Tecniche

Spinning: Slow - rolling

Di Articolo e fotografie di Marco Altamura pubblicato il 15/11/18

L’inizio dell’autunno finalmente arriva a rivitalizzare tutti gli ecosistemi acquatici resi apatici e improduttivi per l’attività alieutica dalla lunga stagione calda ; il progressivo abbassarsi delle temperature di aria ed acqua rimettono in movimento tutte le specie predatorie delle acque interne accelerando nuovamente il loro assopito metabolismo e risvegliandone l’istinto ittiofago . Non sfuggono a tale fenomeno anche gli abitanti con le pinne dei grandi laghi Prealpini che , anche se in maniera più lenta rispetto a contesti acquei più circoscritti , registrano anch’essi un progressivo e costante aumento della loro attività predatoria che raggiunge l’apice con il mese di ottobre , per poi ritornare in una sorta di letargo vigile fino ai prodromi della primavera prossima . Giova ricordare che in tale periodo assai propizio per la pratica dello spinning , una nutrita schiera di pesci predatori si attiva per far scorta di preziose proteine che consentiranno loro di superare l’intera stagione fredda ; così arriveranno a tiro dei nostri artificiali cavedani , aspi , persici reali , lucci , black bass , siluri , lucioperca , agoni e persino bottatrici e grosse scardole . Pur in situazioni ambientali che possono variare da un habitat  all’altro , tutti questi pesci renderanno le nostre uscite le più produttive dell’intera stagione , a patto di attuare approcci corretti con attrezzature idonee ed artificiali appropriati . In genere in autunno mi piace praticare uno spinning “ all – around “ proprio per non precludermi alcuna opportunità rendendo possibile la cattura di più specie predatorie , adottando l’utilizzo soprattutto di minnows ad assetto affondante dai sette agli undici centimetri di lunghezza per un peso fino ai trenta grammi ; l’unica eccezione che conferma la regola è rappresentata dall’utilizzo di un artificiale a me tanto gradito come lo spinnerbait in giornate ventose o comunque caratterizzate da brezze costanti . In tali situazioni ambientali infatti , non esiste altro artificiale più redditizio dello spinnerbait fatto lavorare o appena sotto la superficie dell’acqua a velocità sostenuta ( power fishing ) , o recuperato lentamente facendogli sfiorare gli ostacoli e le asperità del fondale ( slow - rolling ) . In questo articolo vorrei occuparmi di questa seconda tipologia di recupero lasciando la prima ad altre occasioni e soprattutto a  stagioni più appropriate . Lo “ slow- rolling “ è una tecnica importata dai professionisti americani soprattutto utilizzata per insidiare grossi black bass in situazioni di spots caratterizzati da alte profondità e da acque fredde ; consiste nel proiettare l’artificiale il più lontano possibile , fargli raggiungere il fondo ed iniziare un recupero lento ma costante durante il quale la nostra insidia , grazie alle sue spiccate caratteristiche “ anti – alga “ , riesce a transitare indenne in mezzo agli innumerevoli ostacoli del fondo ( erbai , piante sommerse , grossi tronchi e strutture derivate dalle attività umane come basamenti in cemento e funi di attracco per boe),  senza mai  impigliarsi . Recentemente ho impostato una sessione di pesca presso il litorale piemontese del mio amato lago Maggiore proprio ponendo lo spinnerbait al centro della mia ricerca di black bass e lucci su fondali marcati . Ho una predilezione per i modelli di Rapture , gli Sniper Blade siano essi Single o Double:  oltre agli skyrt realizzati in morbido silicone in diverse possibilità di finitura , l’altro polo di attrazione unitamente alle testine  è rappresentato dalle pale di tipo  “willow leaf “ che entrano perfettamente in rotazione appena toccano l’acqua ed emanano accattivanti lampi di luce generando al contempo grandi vibrazioni percepibili dalla linea laterale dei pesci anche a lunghe distanze. Sono molto impaziente di provare anche gli ultimi arrivati in casa Rapture , le novità 2018 , denominate Sharp Spin Series che prevedono diverse combinazioni di pale , pesi e skyrts ( Single Willow , Double Willow e Willow Colorado con pesi da ¼ Oz – 3/8 Oz – ½ Oz – ¾ Oz con sei finiture di skyrts  “ fine – tuned “ ) . Per la mia sessione ho scelto una spiaggia con un fondale che scende subito fino a raggiungere i 4/5 metri di profondità con presenza di ostacoli naturali e pontili galleggianti che consentono lunghi lanci verso il lago aperto ; la mia attrezzatura Rapture è composta dalla canna Intruder da mt 2,40 ad azione MH e con un range effettivo di lancio di 14/40 gr , abbinata al sempre affidabile mulinello SX – 1 Mod. 4000 caricato con una treccia di spessore 0,165 mm di colore giallo alla quale connetto uno spezzone di terminale XPS in fluorocarbon di Trabucco nello spessore 0,30 mm . Per l’uso dello spinnerbait prevedo la minuteria metallica di raccordo che consiste in una girella + moschettone in acciaio inox , la Barrel Power Swivel + la German B Snap facenti parte del catalogo Trabucco e che mi garantiscono affidabilità e praticità di utilizzo . Inizio la mia sessione connettendo uno Sniper Double Blade con finitura White Chartreuse al quale ho aggiunto un trailer – hook per mettermi al riparo da attacchi “ corti “ e dal sempre probabile interesse di un esocide ; il peso di 14 grammi ( ½ Oz ) mi consente di effettuare lanci abbastanza lunghi , pur considerando il fatto che lo spinnerbait non è un artificiale che può vantare una grande penetrazione nell’aria , e al contempo favorisce anche un rapido affondamento . Il sole scalda ancora e quindi i primi lanci li effettuo facendo lavorare lo spinner negli strati superficiali della colonna d’acqua cercando qualche black bass in caccia ; il risultato è nullo , così sposto subito la mia attenzione sul tipo di recupero lento e nei pressi delle asperità del fondale . Nelle vicinanze di un grosso tubo metallico sommerso avverto il primo attacco al mio artificiale : si tratta di un black bass di piccole/medie dimensioni che ha ceduto al potere attrattivo del mio Sniper ed ora compie evoluzioni aeree nel disperato tentativo di riguadagnare la libertà . Lo recupero velocemente per non stressarlo troppo , mi faccio scattare una foto da un pescatore presente in zona e lo rilascio con tutte le cure del caso . Mi sposto di una decina di metri per perlustrare a dovere la porzione d’acqua a destra del tubo sommerso , lancio più lontano che posso e faccio guadagnare il fondo alla mia lure ; qui la profondità diminuisce lievemente e , dopo una decina di recuperi infruttuosi , decido di tornare sui miei passi per sondare lo specchio d’acqua alla sinistra del tubo . Riesco a distinguere , grazie agli occhiali con lenti polarizzate , alcune sagome scure “ appoggiate “ sul fondo e mi prodigo per far transitare il mio spinner proprio in quella zona ; al terzo tentativo la mia Intruder si piega evidenziando l’azione parabolico – progressiva e porto  prontamente una ferrata morbida ma precisa . Il mio secondo bass è un po’ più interessante in quanto a dimensioni rispetto al primo e oppone una resistenza più strenue , ma la potenza della combo ne svilisce le velleità portandolo in breve tempo a riva ; altra foto scattata dall’amico carpista che nel frattempo è divenuto meno sconosciuto e il pesce fa il ritorno nel suo lago . Sembra che la finitura dello skyrt sia azzeccata e l’abbinamento artificiale – acqua – cielo garantisca una buona resa anche se manca ancora all’attivo un pesce di mole . Altro piccolo spostamento e altra serie di lanci questa volta sfruttando  traiettorie trasversali quasi parallele la battigia ; in uno di questi recuperi scorgo distintamente un bass dietro il mio spinner che proprio prima che questo esca dall’acqua lo aggredisce con violenza rimanendo vittima della doppia armatura . In questo caso non vi è praticamente combattimento in quanto il pesce compie le sue evoluzioni completamente all’asciutto ! Rapida foto e abbondante ossigenazione prima di far ritorno in acqua . Nel breve volgere di un’ora di pesca ho al mio attivo tre bass che , anche se di piccole/medie dimensioni , testimoniano la qualità dell’intera attrezzatura Rapture , se mai ce ne fosse il bisogno ; mi manca molto , tuttavia , l’incontro con un pesce di mole e decido quindi di cambiare radicalmente tipo di spot e , con una camminata di circa quindici minuti,  raggiungo una spiaggia altrettanto promettente ma con morfologia un po’ differente rispetto al primo spot . Qui la presenza di alcuni lunghi pontili galleggianti favorisce lanci paralleli la riva ed un fondale più marcato potrebbe nascondere la presenza di qualche bell’esocide in caccia ; mantengo lo stesso artificiale con la stessa finitura ed effettuo , una volta raggiunta l’estremità esterna del pontile , alcuni lanci paralleli la riva . Qui la profondità si attesta sui 7/8 metri e necessità un po’ più di tempo per essere raggiunta dall’artificiale ; i primi lanci non danno alcun risultato e decido quindi di rivolgere l’attenzione alla porzione di lago aperto innanzi a me ; lancio il più lontano possibile e faccio affondare l’artificiale , ma mi accorgo di un comportamento assai sospetto di quest’ultimo che ben presto non chiede più filo al mulinello , come se avesse già raggiunto il fondo . D’istinto chiudo l’archetto del mulinello e ferro prontamente : i miei sospetti assumono la forma di un grosso pesce che evidentemente ha attaccato lo spinner in caduta mentre espletava egregiamente lo stesso le sue funzioni attrattive . La doppia pala “ willow leaf “ ha esercitato un forte richiamo sia visivo sia a livello di vibrazioni emesse ed il predatore non ha esitato a portare il suo feroce attacco . Penso debba trattarsi di un luccio e mi appresto ad aprire la regolazione della frizione del mio SX – 1 che ora emette un suono da me assai gradito . Ho ben presto la conferma trattarsi di un esocide che conduce il combattimento con puntate rabbiose verso il fondo guadagnando alcuni metri di trecciato ; nelle pause che mi concede riavvolgo il filo perso e ben presto accorcio la distanza che ci separa . Il pesce cerca riparo sotto il pontile che mi sostiene con fughe veloci che costringono il mulinello a cedere filo ; il pericolo è rappresentato dalle catene in acciaio che ancorano la struttura galleggiante al fondo , così forzo il recupero e cerco una rientranza per spiaggiare il luccio . Finalmente guadagna la superficie per esplodere in un fragoroso salto che mina l’integrità del finale senza tuttavia comprometterne l’integrità ; si tratta di un luccio alloctono ( northern pike ) di circa tre chilogrammi e mezzo che mostra a filo di denti lo spinnerbait che , grazie al trailer hook , risulta ben ancorato all’apparato boccale coriaceo del predone . La difesa perde di forza e ne profitto per adagiarlo su una lingua di sabbia bianca che alla mia destra concede un recupero sicuro e innocuo per l’integrità del pesce . Appoggio la canna in terra ed attuo una presa opercolare che mi mette al riparo dai terribili denti del predatore consentendo anche di preservarne lo stato di salute ; chiamo velocemente un amico ristoratore che ha la sua attività proprio nei pressi del luogo dove è avvenuta la cattura e mi faccio scattare una serie di fotografie . Il pesce ha uno morfologia elegante e slanciata e faccio di tutto per immortalarne in modo esaustivo le fattezze . Lo libero dai due grossi ami dello spinner e , raggiunto nuovamente il pontile , lo ossigeno abbondantemente in acqua fino a quando di sua spontanea volontà riguadagna le profondità del lago . L‘amico ristoratore mi porta una lattina di birra che consumiamo insieme e poi decido di intraprendere il percorso inverso per raggiungere lo spot iniziale ; giunto nei pressi dell’auto mi concedo ancora qualche lancio a lato del tubo sommerso ed al quarto tentativo lo Sniper colpisce ancora : un altro black bass di piccole dimensioni dimostra di gradire assai il menù e dopo un breve ma intenso combattimento e la foto di rito pongo fine alla mia sessione ridonandogli la libertà . Sistemo l’attrezzatura nel vano portabagagli dell’auto e faccio ritorno a casa per una rigenerante cena . Pur senza aver effettuato catture eccezionali , sono soddisfatto della giornata trascorsa soprattutto per aver pescato in modo corretto sfruttando al massimo le caratteristiche dei materiali che Rapture mi mette a disposizione . Per il pesce da ricordare , beh per quello c’è ancora tempo…


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