Itinerari Estero

Surf nella Corsica del Nord

Di Michele Nardi pubblicato il 15/11/13

Il surf casting si può praticare ovunque ci sia il mare ma certamente quando i luoghi mostrano grandi bellezze naturali sia dentro sia fuori dall’acqua, tutto acquista un fascino diverso, irresistibile, e il richiamo è forte. La Corsica in fatto di bellezza primeggia ed è con quest’affermazione in testa che da anni sono organizzati i più svariati viaggi, di cui alcuni che prevedono soggiorni non troppo corti in modo da poter assaporare le mille sfaccettature che la più grande delle isole francesi propone, e dove anche la legge è dalla nostra parte tutelando in modo intelligente la pesca dalla spiaggia.

Sono stati scritti fiumi di libri sulla Corsica, sul surf casting praticato calpestando alcune delle più belle e blasonate spiagge del Mediterraneo e ciò nonostante noi non ci stancheremo mai di cercare proprio lì in terra francese nuovi itinerari e nuove spiagge che alcune volte possono essere anche molto difficili da raggiungere, come lo sono alcune tra quelle descritte, dove il fascino del surf arriva veramente alle quote massime! Però, chi pensa che basti andare in Corsica per prendere un pesce grosso inizia subito a sbagliare clamorosamente: anche qui come dappertutto, il surf può rendere oppure il contrario, l’importante è sapere che i pesci ci sono mentre la condizione meteomarina giusta per prenderli non si trova quasi mai facilmente. Nel nord dell’isola il tempo, eccettuando l’estate, è molto altalenante e spesso i cambiamenti meteo sono repentini, dando atto a una non interpretabile situazione meteorologica dove in pratica bisogna essere sempre pronti a tutto. La zona prescelta per le nostre battute di surf è quella che da Lozari, poco fuori Île Rousse, si estende verso nord per molti chilometri attraversando il famoso deserto e arrivando fino a Marina di Giottani, ultima spiaggia adatta alla pratica della nostra disciplina che si trova vicino alla “punta del dito” denominata Cap Corse. Il tratto di costa preso in esame è costituito per la maggior parte da ripide falesie ma le spiagge non mancano, sono spesso molto redditizie e ce ne sono veramente per tutti i gusti. La condizione ideale per pescare alla grande in tutte queste spiagge è il mare mosso, con l’onda che sbianca al punto giusto: né troppo né poco.

Lozari

La nostra prima meta è situata a pochi chilometri da Île Rousse, che volutamente abbiamo lasciato per altri itinerari. Si tratta della spiaggia di Lozari, il primo spiaggione che s’incontra instradandosi sulla strada principale (N1197) che ci porterà di seguito ad attraversare il deserto. Il luogo si presenta di facile accesso ma non sempre le poste migliori sono quelle vicino all’auto poiché la lunghezza è di km 1,300. Esposizione nord-nord ovest. L’arenile è di sabbia a granulometria piuttosto grossa con lo scalino di risacca molto ripido, fatto che fa subito intendere che la profondità non manca, specialmente nella vasta parte centrale che si presenta tutta sabbia. Comunque anche i lati non presentano particolari difficoltà, infatti, se non si va proprio sugli scogli la sabbia la fa da padrone ovunque. Sono ben presenti mormore, orate, pagelli, spigole, razze, triglie e sogliole oltre ad altre specie che accostando a riva con cadenza stagionale si danno il cambio durante tutto l’arco dell’anno. Può servire il lancio lungo specialmente a mare calmo e se si monta la postazione nella parte centrale dell’arenile, che comunque è sempre un’ottima scelta. Nel periodo autunnale accostano a tiro di lancio anche le gallinelle, che sommandosi alle altre specie rendono i mesi di Novembre e Dicembre sicuramente i migliori. In ogni modo le nostre insidie possono funzionare tutto l’anno ed anche con qualsiasi condizione di mare. Ovviamente, nella condizione di mare mosso la taglia delle possibili prede aumenta sensibilmente.

Ostriconi

Un sito archeologico con un panorama di rara bellezza circonda la pittoresca e deserta spiaggia in oggetto, esposta a ovest-nord ovest e ubicata al limite occidentale del désert des Agriates. Il bacino dell'Ostriconi, della lunghezza di ottocento metri se si considera anche l’area della foce, prende tutti i ruscelli che scendono dal versante est del Monte Astu e della vicina Balagna, infatti, ci troviamo contornati da una natura selvaggia con diversi stagni e lagune che sembrano essere inghiottiti da un mare cristallino, dove tutto ha il sapore di un tempo! Il problema è l’accessibilità dell’arenile, volutamente lasciato al suo stato più puro. D’estate è accessibile a piedi dopo una lunga camminata su una scarpata che resta vivamente sconsigliata a chi non è esperto di trekking. Poi si deve considerare il fatto che c’è anche una foce da guadare con l’acqua che può essere piuttosto alta specialmente d’inverno, quando tutto diventa molto più difficile! I pesci, guarda caso, non mancano mai e la grossa spigola è sempre in agguato, come l’ombrina e l’orata ma spesso le alghe impediscono una corretta azione di pesca. Quindi prima di sobbarcarsi una camminata che ha veramente dell’incredibile sarà bene visionare attentamente dall’alto (si arriva in auto) lo stato del mare e delle alghe.

Saleccia

Ci troviamo all’interno del désert des Agriates, una regione piuttosto vasta di macchia mediterranea che si sviluppa lungo la costa e che inizia qualche chilometro prima di Île Rousse per finire nei pressi di San Fiorenzo. Questo tratto di costa è caratterizzato da alcune basse montagne coperte dalla gariga, vegetazione e arbusti che seccano in estate quando non piove per alcuni mesi. Questa è l'unica grande zona della Corsica senza una strada costiera, quindi le tante baie e i golfi del deserto possono essere raggiunti solamente via mare o tramite lunghe e ripide strade sterrate. Dall’unica strada asfaltata che attraversa il deserto, la D81, si trova facilmente il bivio per raggiungere la spiaggia ma c’è da sapere che ci separano ben dodici chilometri di pista (una strada sterrata a confronto è un’autostrada) che certamente è più adatta a un carro armato che a un SUV! Serve un fuoristrada ben attrezzato con gomme tassellate e blocco del differenziale, altrimenti il rischio di restare in mezzo a qualche torrente è molto elevato poiché secondo le stagioni e le piogge alcune pozze hanno una profondità di oltre un metro. Qui siamo esposti direttamente a nord ovest e l’arenile nella stagione fredda può essere spesso invaso dalle alghe, perciò prima di partire è bene essere informati sia sullo stato delle piste sia su quello della spiaggia. Il fondale è tutta sabbia e scende rapidamente, quindi anche improntando l’azione nell’immediato sotto riva siamo già in pesca con ottime possibilità di successo. A mare mosso ci sono in primo luogo saraghi di ogni specie e grandezza, orate, mormore e spigole mentre con la calma piatta sono sempre le orate e altri pesci misti a tenere ben attivi i nostri segnalatori d’abboccata. Sicuramente da provare, ma non quando piove!

San Fiorenzo

Alberghi, appartamenti in affitto, taverne tipiche e pub fanno da cornice a un arco di sabbia incastonato in un piccolo golfo in cui fa capo il porticciolo. Il paesino, circa 1700 abitanti, è il luogo adatto dove ci possiamo approvvigionare di tutto l’occorrente, esche comprese, ed è in sostanza da considerare il baricentro di questo itinerario. Lungo la strada lungomare che parte dal porto e si estende sulla sinistra si trova la classica spiaggetta da cartolina con magistrale isolotto antistante. L’arenile si presenta sabbioso e digrada molto dolcemente. Essendo la spiaggia più bassa del nostro itinerario è ovvio che spesso il lancio lungo sia indispensabile ma c’è da aggiungere che servono anche delle montature piuttosto leggere per convincere ad abboccare le tante mormore presenti. Qui si riesce a fare anche del buon beach ledgering con ottimi carnieri. Le prede sono variegate e la stazza è buona, ma qui il pesce da foto o la preda poco comune sono veramente una rarità. Sicuramente uno spot da tenere in considerazione, indicato specialmente quando non è possibile pescare altrove.

Cadarelli

Proseguendo verso l’estremo nord della Corsica si deve prendere la strada sterrata che porta al camping U Sole Marinu per arrivare in breve tempo a una bella spiaggia di sassi divisa in due da una piccola foce, esposta a nord ovest e lunga cinquecento metri. Il mare è profondo e presenta qualche possibilità d’incaglio perlopiù nel sotto riva e specialmente nella parte sinistra, di fronte al parcheggio. La parte destra, oltrepassando la foce, è molto più pescabile e diventa ottima camminando verso l’estremità, dove non mancano neppure i palombi, a patto che il mare respiri forte. A mare calmo invece la fanno da padrone grosse tracine che abboccano solo durante il tramonto e fragolini di taglia media, e questo per quanto riguarda la stagione mite. Nelle stagioni intermedie posizionandosi vicino all’estremità nord ci troviamo nel luogo dove più verosimilmente si può tentare la cattura del dentice. Consigliata l’esca viva o la sarda fresca innescata intera o a metà. In fine, in caso di piatta invernale vi consigliamo vivamente di lasciar stare quest’arenile.

Marina di Farinole

Cinquecento metri di sabbia interrotti solo da un piccolo promontorio, in mezzo a cento spiaggette di sassi! Profondità media, esposizione sud-sud ovest. L’accesso è veloce tramite il parcheggio del ristorante L’Ambada (si mangia una buona pizza corsa) e la spiaggia quando non è invasa dalle alghe è anche molto pescosa! La granulometria della sabbia è piuttosto fine e abbiamo di fronte un fondale che digrada non troppo lentamente, il luogo perfetto per mormore, spigole, tracine e orate, di quelle che fortunatamente non si lasciano troppo pregare per abboccare. Con mare mosso tutto l’arenile rende bene mentre a mare calmo è nella parte centrale che si hanno le migliori opportunità di successo durante tutto l’arco dell’anno, escludendo agosto, poiché questo è l’unico periodo che la presenza umana è alta e come ben sappiamo le conseguenze sono ovunque le stesse.

Nonza

Una spiaggia di pietre nere con fondale antistante quasi completamente sabbioso se si eccettuano i lati. Arenile parzialmente artificiale e talmente profondo da incutere timore, con grande frangente unico e potentissimo, spesso senza ombra di alghe, aperto direttamente alle onde alte che provengono da ovest e dove può capitare di tutto e di più! Non siamo al cospetto di una spiaggia da surf casting ma ci troviamo sulla spiaggia da surf per eccellenza: il luogo dove tutti dovrebbero pescare almeno una volta, anzi due! Il mito surfistico di Nonza è nato per vari motivi. Primo per la grande bellezza dei luoghi. Secondo perché è piuttosto difficile da raggiungere (serve una bella camminata attraverso un sentiero non agevole che la separa dal parcheggio). Terzo perché ci sono in sostanza tutte le prede presenti nel Mediterraneo, infatti molte foto di grandi pesci apparse in passato sulle riviste di pesca sono state scattate proprio qui. Un chilometro e quattrocento metri a nostra completa disposizione tutto l’anno per scegliere dove piantare la postazione, che in inverno vedono anche la presenza di una piccola foce, sicuro richiamo per molte prede del surf, palombi compresi, che per merito dell’intorbidamento delle acque e dell’elevata profondità si avvicinano fin sotto riva. Questa spiaggia desolata ma di unica bellezza vede una presenza di pesce costante che va dalla mormora al dentice, cosa che ne fa indubbiamente uno dei migliori spot dell’itera isola. Ovviamente (altrimenti sarebbe troppo bello) c’è la nota dolente: spesso, e poniamo l’accento su spesso, capita che inspiegabilmente non si riesce a vedere una sola abboccata, neppure quando le condizioni sembrano decisamente quelle giuste. Di certo anche questo fatto ha contribuito a farne un mito. Comunque sia, è assolutamente da provare a mare mosso perché le sorprese, di quelle che svuotano il mulinello, capitano eccome e per questo non è mai da dimenticare una canna potente innescata con l’esca viva o una sardina intera. I pesci serra sono poco presenti, passano solo a primavera e abbiamo potuto verificare che le taglia media è di otto chili! 

Albo

Facile da raggiungere pochi chilometri dopo Nonza. Sotto la strada litoranea che porta alla fine dell’itinerario, si trova una spiaggia di sassi simile a Nonza come morfologia del fondale ma molto più raccolta poiché la lunghezza utile è di soli trecento metri. Con la presenza di una foce, che nella parte finale resta spesso secca, è la scelta migliore per tentare la cattura di grossi pagelli, sugarelli, sogliole, triglie e altri pesci di scoglio tipo tordi e scorfani, perché il fondale si presenta sabbioso solo davanti alla parte centrale mentre il resto è prevalentemente roccioso. Anche qui c’è una varietà di prede da fare invidia a un acquario! Non stiamo scherzando, ma non sempre tutti questi pesci sono disposti ad assaggiare le nostre insidie. Tuttavia, questa spiaggia è più costante rispetto alla precedente e se non si cerca il pesce da urlo è anche caldamente da consigliare. Pescando con la sarda di notte arrivano spesso dei gronghi enormi e anche delle stupende aquile marine, da fotografare e rilasciare al più presto visto anche il fatto che le sue carni non sono apprezzabili in cucina.

Marina di Giottani

Siamo arrivati alla nostra ultima meta, una spiaggetta di sassi incastonata tra le rocce che non supera la lunghezza di cento metri escludendo le rispettive aree della foce e del piccolo e caratteristico porto che la chiude a destra. La parte d’arenile sommersa vede i sassi dominare solo nei primi venti metri circa, poi è la sabbia a prevalere e perciò soprattutto a mare calmo non ci sono grosse difficoltà per esercitare una corretta azione di pesca. Esposta precisamente a ovest, anche questa spiaggia ha un fondale profondo. A mare mosso è molto valida, con presenza costante di saraghi, spigole e razze, A mare calmo si possono insidiare le mormore e tanti pesci misti di scoglio pescando con canne leggere a pochi metri di distanza, proprio dove i sassi finiscono lasciando spazio alla sabbia. Proseguendo verso nord s’incontrano ancora diverse spiaggette ma consigliamo di lasciarle correre. Il motivo è che tutti questi altri arenili presentano un fondale altamente frastagliato dov’è impossibile esercitare una corretta azione di pesca.

Guida al viaggio

Il nostro viaggio via mare è iniziato al porto di Livorno dove ci siamo imbarcati per Bastia ed è durato circa cinque ore. Sbarcati al porto, si deve prendere la D81, una strada piuttosto scorrevole che passando da Patrimonio (famosa località del vino) porta dritti fino a San Fiorenzo. Per pescare in mare dalla riva non serve nessuna licenza ma si raccomanda il massimo rispetto per tutto l’ambiente che ci circonda, come del resto va sempre fatto ovunque ci si trovi. I bigattini sono vietati in tutta l’isola, vietato anche accendere fuochi, e si deve tenere sempre ben presente che in Francia con le multe non si scherza! Come attrezzatura va bene quella di sempre e aggiungiamo che serve proprio tutto dato che mare e prede sono in parte quelle che conosciamo ma con la differenza della taglia decisamente maggiore. Non serve portarsi dietro camionate di attrezzatura ma come sempre è utile puntare al sodo: una coppia di archi potenti (casting 200/250 grammi) con relativi muli non possono mancare nel bagaglio dei cercatori d’oro! I muli devono avere almeno tre bobine di ricambio ciascuno. Vediamo di metterne in evidenza il tipo d’imbobinamento.

Bobina 1: filo Ø 0,18/0,20 con shock leader adeguato. Utile per il lancio lungo. Anche se le spiagge che troveremo sono molto profonde può sempre servire, specialmente pescando in quella di San Fiorenzo che è la meno profonda e dove spesso qualche metro in più fa tanta differenza.

Bobina 2: filo Ø 0,22/0,25 con shock leader adeguato. Indispensabile per la pesca ordinaria con cui fare la stragrande maggioranza delle pescate.

Bobina 3: filo Ø 0,35/0,40 diretto. Indispensabile per la pesca sotto riva, pesca col vivo e per quella a mare mosso quando la presenza dello shock leader è solo un impiccio. 

Ovviamente, una seconda coppia di archi leggeri con casting intorno ai 120 grammi sono vivamente consigliati. Ci sono da aggiungere ami, fluorocarbon (indispensabile per travi e finali), piombi di varia foggia, filo elastico, tripodi o picchetti a scelta e magari un piccolo raffio, utile nel caso che qualche squaletto faccia i capricci! Come esche consigliamo di puntare molto sulla sarda fresca visto che in tutta la Corsica è da ritenere l’esca principale con qualsiasi condizione di mare. Si può trovare in zona insieme alle altre esche di pescheria (seppia, calamaro, cannolicchio) presso il supermercato o la pescheria a San Fiorenzo, comunque è sempre meglio portarne una scorta da casa nell’eventualità che ne siano entrambi sprovvisti. Non possono mancare i vermi come bibi, americano, verme di Rimini e cordella (molto amata in Corsica da tutte le specie ittiche). 

Michele Nardi 

 


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