Tecniche

Spinning: Spigole dalla spiaggia

Di Roberto Ripamonti pubblicato il 16/01/13

Alla ricerca di qualche predatore passeggiando lungo le spiagge

Lo spinning è una tecnica di pesca che pratico non troppo saltuariamente da almeno 30 anni e che mi ha quasi sempre fatto felice se non altro per la grande libertà e creatività che esprime e permette di vivere. Oggi poi che la scelta di artificiali e di accessori è tremendamente elevata, l’idea  di affrontare  certe situazioni di pesca con una cannetta ed un piccolo mulinello dalla grandi prestazioni, mi affascina portandomi a incredibili camminate lungo le spiagge del litorale Oggi si parla di spinning dalla spiaggia e le condizioni che abbiamo davanti indicano che si tratta di spinning vero vista la dimensione delle onde.  Gennaio e Febbraio sono due mesi eccellenti per tentare la sorte con questi pesci che in questo periodo si raggruppano volentieri per le necessità riproduttive ma se le condizioni di mare sono ottimali, una passeggiata lungo la spiaggia può fruttare bene durante tutto l’anno. In condizioni di mare mosso o in scaduta è quindi possibile insidiarle con gli artificiali a patto di sapere cosa fare per non rischiare di perdere tempo inutilmente.

L’idea di scrivere qualche cosa su una tecnica su cui molti anglers assai più esperti del sottoscritto nella materia specifica hanno detto la loro, nasce dall’esperienza di tante giornate interamente dedicate a questa bellissima ed appassionante disciplina che posso praticare a pochi minuti di macchina da casa. Proprio recentemente, ero partito con  una mareggiata strepitosa che stava sconvolgendo le spiagge di mezz’Italia e visti i risultati, sono tornato a casa con  l’entusiasmo alle stelle e una voglia di ripetere questa avventura nuovamente perché lo spinning in mare, anche da noi, sa essere veramente speciale. Poche cose addosso, possibilità di muoversi liberamente e le condizioni ideali si trasformano in alcune giornate da ricordare.

La zona è quella  per me, storica, compresa tra le foci dell’Albegna in Maremma ed il limite che arriva fino al canale di santa Liberata verso le foci del fiume Osa, spiaggia che in passato mi ha regalato belle catture ma anche cappotti strepitosi.

Attrezzatura

Io pesco con una Falcon 6’6’’ con uno Shimano Stella 2500 caricato con Fireline 012mm e finali in fluorocarbon dello 026-028mm. Nelle scatolette qualche crank, degli swim-bait e qualche classico minnow per cercare di arrivare a superare un frangente che è posizionato sui 45 -50 metri. Esche anche molto colorate, dimensioni da 3 cm a 12 cm e alta qualità nei movimenti vistoche devono operare in situazioni non troppo facili. Ragion per cui la mia scelta cade su Molix, Rapala, Yo Zuri e pochi altri.

Tanto , tutta l’azione di pesca si svolge a pochi metri di distanza perché le spigole sono li che cacciano!

La scelta per pescare in queste situazioni è relativamente semplice perché dobbiamo avere un perfetto controllo dell’esca, una grande qualità di lancio anche controvento, la capacità di stare sulle onde più alte e un minimo di potenza per manovrare qualche artificiale grosso.

Serve una attrezzatura bilanciata e potente che garantisca controllo e quella leggerezza che ci permette di pescare per diverse ore senza perdere l’uso del braccio. La canna è vitale e nel mio modo di intendere la pesca ho deciso che 6’6’’ piedi è un accessorio perfetto a patto che l’azione sia molto di punta, sia velocissima e sia una monopezzo. Ma è solo questione di gusti personali perché le volte che ho pescato con una 240 cm in due pezzi mi sono trovato abbastanza bene con mare molto mosso ed onde alte. La mia canna ideale per queste sessioni deve lanciare almeno 40 grammi con facilità. Il mulinello, visto che pesco con intrecciati sottili e controvento è di qualità certificata perché , un avvolgimento non all’altezza provoca certamente quelle parrucchette e fiocchi di intrecciato che ci rovinano la giornata. La mia scelta va su modelli 2500 -4000 in funzione delle situazioni di pesca che si incontrano. SE siamo in pieno inverno e abbiamo la certezza di pescare solo spigole e pochi altri predatori, allora un 2500 centra perfettamente le possibilità, Se sappiamo della presenza di lecce, grossi serra ed altro che potrebbe attaccare, allora è bene avere qualche istante di potenza in più con un 4000. La treccia deve aiutare a lanciare lontano  senza crearci grattacapi per cui è inutile andare su diametri minuscoli. La mia scelta va senza dubbio verso uno 012-016 mm ovvero, parlando genericamente, un 12-15 libbre come minimo. Ma sappiamo che con gli intrecciati la tenuta conta poco rispetto alla distanza e la precisione di lancio che garantiscono.

Il finale che utilizzo è altrettanto semplice poiché ho messo uno spezzone di 1 metro di fluorocarbon 026-028 mm legato alla treccia e con una piccolo quick link per il cambio veloce degli artificiali. Il fluorocarbon è collegato mediante un classico nodo di giunzione come il Blood Knot oppure l’Allbright special. L’importante è che il nodo sia piccolo, conico, non faccia perdere tenuta all’intrecciato  e passi facilmente attraverso gli anelli nel lancio.

Artificiali

Vediamo ora qualche artificiale che certamente può darci una mano in queste situazioni. E’ un argomento affascinante perché ognuno ha i suoi preferiti e la scelta è tale da confondere facilmente le idee. Personalmente mi limito a pochi modelli che siano assolutamente affidabili e garantiscano mobilità e funzionalità anche in mezzo alla schiuma ed alla turbolenza. La scelta è ovviamente infinita per cui è bene, a scanso di confusioni incredibili, orientarsi su modelli ben scelti.

Il materiale da portarsi nella scatola dipende fondamentalmente dal tipo di mare che andiamo ad incontrare e soprattutto, da quanto vento ci troviamo a fronteggiare.

Top water: in condizioni di mare leggermente più calmo e con meno turbolenza sono artificiali perfetti perché volano benissimo, si manovrano con facilità e provocano reazioni molto spettacolari non solo da parte delle spigole ma anche da serra, gronchi. Questi ultimi non sono una preda consueta ma, in alcune condizioni di mare e soprattutto all’interno dei porti nei pressi di grandi ostacoli e acqua bassa. Sulle spigole, quando sono in caccia sono eccellenti a dir poco.

Jerk; uso i jerk la maggior parte del tempo perché volano bene e si manovrano anche meglio. Modelli da 5 – 7 pollici sono perfetti in tutte le situazioni. L’azione di recupero deve essere molto creativo e fatto di stop and go continui e jerkate secche che facciano spostare decisamente l’artificiale. Sui jerk, più di altre esche, l’uso degli intrecciati è vitale per dare velocità e reattività all’esca senza alcun tipo di ritardo.

Crank. Piccoli crank bait rotondeggianti si sono spesso rivelati micidiali forse proprio per la loro forma che ricorda quella di un sarago o di uno sparlotto. Sono esche molto efficaci che lavorano a contatto con il fondo sollevando sabbia e scatenando l’attacco con grande facilità. Grazie a un piccolo crak da 2 pollici ho avuto recentemente tre spigole di taglia in sequenza, semplicemente  facendolo grattare sul fondale mentre la sporcizia che era presente in superficie si raggruppava inevitabilmente la sporcizia portata dalla mareggiata. E’ bastatati allungare lo spezzone di fluorocarbon per poter continuare a pescare nonostante le condizioni non perfette.

Swim bait: questa è la vera arma micidiale per le spigole in queste situazioni. Piccoli colpi secchi e rapidi recuperi per provocare immersioni veloci portano at attacchi potenti. Le swim bait dimostrano di avere un potenziale spesso ancora da scoprire ad esempio nei frangenti e nelle spianate dove è possibile utilizzare una tecnica fatta di rapidi “stop and go” che spesso scatenano l’attacco decisivo. La struttura bilanciata e l’eccellente neutralità o meglio, la lentezza nell’affondamento, fanno di questa soluzione, una alternativa che ben presto potrà diventare una compagna fissa di ogni angler.

Anguille finte: queste sono state costruite a mano da amici che da anni provano queste esche con risultati eccellenti nella zona di Grosseto / Follonica. Ma in tante parti del nostro Paese ci sono eccellenti costruttori che producono anguille perfettamente funzionanti. Sono pesanti al punto da volare bene anche controvento, facili da manovrare  e catturanti. Personalmente ho avuto momenti in cui queste esche erano le favorite soprattutto pescando nella schiuma ed in acqua molto bassa immediatamente dopo il frangente oppure, a poche decine di centimetri dal bagnasciuga.

Come attacca la spigola

La  spigola è predatore  non dotato di denti per cui la maggioranza degli attacchi avverranno sulla testa della preda per evitare l’apertura delle spine dorsali e il rischio di soffocamento. Ci si deve quindi aspettare un attacco molto diverso da quello del serra che trancia senza speranza la preda e rimane allamato quasi sempre nell’amo posteriore. Spesso, nelle giuste condizioni di mare  sanno essere molto aggressive al punto di attaccare prede di taglia esagerata per le loro dimensioni a costo di rimanere strozzate da una preda troppo grande. Per questa ragione non deve spaventare l’uso di crank di misura generosa ovvero oltre i 12 cm. All’attacco fa seguito una difesa quasi sempre non all’altezza delle aspettative perché anche la più grande delle spigole è un mediocre combattente. Talvolta, prede di oltre 2 kg hanno una difesa iniziale decente nelle primissime fasi per poi trasformarsi in una difesa molto passiva. Per intendersi, si tratta di un comportamento molto simile a quello di un predatore delle acque interne molto simile alla spigola soprattutto nelle fattezze come il lucioperca. E’ evidente che tanti appassionati di spigola con il galleggiante possono non essere totalmente d’accordo ma una cosa è combattere una preda da 3 kg con unno 016 di finale, ben altra facilità regala l’uso di un finale dello 026mm anche solo dal punto di vista psicologico. Alla fin dei conti, se andiamo a spigole a spinning per la spettacolarità del combattimento, abbiamo sbagliato strada. Ma la pesca della spigola a spinning regala altre emozioni, non ultima, la possibilità di pescare in mezzo alle onde e vivere delle ore in cui il mare è il protagonista più delle ferrate  che riusciamo ad avere

Settori di pesca davanti a una mareggiata.

La ricerca della spigola parte dal presupposto che la nostra amica gira nel sottoriva a volte, veramente in poche spanne d’acqua. Spesso il nostro ingresso in acqua rovina l’azione di pesca per cui, sin dalla fase di avvicinamento può essere intelligente effettuare qualche lancio che raggiunga queste zone. Una volta capito quanto è importante capire  il comportamento della spigola, saremo a buon punto perché eviteremo di fare lanci chilometrici in mare aperto senza quasi speranza. Cerchiamo invece di pescare nella schiuma bianca, nelle spianate, nei canaloni modificando il tipo di recupero per rendere attraente la nostra esca. Nella schiuma e nella turbolenza basta veramente poco per ottenere un attacco violento a differenza della grande difficoltà che abbiamo in caso di mare calmo. Due colpi di cima, una partenza oppure una puntata nella sabbia con una risalita veloce e se la spigola è nei paraggi l’attacco arriva preciso e puntuale.

I settori tipici di attacco sono quelli classici del surf casting quando si pesca con il vivo ma non tutti gli appassionati di spinning sono familiari con aree come i canaloni e le punte. Sta di fatto che il lancio non sempre deve avvenire perpendicolarmente alla linea di costa ma spessissimo, parallelamente ad essa per poter effettuare recuperi a scatti anche nelle zone adiacenti alla risacca.

Come andare sulla spiaggia.

La scelta del vestiario è fondamentale essere leggeri e avere piena mobilità per poter fare delle lunghe camminate. Nella stagione invernale è sempre bene scegliere waders in neoprene ben chiusi da una cintura. Visto che capita di pescare nei paraggi di scogli e di zone altamente scivolose è bene avere scarpe con spetta in feltrino così da avere una presa perfetta. Sotto i water ho un body in microfibra  in due pezzi sul quale ho messo un semplice giacchetta anti vento su cui si indossa la giacca termica anti acqua.

Guanti, occhiali, pinze a portata di mano sono a completamento di un kit di sopravvivenza ottimale

 

 

 

 

 


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