Tecniche

Spinning: Ultra Light alle Spigole. Prima Parte

Di Roberto Prenassi pubblicato il 21/11/10

Lo spinning negli ultimi anni è stato caratterizzato da molte ed interessanti novità,ma è solo negli ultimi tempi che ci si è trovati di fronte ad un nuovo e radicale modo di interpretare questa disciplina definita ultralight una branca dello spinning che nei paesi del sol levante viene praticata già da molto tempo con successo ma che nel nostro mediterraneo ha tardato ad appassionare pescatori e negozianti.
E’ un alternativa che contagia per il divertimento che offre in termini di attrezzature ma ancor più, per la varietà di pesci che si possono insidiare, a differenza dell’ideologia dello spinning tradizionale, che voleva le più blasonate prede quali: spigole,serra,barracuda,ecc…
Cominciamo ad entrare nello specifico e cerchiamo di capire e analizzare nel dettaglio, attrezzature e accessori che ci serviranno per praticare al meglio l’ultralight.
 Partendo dalle canne, la prima sensazione che si ha prendendone una in mano è quella di un attrezzo estremamente delicato e piacevole, con un azione prevalentemente “regular-slow regular”, che va a disegnare sotto trazione un armoniosa curva tonda, dal duplice scopo:riuscire a caricare e quindi lanciare a buona distanza, esche molto piccole nel range dei 3-7gr e al tempo stesso, in fase di attacco di pesci light come occhiate,sugarelli,sgombri,ecc… trasmettere sensibilità e divertimento unico al pescatore che si cimenta con questa tecnica.
Le lunghezze sono molteplici e a discrezione del luogo di pesca che abbiamo scelto per la nostra uscita, vanno dalla 6’6’’alla 7’0’’ per un uso dalla barca o dalla spiaggia fino ad arrivare alle 8-9 piedi per affrontare scogliere molto a picco o banchine di porti.
Un ottima e completa gamma, viene fornita dalla nota azienda blue springs, importatrice del marchio yamashita-maria, sempre attenta alle esigenze dei pescatori più poliedrici che non smettono mai di sperimentare.
Infatti è proprio negli ultimi tempi che ha introdotto sul nostro mercato una vastissima e ricca serie di attrezzature per l’ultralight che vanno a coprire a 360°,quelle che sono le richieste degli appassionati piu esigenti.
Le canne sono di primo ordine, dall’accattivante design e dalla componentistica da vere fuoriserie come l’anellatura in s.i.c. e la particolarissima placca in grafite fuji.
Si tratta di attrezzi in due sezioni, comode da trasportare dall’azione tipicamente parabolica ma con una energica riserva di potenza nel fusto,in grado di fare fronte anche con l’incontro di esemplari di taglia, che in alcune condizioni e periodi non disdegnano di aggredire esche molto piccole.
Le prede più comuni comunque rimangono: spigole,sugarelli,sgombri,occhiate,lampughe e ricciolette; è ovvio però che per la buona riuscita della sessione,bisogna tenere sempre in considerazione le regole base che accomunano tutte le branche dello spinning e quindi tra le più macroscopiche, da ricordare sono: osservare e capire bene l’acqua,individuare la presenza di shad per capire di cosa si stanno alimentando i predatori in quel momento,calcolare bene il flusso di marea,controllare la temperatura dell’acqua,il livello di torbidità ma soprattutto essere convinti di quello che si sta facendo.
Per quanto riguarda i mulinelli consiglio di rimanere nell’ottica dell’ultraleggero, quindi scegliamoli nelle taglie 2000-2500, fino ad arrivare per i più fanatici della tecnica anche alla misura 1000 purchè  si scelgano modelli di ottima fattura e con buone frizioni perché come detto prima, imbattersi  in pesci di grandi dimensioni non è cosa rara, quindi meglio non risparmiare troppo, onde compromettere l’esito del combattimento con la preda da foto.
Questi, verranno caricati esclusivamente con trecciato per incrementare la sensibilità nella fase di recupero dei nostri artificiali, permettendoci di “ascoltarli” meglio e per andare a creare quel grado di rigidità in più che va a compensare l’elevata elasticità dei blank  delle canne da ultralight.
Per quanto riguarda i libraggi  scegliamoli compresi tra le 6 e le 10 lb e con diametri dichiarati reali.
Tra i migliori braided in commercio che consiglio e che ho avuto modo di testare in ogni condizione, ci sono il Super Pe e il nuovissimo Cast Away della nipponica Sunline, dyneema dalle caratteristiche eccezionali che associa ottime doti di morbidezza ad una tenace resistenza alla abrasione, garantita anche dalla accurata ceratura.
Un trecciato dunque molto scorrevole e filante con una trama molto compatta dal profilo tondo.
Andiamo ora  ad esaminare quelli che sono i terminali e le tipologie di fluorocarbon che ci serviranno per andare a creare, quella zona di invisibilità, tra trecciato e moschettone, indispensabile a garantire al pesce, di sferrare l’attacco senza che si accorga del nostro inganno.
Sempre rimanendo in casa Sunline, consiglio il Super Sniper Fe, quanto di meglio un fluorocarbon possa offrire, dalle eccellenti proprietà meccaniche, quindi resistenza all’abrasione ,scarsa elasticità allo stiramento,tenuta ai nodi perfetta e un indice di rifrazione di 1,40(acqua 1,33), ne fanno un filo da fuoriclasse.
In altre parole, i pesci non riescono a vederlo, neanche in presenza di acqua molto chiara perché non contrasta con essa, anzi sembra essere costituito di materia liquida lui stesso. Strabiliante.
I diametri migliori, da impiegare nell’ultralight-spinning, sono compresi tra lo 0,15 e lo 0,21,onde evitare, di andare ad irrigidire ed appesantire troppo, la presentazione di esche molto piccole e leggere.
Per collegare il fluoro al braided, possiamo avvalerci di nodi dall’esecuzione molto rapida e semplice ma al contempo stesso efficacissimi,uno tra i miei preferiti quando pesco leggero è il doppio uni, che se eseguito correttamente riesce a mantenere fino al 90% del carico di rottura del filo più sottile,unica accortezza che posso sottolineare è di applicare al tracciato, almeno una decina di spire, onde evitare che questo scivoli sotto trazione con i problemi che potete immaginare.
Ci stiamo avvicinando alla fine della nostra montatura, ma prima di andare a parlare di minnow, croci e delizie di molti appassionati, soffermiamoci ancora un momento su quello che è l’anello di congiunzione tra fluorocarbon e artificiale:il moschettone.
Poco considerato da molti ma accessorio molto importante è spesso confuso con le tradizionali girelle che anche se molto apprezzate in altre tecniche, non sposano molto bene il collegamento degli artificiali .
Per la scelta orientiamoci su attacchi compatti e privi di barbigli che vanno a chiudere all’esterno,questo ci tornerà utile, quando in seguito a violente mareggiate, ci troviamo a pescare con molta alga in sospensione che verrà inevitabilmente intercettata da questo genere di attacchi, formando delle palle pazzesche.
Quindi, moschettoni che chiudono all’interno e dal profilo liscio, meglio ancora se con foggia idrodinamica in modo da non creare turbolenze tali da contaminare il nuoto delle nostre imitazioni.
I Fighters Snap di Maria Yapan, riescono a racchiudere tutte queste caratteristiche, comprendendo tra l’altro svariate misure, in particolare strizzano l’occhio all’ultralight la “00” e la “0” .
È solo dopo aver assorbito queste nozioni che possiamo analizzare quella che è l’ampia gamma di artificiali da impiegare, per praticare al meglio il light-spinning.

to be continued...


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