della corrente (anche se poca) alla ricerca di qualche grosso esemplare con recuperi un poco più calmi.

 LUCIOPERCA: Momento d’oro per la sua ricerca è l’inverno, dove in questi ambienti possiamo imbatterci nei giganti della specie, che in altri periodi manco pensavamo esistessero e che perdipiù sferrano attacchi molto più decisi e “decifrabili” di quelli che sono soliti esibire. L’artificiale principe è un siliconico a forma di pesce, adescante, se ci sappiamo fare, anche da fermo e/o con movimenti impercettibili. La stagione calda, specie al calare delle tenebre, ci può regalare attacchi anche verso la superficie ma spesso con esemplari di taglia più ridotta.

 SILURO: Assai redditizia la sua pesca nelle serate estive, specie trattenendo nella corrente che scende dalla briglia un grosso minnow. Ritengo di aver notato una sua leggera predilezione per le tinte fluo.

 IN CONCLUSIONE…

Le nostra acque “minori” sono ancora caratterizzate da un discreto numero di questi ambienti, talvolta poco praticati a favore di acque più blasonate, ma molto redditizi ed ottima palestra per lo spinning. Non ci rimane che provarli.


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