Tecniche

Spinning: riflessioni di primavera

Di roberto granata pubblicato il 06/04/15

Sarà vero che l’inverno riserva agli amanti dello spinning sorprese tanto inaspettate quanto di taglia, perché è altrettanto vero che nella suddetta stagione quella “semi-stasi” chiamata letargo limita (ma non blocca totalmente) ogni istinto dei predatori (e non solo) nel medesimo momento, ma è altrettanto vero che con l’arrivo della primavera tali istinti vengono ripristinati e/o amplificati. Ogni predatore ne è interessato ma non tutte le specie determinano per questo eguali comportamenti. A mio avviso questo accade perché, mentre vi sono alcune voci “fisse” che determinano nelle diverse specie comportamenti uguali o molto simili (ad esempio gli sbalzi di pressione, l’alba od il tramonto), ve ne sono altre che determinano, anche in contesti identici, comportamenti invece (e per forza) diversi. Perché? Il motivo più influente riguarda la riproduzione. Se pensiamo che, mentre la trota l’ha già terminata, il luccio idem o quasi, la lucioperca la sta svolgendo mentre cavedano e black bass la stanno “aspettando”, possiamo avere un’idea molto chiara sul diverso modo di affrontare la stagione primaverile di una specie rispetto ad un’altra e, di conseguenza, un’idea di come variare il nostro approccio a seconda della specie sulla quale vogliamo puntare.

I PESCATORI – OSSERVATORI

Perché questa piccola introduzione? Perché, nonostante le sorprese nello spinning non mancano e credo non mancheranno mai, diminuirebbero però senz’altro se facessimo maggiormente caso, sempre, a questi ed altri particolari. Dopo un buon numero di comportamenti sempre uguali del pesce (prima probabilmente mai notati) e di conseguenti rilevazioni da parte nostra, potremmo accorgerci che quella che prima chiamavamo sorpresa è invece una costante. Proseguendo per questa strada arriviamo a formulare diverse ipotesi: quando abbiamo fatto un ulteriore passo avanti? Quando l’ipotesi diventa tesi. Così facendo, oltre a pescare meglio ed avere quindi grossi vantaggi in parecchie occasioni, possiamo sentirci in sintonia con l’ambiente, fattore che ci gratifica e ci rende più felici già di natura, oltre ad affinare il nostro spirito di osservazione. Se pensiamo ad una battuta di pesca dove riusciamo a catturare magari anche più di un pesce, là dove sono già passati dieci pescatori, o dove la corrente sembra proibirci il tragitto dell’artificiale o, ancora più importante e gratificante, in quel preciso punto, magari scartato a priori da tutti quelli prima di noi perché “lì non può esserci un pesce”, perché abbiamo fatto tesoro di tutte le esperienze precedenti, allora la soddisfazione è davvero tanta. La pesca a spinning è prima di tutto un “capire il pesce”, azione che, credo, nessun’altra tecnica può esaltare a tali livelli. Come ho già avuto modo di dire ci sono tre modi di “parlare” ai pesci; il primo è dire loro: “Oggi ti ho ucciso”. Il secondo: “Oggi ti ho catturato”. Il terzo: “Oggi ti ho capito”. Tralasciando decisamente il primo modo, il secondo è proprio di talune tecniche di pesca (che non voglio assolutamente né denigrare né mettere in secondo piano), il terzo, cioè il capire il pesce, è appannaggio di poche altre tecniche, tra le quali lo spinning occupa il primo posto. Poi, essendo la pesca prima di tutto un divertimento, nessuno vuole criticare chi si diverte senza conoscerne il perché; l’importante è che si diverta. Ma se vogliamo, oltre che pescare, capire il perché non tanto di quello che facciamo noi, ma cercare di capire cosa fanno i pesci e quali reazioni hanno (e soprattutto perché le hanno) alla percezione (e quindi non solo alla vista) di ciò che lanciamo loro in acqua, lo spinning fa per noi. È difficile? Proprio no. Non è “trendy”? Non fa tendenza? Può darsi, ma i pesci non conoscono né la moda né le nostre tendenze. Saremo mosche bianche o pecorelle smarrite? Può darsi, ma non danniamoci; la pecorella smarrita è stata infine ritrovata. E chi ci dice che non si sia smarrita proprio per farsi ritrovare, come dovrebbe a volte fare il nostro artificiale in mezzo al gregge? 


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