Tecniche

Surf Casting: EVOLUZIONE DEL DOPPIO LONG ARM

Di Michele Nardi pubblicato il 27/12/12

Due ami fantasma alla ricerca del grosso! E’ passata tanta acqua sotto i ponti da quando fece la sua prima apparizione il long arm, un tipo di calamento che, opportunamente modificato, con il passare del tempo è riuscito spesso a risolvere le situazioni più difficili. Eccolo rivisitato in una nuova veste, quella che ci farà pescare in perfetta armonia!

Nella maggior parte delle situazioni che s’incontrano andando a pesca dalla spiaggia nel nostro amato Mar Mediterraneo, con mare non troppo mosso, e ovviamente quando non serve il lancio lunghissimo, entra in gioco il doppio finale lungo, in modo da presentare al meglio due esche diverse che certamente aprono a ventaglio lo spettro delle possibili catture. L’ottima idea del doppio long arm è nata sicuramente quando alcuni pescatori, trovandosi in una spiaggia sconosciuta e non sapendo su quali pesci mirare, hanno iniziato a pescare con un calamento generico da usare innescando esche varie e dedicato alla cattura di prede nobili. In tal caso, specialmente in presenza di mare calmo o poco mosso, era ovvio che il finale (singolo o doppio) dovesse essere abbastanza lungo in modo da ingannare adeguatamente tutte le possibili prede, magari anche con l’ausilio del flotter inserito nel finale superiore. In passato questo calamento, come del resto anche tutti gli altri, era realizzato in maniera molto grezza con fili e ami che ai nostri occhi potrebbero sembrare enormi, coadiuvati da dei divergenti pesanti e grossolani che in realtà servivano solo a presentarlo nel modo peggiore, e poi, di lungo aveva solo il nome, anche in considerazione del fatto che allora i pesci erano molto meno sospettosi di oggi, come ci confermano i pescatori di vecchia data. Con questo non vogliamo assolutamente dire che dai nostri vecchi non ci sia più niente da imparare anzi, al contrario, affermiamo che c’è sempre qualcosa da imparare! Il fatto certo è soltanto quello dell’evoluzione dei materiali. Oggi ci troviamo al cospetto di un grande rinnovamento e, di fatto, assistiamo a una presentazione continuata di nuove tecnologie, delle novità, che come sempre è consigliato prenderne atto.

L’evoluzione

Nel mondo tutto si evolve, dalla natura all’elettronica, per arrivare ovviamente fino ai pesci che sembra abbiano imparato a leggere e scrivere! L’idea del finale lungo, e per lungo intendiamo oltre il metro, era buona un tempo ed è buona oggi, ma senza le opportune modifiche crediamo che sarebbe finita nel dimenticatoio già da un bel pezzo dato che questo congegno creava non pochi problemi di grovigli e c’è stato anche un periodo, primi anni ottanta, che sembrava sancire il suo definitivo accantonamento. In seguito con l’avvento dei nuovi materiali e di nuove “teste” che lavorano incessantemente nella ricerca, il surfista è riuscito a modificare il vecchio long arm a vantaggio di un corretto funzionamento in pesca ed oggi viene utilizzato con successo anche a mare mosso semplicemente giocando su diametro e lunghezza dei finali in funzione del mare che ci troviamo di fronte. Il complesso pescante è stato alleggerito sempre di più e il piombo è tornato a essere montato fisso al termine del trave, dove indubbiamente offre i migliori vantaggi e fa guadagnare molti metri in distanza di lancio, grazie all’assetto aerodinamico dato dalla propria scia. I braccioli lunghi fanno prendere sicuramente più pesci per merito della buona presentazione dell’esca, data dall’alta mobilità dei due finali che agiscono come un “fantasma” facendo apparire le esche come se fossero libere in balia delle onde e della corrente (sempre più o meno presente sul fondo marino). Anche l’uso spregiudicato delle colle usate a sostegno di snodi e asole, che spesso hanno ceduto inesorabilmente, è stato ultimamente ridimensionato a favore di alcuni tipi di snodo veramente piccoli, leggeri  e alquanto resistenti (si acquistano già pronti e ben funzionanti), che donano una perfetta rotazione al finale innescato. Trattasi di ottime girelle montate su un tubolare d’ottone, ormai molto apprezzate e conosciute ovunque con il nome di Crossline.

La nuova versione

La versione del trave che vi presentiamo se non è ancora sinonimo di perfezione sicuramente c’è molto vicina e anche in fatto di presentazione dell’esca e tenuta ai grovigli è veramente efficace, inoltre, con questa montatura i finali di diametro superiore allo 0,16 millimetri non hanno neppure bisogno della treccina anti groviglio. Di fatto, tale accorgimento è sempre da evitare poiché rende il finale piuttosto debole e molte volte, quando dall’altra parte del filo c’è un pesce di quelli da surf che tirano davvero, il finale si rompe proprio sul nodo di chiusura della treccina! La vera novità è nel fatto che la nostra “arma lunga” è costruita interamente in fluorocarbon ed è utilizzabile indifferentemente giorno e notte, inoltre, è stata privata di tutto il superfluo per rivelarsi veramente funzionale durante il lancio e maggiormente incisiva durante l’azione pesca. Dopo un’infinità di prove abbiamo verificato che utilizzando il medesimo materiale in fluorocarbon 100% sia per costruire il trave sia per i finali che verranno abbinati, una volta in acqua gli stessi si respingono a vicenda, non proprio come i poli opposti di una calamita ma quanto basta per risolvere molti problemi di groviglio. Il merito maggiore di questa novità sta tutto nei materiali che andremo a illustrarvi. Dopo, una volta in spiaggia, per collegare ogni finale basterà un semplicissimo nodo clinch stretto bene, per essere velocemente operativi.

Il materiale occorrente

Non sarebbe intelligente lesinare sui materiali da acquistare perché la sua forza, come abbiamo già detto, sta proprio in questo! Magari se vogliamo risparmiare soldi, facciamolo su ciò che il pesce non vede e non percepisce. Ma, in fondo il proverbio narra “chi più spende, meno spende!” e noi la pensiamo esattamente così. Per prima cosa vogliamo spendere, appunto, due parole sul tipo di supporto utile come capocorda da inserire sullo shock leader a cui agganceremo in seguito tutti i nostri travi. Tale clip deve essere molto filante, leggera e sempre scelta nella misura più piccola compatibile se non vogliamo incorrere nei soliti grovigli e, comunque, c’è da rilevare che questo resta sempre un punto critico (potremmo evitarlo soltanto costruendo direttamente il trave sullo shock leader, cosa che da sola porterebbe comunque ad un’altra serie di piccoli ma fastidiosi inconvenienti). Il tipo di clip da noi usata per le prove relative a questo servizio, che ovviamente è la migliore sia come porta piombo sia come clip da shock leader, ha un nome lunghissimo che forse è meglio abbreviare: Shrinking Rubber Snap (SRS distribuita in tre misure). Per iniziare dobbiamo procurarci delle buone pinzette a becchi tondi (i becchi tondi sono tassativi), un fluorocarbon 100% adatto allo scopo avente diametro uguale o superiore al filo scelto per lo shock leader e delle ottime girelle tubolari (Crossline). Per coprire la clip dell’aggancio per il piombo (SRS identica a quella dello shock) è meglio usare un conetto di silicone scelto nella misura adeguata, ma anche più piccola possibile! Per un trave da surf casting mediamente ci possiamo assestare su un diametro che va dallo 0,50 allo 0,60 millimetri.

La costruzione

Vediamo ora come costruire un doppio long arm che volendo può ospitare anche un solo finale, utile specialmente quando servirà lanciare lontano o insidiare prede che richiedono montature specifiche molto lunghe. Le misure che vi diamo non sono certo assolute, ognuno le potrà variare a suo piacimento, ma sono perfette per esercitare una corretta azione di pesca nella maggioranza dei casi. Una volta in spiaggia basterà collegare i finali lunghi entrambi120 centimetrie saremo subito operativi. In alternativa potremmo collegare un solo finale allo snodo vicino al piombo, lungo due metri ed anche di più!

1 - Iniziamo sistemando una girella a doppio barilotto HSDR (High Speed Double Rolling) come capocorda e dopo tagliamo con le forbici uno spezzone di fluorocarbon lungo circa160 centimetri. Volendo si può coprire il nodo con un conetto micro, come si vede nella foto, ma non è indispensabile.

2 - Infiliamo la prima girella tubolare e stringiamola delicatamente con le pinzette al solo scopo di bloccarne il movimento.

3 - Inseriamo la seconda girella tubolare e fermiamola allo stesso modo a circa122 centimetridi distanza dalla prima.

4 - Colleghiamo l’attacco per il piombo, provvisto di apposito conetto, a pochi centimetri sotto la seconda girella in modo che il piombo, una volta montato, venga a trovarsi piuttosto vicino allo snodo. In spiaggia una volta applicato il piombo si deve coprire buona parte della SRS col conetto di gomma, indispensabile per la doppia funzione di chiusura e anti groviglio.

La versione da beach ledgering

Utilizzando per costruire il trave un fluorocarbon di diametro più contenuto, massimo 0,40 millimetri, e naturalmente tutta la serie d’accessori di misura adeguata possiamo realizzare anche un ottimo trave per le canne da beach. Il procedimento resta lo stesso mentre l’efficacia può certamente aumentare vista l’alta dose d’impercettibilità tipica di queste attrezzature.

La tabella dei Crossline

Vediamo una tabella utile per scoprire di quali girelle tubolari abbiamo bisogno per l’abbinamento con i braccioli che prevediamo di utilizzare. C’è da sapere che anche nella misura più piccola (Crossline n° 12) può passare all’interno del tubetto un filo di diametro fino allo 0,55 millimetri, quindi massima flessibilità di scelta:

  • Misura 12: per finali con diametri dallo 0,16 allo 0,30 millimetri.
  • Misura 10: per finali con diametri dallo 0,20 allo 0,40 millimetri.
  • Misura 7: per finali con diametri dallo 0,30 allo 0,50 millimetri. 
Michele Nardi

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