Tecniche

Spinning: Ultra Light alle Spigole. Seconda Parte

Di Roberto Prenassi pubblicato il 01/12/10

Per muoverci al meglio dunque attraverso la colonna d’acqua che abbiamo di fronte individueremo tre categorie primarie  di artificiali: top water, minnow (floating e sinking) e lipless che ora andremo a vedere da più vicino, per capire meglio come impiegarli e dove.
Per usufruire della possibilità di avere  un ampio  assortimento di esche, l’azienda blue-springs, importatrice del marchio yamashita ci mette a disposizione quella che attualmente è la più completa gamma di artificiali disponibili sul mercato, condizione necessaria, proprio per riuscire a sondare tutta quella colonna d’acqua di cui parlavamo prima, fin dagli strati superficiali arrivando a quello che possiamo definire un deep-spinning.
È proprio partendo dalla superficie che ci imbattiamo nei top water, rappresentati dal leader incontrastato della categoria: il popper.
Gli ingegneri yamashita mettono appunto il pop-queen dalla forma tradizionale a sigaro, rientra nella categoria dei popper silenziosi ossia artificiali dalla bocca stretta e dall’incavo poco pronunciato, micidiale nell’impiego ultralight dove si richiede un approccio più discreto e delicato.
Bilanciati in modo tale da galleggiare a riposo con la coda rivolta verso il basso, il pop queen simula il movimento di un pesce ferito che annaspa in superficie.
Il passaggio dell’acqua all’interno della sua bocca produce una serie di bollicine che richiamano l’attenzione dei predatori in zona.
Recuperato di solito con le classiche jerkate, molti non sanno che è possibile sottoporlo a delle varianti che ho sperimentato con notevoli risultati su varie specie di pesci.
Una di queste è quella denominata stop and go, ossia recuperi  più o meno lunghi in linea retta, intervallati da improvvisi stop che a volte durano anche più di un minuto (provate per credere),per poi ripartire nuovamente ,fase questa che generalmente scatena lo strike.
Un’ altra variante e forse quella che amo di più è quella che definisco recupero ibrido,  ossia impartire al popper il classico recupero con jerkate corte,  frenetiche e continue che solitamente si applica ai w.t.d., questo produrrà uno scodinzolamento  tipico  a zig- zag, sbuffando e producendo però i tipici spruzzi del popper, una combinazione micidiale in grado di fare arrabbiare anche il più svogliato dei predatori.
Il wtd vero e proprio invece, si presenta sottoforma di lipless, ossia artificiale senza paletta e non dotato di un nuoto proprio, sicuramente non adatto ai pescatori pigri, floating e quindi dal peso specifico inferiore a quello dell’acqua, in assetto di riposo tende a posizionarsi sulla superficie di essa.
Caratterizzato da un corpo affusolato e meno tozzo del suo cugino popper è un vero killer se manovrato con impegno e concentrazione, da usarsi in tutte quelle situazioni dove pensiamo di trovare predatori in caccia, nei pressi della superficie o in ambienti con acqua molto bassa come lagune e spiaggie piatte.
Il wtd che più si presta per peso e dimensioni ad un impiego ultra light è il wise dog della Maria, compatto, dal movimento nervoso e vibrante ruota di 180° quando jerkato, esponendo i fianchi oleografici che vanno a proiettare dei lampi di luce sott’acqua, simulando alla perfezione, un avannotto che fugge guadagnando la superficie.
 Dotato di un realismo impressionante è uno degli artificiali che nella mia cassetta fa più volte il bagno.
Dotato di un nuoto stretto, nervoso e vibrante un jerk-bait che continua a darmi molte soddisfazioni in ogni situazioni e su molte specie è il Fake-Bait.
Dalla caratteristica forma slim si differenzia da altri artificiali della sua categoria per la varietà di movimenti che riusciamo a imprimergli inacqua.
Provvisto di rattle interni che conferiscono, oltre ad un assetto di lancio preciso, di essere ascoltato dai predatori in tutte quelle situazioni dove è presente una elevata torpidità.
 Il fake bait, quando recuperato, ruota di 180° sul proprio asse longitudinale, permettendo allo speciale rivestimento in laser tape di imprimere all’interno della colonna d’acqua bagliori iridescenti molto attrattivi per i predatori.
Equipaggiato con una paletta inclinata di 45° rispetto al suo corpo che gli conferisce una batimetria di nuoto intorno ai 60-70 cm, ne fanno un jerk perfetto in tutte quelle zone di acqua bassa e schiuma, tipici ambienti per la spigola.
Suo parente strettissimo ma in versione affondante, troviamo il Fake Bait S,un’artificiale innovativo, a metà strada tra un crankbait e un minnow è caratterizzato da un nuoto molto adescante, dato soprattutto dalla forma della paletta, molto ampia e dal profilo tondo che gli conferisce, insieme al suo peso elevato, di guadagnare profondità intorno ai 3 mt.
Ottimo dunque in tutte quelle zone tipo foci e canali, dove è necessario cercare il pesce molto attaccato al fondo.
Il nuoto sempre vivace e scattante ne fa, nelle misure da 50mm e 70mm un ottima macchina da guerra anche su mangianze di pesce azzurro quali sgombri, tombarelli e sugarelli.
Va recuperato in entrambe i casi in maniera vivace e costante, senza a mio avviso intervenire troppo con jerkate violente non ben tollerate dal fake bait s, che lo inducono a volte, a spanciare oltre il suo equilibrio sul proprio asse longitudinale, interferendo quindi sulla sua adescabilità.
Ultimo ma non per importanza, conosciamo quello che forse è uno dei più popolari e usati lipless in circolazione attualmente.
Così versatile, da poter affrontare solo qualsiasi batimetria si voglia sondare, il blues code è un artificiale originale e rivoluzionario , dalla linea molto slanciata e sprovvisto di paletta anteriore si presenta come artificiale sinking ossia dal peso specifico superiore a quello dell’acqua, permette di raggiungere distanze impensabili con qualsiasi altra esca, questo ne fa un vero must in tutte quelle situazioni dove ci troviamo a lancire con vento contrario o quando dalla barca, abbiamo necessità di raggiungere mangianze di pelagici senza avvicinarci troppo con il natante.
Il recupero più convenzionale, prevede di  jerkarlo dolcemente, facendolo fluttuare come danzasse da un lato all’altro oppure provate a farlo imbizzarire, attuando una sorta di repentina e continua tremarella ,situazione efficacissima per andare a stimolare tutti quei predatori un po apatici.
Ma forse non tutti sanno che è possibile applicare a questo fantastico lipless anche un terzo recupero, dato solo dal mulinello girato molto molto lentamente, questo produrrà un andamento a zig zag, molto composto dell’artificiale da usare preferibilmente, quando magari, a causa dell’acqua molto fredda i pesci preferiscono presentazioni lente.
Ora che abbiamo un quadro generale completo sull’ultralight, possiamo sperimentare con molto divertimento, quanto possa essere coinvolgente e piacevole uscire in mare con attrezzi che non affaticano affatto, neanche dopo molte ore di pesca concentrandoci solo sul piacere che questa tipologia di spinning può offrire.
Ricordiamoci sempre di avere rispetto per il pesce ed attuare sempre il catch & relaise, specialmente quando, come in questa tecnica, ci possiamo trovare davanti prede che hanno la possibilità di crescere molto. Buon divertimento.


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